Osservando la situazione attuale delle professioni sanitarie, cuore pulsante degli ospedali e di tutti i luoghi in cui si fa salute, vorrei esprimere alcune considerazioni. I professionisti sanitari sono numericamente molto rappresentati in ambito pubblico, ma ne servirebbero molti di più, sia di quelle categorie già presenti, che delle numerose che non riescono ancora ad essere apprezzate al punto da essere incluse nella sanità pubblica e naturalmente tra queste ci sono anche gli igienisti dentali, che crescono rapidamente nella cultura del paziente privato, ma non altrettanto è possibile nell’ambito delle istituzioni pubbliche.
Come dire, quando la prestazione viene pagata dal paziente viene anche apprezzata, ma questo non basta a convincere la classe dirigente degli ospedali e dei centri di diagnosi e cura ad immettere igienisti dentali nel SSN e completare finalmente con la prevenzione delle patologie del cavo orale il complesso e articolato mosaico dell’assistenza sanitaria nazionale. Un’altra considerazione da fare è certamente rivolta alla necessità di crescere culturalmente e qualitativamente per poter affrontare la quotidianità terapeutica, costantemente in evoluzione, con l’aiuto della scienza e della tecnologia, anch’esse in progressivo e costante miglioramento. Ogni professionista sanitario deve oggi conoscere oltre alle proprie, anche le potenzialità dei colleghi di altre professioni per poter dialogare e costruire insieme un gruppo di lavoro ancor più efficiente e meno frammentato di quanto accade oggi, in cui le professionalità sono molto elevate, ma talvolta non riescono a lavorare insieme per produrre risultati migliori in termini di qualità di assistenza.

È necessario inoltre migliorare anche la conoscenza dell’etica professionale degli igienisti e per questo le Commissioni d’Albo devono adoperarsi per favorire ancor di più l’esercizio della professione nel rispetto dell’etica e della deontologia: a questo proposito un mio Amico che non c’è più, stimatissimo Presidente OMCeO di L’Aquila, il Dott. Maurizio Ortu, era solito dire “bisogna lavorare e svolgere la professione con il Codice Deontologico a fianco, sul tavolo”. Ovviamente nell’ottica di una crescita culturale, avanzata e programmata, è indispensabile poter contare su sufficienti risorse, sia in termini di apparecchiature e strumenti, ma ancor più in termini di personale qualificato, che sia in grado di trasmettere le proprie abilità a chi si sta formando. In questo ambito i nostri corsi sono ancora molto indietro, in quanto non possono contare sulla strutturazione di professionisti validi, che siano costantemente impegnati sulla didattica formativa di carattere tecnico-pratico. Quasi sempre, infatti questo ruolo è affidato a pochi volenterosi, che ritagliano tale attività nello spazio della loro vita professionale, senza ricevere quelle gratificazioni che meriterebbero in funzione del lavoro svolto e soprattutto senza l’aspettativa di potersi dedicare un giorno, totalmente, alla formazione degli allievi, come avviene per ogni professione sanitaria.
Da sempre l’igienista dentale viene formato come il “professionista della prevenzione a tutto tondo”: ora è necessario aggiungere un ulteriore tassello nella sua formazione, la capacità di trasmettere a pazienti, parenti e caregivers il concetto di “autoassistenza” e quindi “autoprevenzione”.
In questo rapporto l’igienista moderno dovrà focalizzare l’importanza di condurre uno stile di vita sano, privilegiando il concetto di prevenzione delle patologie del cavo orale in relazione all’intero organismo; infatti, ciò che l’igienista raccomanda ed insegna non ha effetti positivi solo sul cavo orale ma anche sugli organi a distanza.

Ogni professionista sanitario deve oggi conoscere, oltre alle proprie, anche le potenzialità dei colleghi di altre professioni per poter dialogare e costruire insieme un gruppo di lavoro ancor più efficiente e meno frammentato di quanto accade oggi, in cui le professionalità sono molto elevate, ma talvolta non riescono a lavorare insieme per produrre risultati migliori in termini di qualità di assistenza.
E viceversa, dovrà saper promuovere stili di vita sani, evitando il fumo, l’eccesso di alcool, l’uso di stupefacenti, privilegiando la sana alimentazione e l’attività fisica (possibilmente all’aria aperta), adeguandole a tutte le età, così da trarre immediato e duraturo giovamento nella mente, nel fisico e anche nel cavo orale: quindi autoassistenza ed autoprevenzione.
L’ultima considerazione che mi sento di fare nell’intento di proiettare l’igienista dentale nel futuro con ancora maggior successo è certamente il richiamo all’aggiornamento, alla consultazione delle riviste scientifiche e alla frequentazione delle Società Scientifiche, indispensabili per offrire a se stessi e ai pazienti quanto di meglio la scienza mette a disposizione.









