La seguente revisione narrativa discute l’importanza della sonda parodontale, evidenziando le caratteristiche e le differenze della sonda manuale e della sonda elettronica. In particolare, si è scelto di discutere dei seguenti aspetti:

Introduzione
La sonda manuale è uno strumento essenziale nella pratica odontoiatrica per la valutazione e il monitoraggio della salute parodontale: oltre a consentire una diagnosi accurata delle condizioni gengivali, il suo corretto utilizzo è fondamentale per garantire sicurezza, precisione e risultati affidabili nel trattamento dei pazienti.
Tuttavia, la sua efficacia dipende non solo dalla qualità dello strumento, ma anche dalla formazione dell’operatore, dall’applicazione di protocolli rigorosi e dal rispetto delle normative etiche e professionali (1-15).
Negli ultimi anni, le sonde elettroniche hanno rivoluzionato la pratica odontoiatrica, offrendo una valida alternativa alle sonde manuali tradizionali: grazie alla loro capacità di fornire misurazioni più accurate e ripetibili, queste sonde sono diventate strumenti fondamentali per la diagnosi e il monitoraggio delle malattie parodontali (16-22).
Nell’ambito odontoiatrico, la scelta tra strumenti diagnostici può influire significativamente sull’accuratezza e l’efficacia della gestione clinica. Tra questi, le sonde parodontali rappresentano uno degli strumenti fondamentali per valutare la salute del tessuto parodontale. Attualmente, esistono due tipologie principali: le sonde manuali, tradizionali e prive di tecnologia elettronica, e le sonde elettroniche, dotate di avanzati sensori e sistemi digitali (20, 23-27).
La diagnosi e il trattamento delle malattie parodontali rappresentano aspetti fondamentali della moderna odontoiatria, essenziali per preservare la salute orale e prevenire complicazioni sistemiche. La parodontite, una delle principali cause di perdita dentale negli adulti, richiede un approccio multidisciplinare che integri strumenti diagnostici avanzati, come le sonde parodontali, con tecniche terapeutiche mirate (28-42).

1. SONDA MANUALE
Punti di forza della sonda manuale
Nella pratica odontoiatrica, la sonda manuale è uno strumento importante in quanto permette di valutare la salute parodontale, misurare la profondità delle tasche gengivali in modo accurato, valutare il livello di attacco clinico edP infine individuare la presenza di eventuali recessioni gengivali (1).
L’importanza della formazione degli operatori nell’uso della sonda manuale
L’efficacia dell’utilizzo della sonda manuale dipende fortemente dal livello di formazione degli operatori: infatti, ogni professionista deve seguire determinati protocolli operativi in modo preciso e rigoroso per garantire che l’intervento possa essere condotto in modo sicuro ed efficace, minimizzando i rischi per il paziente (1).
L’uso improprio della sonda manuale può portare a potenziali rischi come: infezioni crociate, lesioni a livello dei tessuti gengivali e interpretazioni scorrette durante la raccolta dei dati. Per evitare del tutto o almeno minimizzare tali rischi è importante adottare misure preventive come rispettare le linee guida di sicurezza e utilizzare tecniche di misurazione adeguate: solo in questo modo è possibile tutelare la salute del paziente, garantendogli la massima protezione (2).
La sonda manuale deve essere usata seguendo le normative che regolano l’attività odontoiatrica: per garantire l’ottenimento di risultati affidabili è importante che gli operatori siano costantemente aggiornati sulle migliori pratiche, che seguano le tecniche diagnostiche standardizzate e che rispettino i protocolli previsti (7).
La formazione continua degli operatori è uno degli aspetti fondamentali che permette di usare efficacemente la sonda manuale: solo i professionisti più preparati ed aggiornati possono usare nel modo più sicuro ed efficace tale strumento in quanto, stando al passo con le ultime evidenze e tecniche scientifiche, possono garantire i migliori risultati terapeutici e ridurre al minimo le possibili imprecisioni (12).
L’adozione di pratiche conformi alle normative in materia di salute e sicurezza è essenziale per garantire che ogni procedura si eseguita con la massima attenzione e competenza (9).
