La sterilizzazione rappresenta uno dei pilastri fondamentali nella prevenzione delle infezioni crociate nello studio odontoiatrico. La corretta gestione degli strumenti riutilizzabili è cruciale non solo per la sicurezza dei pazienti, ma anche per la protezione degli operatori. Negli ultimi due anni (2023–2025), nuove linee guida e standard internazionali hanno aggiornato il panorama delle buone pratiche, richiedendo un’attenzione ancora maggiore da parte degli studi odontoiatrici.

Novità dalle evidenze scientifiche

Manipoli e strumenti rotanti
Le più recenti raccomandazioni del CDC (Centers for Disease Control and Prevention, 2024) stabiliscono che tutti i manipoli e strumenti collegati alle linee aria/acqua devono essere puliti e sterilizzati a calore dopo ogni paziente. Non è più accettabile utilizzare dispositivi non termosterilizzabili o senza istruzioni validate: se un manipolo non può essere sterilizzato in autoclave, deve essere sostituito con modelli autoclavabili.

Qualità dell’acqua (AAMI ST108)
Un cambiamento rilevante riguarda la qualità dell’acqua impiegata nei processi di decontaminazione e sterilizzazione. Lo standard AAMI ST108:2023, ora recepito anche in Europa, definisce i parametri di qualità dell’acqua utilizzata per il lavaggio, il risciacquo e l’alimentazione dei generatori di vapore.
Per gli studi odontoiatrici significa:

  1. garantire un’acqua priva di eccessivi sali e contaminanti
  2. monitorare durezza, conduttività e carica microbica
  3. prevenire corrosione degli strumenti e compromissioni della sterilità

Convalida e monitoraggio (ISO 17665)
La norma ISO 17665 ribadisce la necessità di validare e monitorare i cicli di sterilizzazione a vapore saturo. Ogni autoclave deve essere qualificata e ogni ciclo deve essere controllato attraverso registrazioni fisiche (tempo, pressione, temperatura), indicatori chimici e test biologici programmati.

Piccoli sterilizzatori (EN 13060)
Un aspetto di attualità riguarda la norma EN 13060, che regolava i piccoli sterilizzatori da banco: è stata ritirata nell’agosto 2025 e sarà sottoposta a revisione. Questo cambiamento richiama gli studi a una maggiore attenzione nella scelta dei cicli per strumenti cavi (frese, turbine) e nell’uso di test di controllo come il Bowie-Dick o l’Helix.

Indicatori chimici di nuova generazione
Gli indicatori tipo 5 e 6 (ISO 11140-1), ormai considerati gold standard, offrono un controllo più affidabile rispetto ai semplici indicatori di processo. Questi dispositivi sono in grado di simulare le condizioni reali di inattivazione biologica, garantendo un livello di sicurezza più elevato.

Workflow raccomandato nello studio odontoiatrico

  1. Pre-trattamento immediato al punto d’uso con detergenti enzimatici.
  2. Detersione validata, preferibilmente meccanizzata, con acqua conforme allo standard ST108.
  3. Ispezione e manutenzione degli strumenti, inclusa la lubrificazione dei manipoli.
  4. Confezionamento con buste medicali e inserimento di indicatori chimici di tipo 5 o 6.
  5. Sterilizzazione a vapore saturo in cicli prevuoto (Class B) per strumenti cavi.
  6. Monitoraggio e rilascio con controlli fisici, chimici e biologici programmati.
  7. Tracciabilità del lotto di sterilizzazione e, dal 2024 in Italia, anche dell’UDI (Unique Device Identification).

Errori da evitare

  1. Non eseguire la detersione prima della sterilizzazione.
  2. Utilizzare cicli gravità per strumenti cavi.
  3. Affidarsi solo a indicatori esterni di processo.
  4. Trascurare la qualità dell’acqua, con rischio di macchie e corrosioni sugli strumenti.

Le nuove evidenze scientifiche ci consegnano messaggi chiari:

  1. La sterilizzazione dei manipoli dopo ogni paziente non è più opzionale.
  2. La qualità dell’acqua è parte integrante del processo di sterilizzazione.
  3. Gli indicatori di nuova generazione e la tracciabilità completa garantiscono standard di sicurezza più elevati.

Per gli igienisti dentali e per tutto il team odontoiatrico, questi aggiornamenti non rappresentano solo un obbligo normativo, ma un’opportunità per rafforzare la fiducia dei pazienti e consolidare una cultura della sicurezza basata sull’evidenza scientifica.