Gestire le resistenze al cambiamento

Quando si parla di resistenze al cambiamento ci si riferisce a quelle difficoltà legate a un comportamento che deve essere interrotto o deve volgere verso una nuova direzione, ad esempio interrompere un’abitudine insalubre come il fumo, o promuoverne una nuova, come per esempio attuare attività fisica, spazzolare i denti, usare il filo interdentale.

Tutti gli esseri viventi tendono a cercare e mantenere un loro equilibrio, il cosiddetto equilibrio omeostatico, che viene ricercato dal soggetto affinché possa sperimentare benessere.

Tale stato viene percepito come piacevole, tanto da non poter fare a meno di agire o interrompere il comportamento che lo produce per ricercarne gli effetti, anche se questi si rivelano poi dannosi.

È il caso dell’abuso di sostanze, dei comportamenti a rischio e delle disfunzionalità, che si protraggono nel tempo creando le cosiddette resistenze al cambiamento. Le resistenze ci interessano da vicino quando si manifestano a sostegno di un bisogno individuale: rimanere nella propria zona di comfort, evitare emozioni faticose come la paura del cambiamento, scongiurare il passato intriso di aspettative e tentativi precedenti fallimentari, tendere al perfezionismo o all’autosabotaggio.

Tuttavia prima o poi il cambiamento diventa una necessità non più procrastinabile e, in un’ottica un po’ darwiniana, chi non si adatta è destinato a soccombere.

La disciplina dell’Igiene Dentale (ID) è a diretto contatto con il cambiamento, attraverso la motivazione il professionista si pone come promotore di comportamenti e stili di vita salubri attraverso il cambiamento dei comportamenti (fig. 1).

La nostra vita è la somma dei singoli momenti che viviamo, ce ne si rende davvero conto quando si prende reale consapevolezza gli effetti che i comportamenti hanno sulle nostre giornate, i quali sono poi il riflesso di ciò che pensiamo e crediamo, da cui hanno preso corpo le nostre decisioni.

Da un lato il paziente, dall’altro l’Igienista Dentale, devono quindi trovare una sorta di azione sinergica di collaborazione dove il professionista si fa carico dei dubbi, delle perplessità, degli stati emotivi, delle paure, delle necessità, delle aspettative e dei sogni che accompagnano la dimensione del cambiamento del paziente per fronte alle resistenze che impattano sullo stato di salute del paziente e sulla sua qualità di vita (1).

In virtù di quanto discusso per condurre un’efficace intervista motivazionale si suggerisce il protocollo EMI6 (1, 2); per promuovere la cessazione dell’abitudine al fumo si invita alla lettura delle Linee Guida Ministeriali OSSFAD dell’Istituto Superiore di Sanità (3) e qualora la situazione lo richieda si suggerisce di fare rete multidisciplinare con altri professionisti della salute a seconda della complessità del caso, soprattutto quando alcuni comportamenti riguardano stati di comorbilità psicologico-psichiatrica (es. disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, abitudini viziate/comportamenti disfunzionali).

Quando ci si trova di fronte ad un paziente che presenta determinate caratteristiche il fattore tempo è determinante. In effetti il cambiamento e la capacità di fronteggiarlo non possono essere svincolati dalla condizione clinica che si riscontra nel paziente. Differente è sia l’intervento del clinico che la capacità di reattività del soggetto, in base anche al tempo a disposizione per adattarsi: ad esempio in presenza di una lesione orale sospetta potenzialmente maligna, il paziente deve far ricorso a tutte le sue risorse interne per velocizzare l’elaborazione situazionale e significare la realtà, al fine di agire in modo proattivo ed adattivo. L’esigenza dell’Igienista dentale diventa quindi quella di collimare le necessità clinico-terapeutiche-preventive con le capacità di cambiare del soggetto.

Nell’Annual Handbook for Group Facilitators del 1979 due ricercatori americani, Don Kelley e Daryl Conner, parlarono per la prima volta di “Emotional Cycle of Change”, Ciclo Emotivo del Cambiamento (4).

Nei loro studi i due ricercatori notarono che la maggior parte degli individui, che avevano deciso volontariamente di cambiare qualcosa, avevano attraversato una serie di fasi emotive comuni (fig. 2).

FIG. 02

A livello psicologico si riscontrano una serie di specifici momenti emotivi caratteristici man mano che il tempo passa. In particolare nella fase 2 di “Pessimismo Giustificato” subentrano tutta una serie di possibili sintomi di origine emotiva che portano l’utente a vivere nella cosiddetta “Valle della disperazione”.

Ad esempio di fronte ad una notizia come quella di dover prendersi cura di un paziente che ha un carcinoma orale, oppure che ha la necessità di estrarre molti elementi dentari per poi affrontare un’importante riabilitazione, è’ importante riconoscere questa fase per sostenere adeguatamente il paziente nel fronteggiare sentimenti di ansia, depressione, panico, rabbia oppure sintomi psicosomatici.

Qualche tips di neuroscienze per fronteggiare il cambiamento (fig. 3).

FIG. 3

Per sostenere i pazienti al cambiamento è importante sintonizzarsi sulla sfera emotiva del paziente, nel rispetto dei suoi tempi e dei suoi strumenti, per arricchire le sue risorse atte a fronteggiare il cambiamento. Dire: “Cambia!” non è sufficiente, la motivazione al cambiamento non si riduce ad un mero trasferimento di informazioni, pertanto è necessario coltivare il tempo dell’accoglienza e della comunicazione efficace che è tempo di cura.

Bibliografia

1 Gangale M, Ghianda L. Comunicazione emozionale in odontoiatria. Milano: Quintessenza, 2020.

2 Gangale M. La motivazione al paziente parodontale. Dental Cadmos, 2016;8(84):494-504.

3 Linee Guida cliniche per promuovere la cessazione dell’abitudine al fumo. Osservatorio Fumo, A.col e Droga. Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità. Aggiornamento 2008. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_832_allegato.pdf 

4 Kelley D, Conner D. Emotional Cycle of Change. Annual Handbook for Group Facilitators (1979).