Il consenso informato e le eventuali questioni etiche nell’uso della sonda manuale
Prima di utilizzare la sonda manuale ed eseguire la procedura, è fondamentale ottenere il consenso informato da parte del paziente che deve essere informato sul motivo che porta a dover utilizzare necessariamente la sonda, sui benefici ed i risultati attesi ed infine anche, ovviamente, sui possibili disagi e rischi. La modalità con cui avviene la comunicazione tra medico e paziente è estremamente importante: il consenso informato offre un’importante occasione durante la quale il medico non si limita solo a rispettare i diritti del paziente, ma può instaurare un vero e proprio rapporto di fiducia con lui (3).
È importante che la sonda manuale venga usata non solo rispettando le linee guida professionali, ma anche quelle etiche: infatti, durante la gestione del paziente, è importante che ogni operatore adotti un approccio etico usando lo strumento responsabilmente per evitare di causare danni ai tessuti gengivali, eseguire misurazioni sbagliate o provocare dolore nel paziente. Inoltre, gli operatori devono sempre trattare il paziente con rispetto ed attenzione, garantendone la privacy e la dignità durante ogni fase della procedura: per fare ciò è importante che la comunicazione sia chiara e trasparente e l’approccio sia improntato sul rispetto (13).
È importante che si instauri una collaborazione stretta ed un rapporto di fiducia tra il dentista e il paziente: per far ciò è bene educare il paziente circa l’importanza delle misurazioni parodontali, coinvolgendolo attivamente nel processo che garantisce il monitoraggio della sua salute orale (5).
È opportuno che gli operatori sappiano trasmette e comunicare chiaramente i risultati delle misurazioni al paziente, spiegandogli l’importanza di eventuali cambiamenti rilevati e discutendo con lui delle possibili opzioni terapeutiche affrontabili (6).
L’importanza della compilazione dei dati ottenuti dall’uso della sonda manuale
Contestualmente all’utilizzo della sonda manuale, è fondamentale documentare ed aggiornare in modo preciso ad accurato il dossier clinico del paziente: in questo modo si possono ordinare i dati, garantendone la tracciabilità e la coerenza nel tempo. Questo processo di compilazione è fondamentale per monitorare nel tempo i progressi del trattamento e fornire una base su cui appoggiarsi per pianificare eventuali terapie future (11).
L’efficacia del trattamento parodontale non dipende solo dall’ abilità dell’operatore, ma anche della sua capacità nel monitorare regolarmente le condizioni del paziente: l’operatore, infatti, non deve limitarsi a saper usare correttamente la sonda manuale ma deve essere anche in grado di creare una corretta documentazione dei risultati nel tempo per poter scegliere le migliori strategie terapeutiche da adottare. In questo modo, tale processo di documentazione e compilazione delle informazioni cliniche del paziente permette di scegliere un trattamento personalizzato e mirato (14).
Manutenzione e sterilizzazione della sonda manuale
La manutenzione della sonda manuale è importante per garantire l’ottenimento di risultati accurati, prevenire l’insorgenza di eventuali infezioni o lesioni e permettere che essa rimanga in condizioni ottimali senza che la sua precisione venga compromessa in alcun modo. Inoltre gli operatori devono seguire dei protocolli di disinfezione e sterilizzazione in modo preciso e rigoroso: al termine del suo utilizzo, ogni strumento deve essere sottoposto ad una pulizia accurata e a delle procedure di sterilizzazione (4).
La sola sterilizzazione delle sonde manuali non è sufficiente: per evitare una loro possibile contaminazione, è fondamentale che lo stoccaggio avvenga in ambienti puliti ed asciutti. Inoltre se si usano strumenti danneggiati o usurati si corre il grave rischio di provocare delle lesioni ai pazienti o commettere banali errori di misurazione in quanto l’accuratezza degli strumenti risulta compromessa. Per questo motivo è fondamentale sostituire tempestivamente le sonde compromesse al fine di garantire al paziente elevati standard di sicurezza ed affidabilità (5).
