Nei giorni scorsi, pensando di dover redigere questo editoriale, ho continuato a domandarmi: “cosa posso scrivere di nuovo e di diverso rispetto a tutto quello che da molti, compresa la sottoscritta, è già più volte stato detto“?
Ecco allora che ho deciso di fare riferimento ad un termine che è stato utilizzato nel titolo del XXV congresso della mia Associazione, l’AIDI: consapevoli di esserci.
Di cosa devono essere consapevoli gli Igienisti Dentali?
Innanzi tutto devono avere la consapevolezza di essere una professione sanitaria, non ancora ordinata, purtroppo, ma regolamentata e, come tale, soggetta al rispetto delle regole imposte dal legislatore e con l’onere della responsabilità nei confronti dei pazienti.
La trasgressione delle regole, il voler autonomamente travalicare le competenze definite dal profilo professionale con il DM 137, espone alla denuncia per abuso di professione e ciò non è certo d’aiuto alle legittime rivendicazioni della categoria.
AIDI, prima Associazione degli Igienisti Dentali in Italia, che da sempre ha difeso i loro diritti, è ben conscia della necessità di veder riconosciuta pienamente l’indipendenza lavorativa, il diritto di lavorare in uno studio autonomo (se pur con “ l’indicazione’” dell’odontoiatra) e che sono ormai maturi i tempi affinché l’igienista Dentale entri a far parte degli organici del Sistema Sanitario. Tutte queste possono essere realtà oggettive assolutamente compatibili con le leggi esistenti.
Al contrario, non condivido la rivendicazione dell’esclusività: battaglia logicamente persa in partenza e che è portata avanti, soprattutto attraverso gli strumenti agili ma spesso inconsistenti, dei social network, da parte di chi indulge ad un facile populismo.
Ritengo che il fatto di essere Associazione Rappresentativa imponga appunto di essere consapevoli e responsabili e di evitare inutili e pericolose fughe in avanti.
Invece AIDI è ben consapevole che i sindacati odontoiatrici e la CAO avversano la possibilità di apertura di studi autonomi da parte dell’Igienista Dentale. In merito a ciò abbiamo sostenuto il ricorso al Tar Emilia Romagna fatto da un nostro socio e purtroppo, nonostante il parere espresso dal Ministero della Salute, l’esito è stato negativo. Tuttavia siamo talmente convinti della legittimità delle nostre richieste, che abbiamo deciso di proseguire la battaglia legale davanti al Consiglio di Stato e, fiduciosi, ne attendiamo la sentenza.
Contemporaneamente siamo consapevoli della lentezza della politica e della burocrazia in Italia, tanto è vero che da circa 15 anni stiamo attendendo l’istituzione degli Ordini e Albi per le Professioni Sanitarie. Per questo motivo l’AIDI, unica Associazione italiana membro della Federazione Europea degli Igienisti Dentali, (EDHF), sta portando avanti con la Federazione, una serie di iniziative volte alla modifica della Direttiva Europea del 2005/36 che non annovera l’Igienista Dentale tra le Professioni Sanitarie riconosciute.
È possibile solo ora richiedere che la Direttiva venga rivista perché, per poterlo fare, è necessario che i paesi rappresentati superino i 2/3 dei Paesi dell’UE e, solo da poco, i Paesi UE in cui è legittimata la figura dell’Igienista Dentale hanno raggiunto quota 16 e, per quanto riguarda il numero di professionisti operanti, 18000 su un totale di circa 26000.
Ma che cosa viene chiesto all’Europa oltre al riconoscimento? Si chiede di definire il Profilo Europeo così da poter attuare la tanto sbandierata “libera circolazione dei Professionisti” che attualmente non trova applicazione soprattutto per la non ancora raggiunta piena parità di formazione e la non uniformità delle competenze.
Se l’istanza verrà approvata e l’attuale direttiva modificata, tutti i paesi UE avrebbero l’obbligo di ratifica ed adeguamento sia dal punto di vista della formazione che dell’operatività.
Dopo tre mandati di Presidenza dell’AIDI (9 anni!), sono consapevole che, nonostante i progressi fatti in Italia, da che gli Igienisti Dentali non esistevano, sino ad oggi, restano ancora molti problemi da risolvere molti dei quali indipendenti dalla volontà delle Associazioni, dei loro Presidenti, degli Igienisti Dentali stessi.
Ritengo comunque che il Presidente di un’Associazione debba operare in modo trasparente, con onestà intellettuale, senza cavalcare l’onda della popolarità e della facile acquisizione di consensi e senza perseguire l’interesse personale, specie se economico. Con orgoglio ritengo di poter dire: “io mi sono sempre impegnata per farlo”.