La scelta della sonda manuale più adatta per le esigenze del paziente
Per scegliere la sonda manuale più adatta al paziente bisogna valutarne le esigenze, le condizioni cliniche e le caratteristiche anatomiche: infatti, è importante che l’operatore tenga conto della situazione specifica del paziente (come età e possibili patologie), della morfologia e delle condizioni delle sue gengive e della profondità delle sue tasche parodontali. Durante questo processo di scelta si svolge quindi una vera e propria personalizzazione dell’approccio che permettere di garantire risultati accurati, riducendo al minimo il disagio per il paziente (6).
Inoltre per prevenire eventuali lesioni ed evitare di ottenere misurazioni scorrette, è importante che l’operatore, durante l’uso della sonda manuale, sia costantemente vigile ed attento per adattare in modo tempestivo la sua tecnica e la sua pressione nei confronti del tessuto gengivale del paziente: quest’ultimo, infatti, in base alle sue condizioni, può rispondere allo strumento in modo differente (8).
L’importanza della capacità degli operatori nell’identificare le complicanze derivanti dall’uso improprio della sonda manuale
Identificare le complicanze derivanti dall’uso improprio della sonda manuale: il ruolo dell’operatore.
Conoscere le eventuali complicanze derivanti da un uso improprio della sonda manuale come, ad esempio, danni ai tessuti gengivali o insorgenza di infezioni è basilare anche per giungere ad una diagnosi corretta e di conseguenza l’intervento derivante potrebbe prevenire un ulteriore peggioramento della salute parodontale del paziente (10).
L’uso della sonda manuale nella diagnosi precoce delle malattie parodontali
La sonda manuale è fondamentale non solo per misurare la profondità delle tasche parodontali, ma anche per diagnosticare precocemente la presenza di eventuali malattie parodontali: infatti, riconoscere in modo tempestivo la presenza di un’infiammazione o di un’infezione in corso può permettere di intervenire in modo più rapido ed efficace arrivando a migliorare significativamente le prospettive di guarigione del paziente nel lungo termine (1).
L’importanza dell’uso regolare della sonda manuale per monitorare la salute parodontale nel tempo e le condizioni parodontali post-intervento
Grazie all’uso regolare della sonda manuale, si può monitorare in modo continuo il livello di salute parodontale: basandosi su queste informazioni, gli operatori possono rispondere alle esigenze specifiche del paziente adattando un approccio personalizzato che tenga conto delle variazioni delle condizioni del paziente nel corso del tempo (2).
Le misurazioni periodiche permettono di determinare se il trattamento scelto abbia un’effettiva efficacia, permettendo agli operatori di modificare tempestivamente il piano terapeutico al fine di ottimizzare i risultati (3) e individuare la presenza di eventuali complicazioni che richiederebbero ulteriori interventi (15).
2. SONDA ELETTRONICA
Importanza della sonda elettronica
Negli ultimi anni, in odontoiatria, l’interesse per l’uso delle sonde elettroniche è aumentato in modo significativo in quanto esse offrono una valida alternativa rispetto alle sonde manuali tradizionali: le sonde elettroniche, infatti, permettono di effettuare delle misurazioni migliori e più coerenti del livello dell’attacco clinico (CAL) che corrisponde al gold standard per quanto riguarda la diagnosi e il livello monitoraggio delle malattie parodontali. Inoltre è stato dimostrato che, rispetto ad altri strumenti, l’introduzione di alcune sonde elettroniche come la sonda della giunzione cemento-smalto (cent- enamel junction probe, CEJ), ha mostrato vantaggi notevoli per quanto riguarda la ripetibilità e la coerenza delle misurazioni: la sonda CEJ, in particolare, riduce notevolmente le fluttuazioni delle misurazioni legate all’esperienza dei vari operatori.
Infatti, se con la stessa sonda manuale un operatore meno esperto poteva ottenere misurazioni meno precise rispetto ad un operatore più esperto, con la sonda elettronica CEJ si è visto che non c’era una grande differenza tra le misurazioni eseguite da operatori con pochi anni di esperienza e operatori con molti anni di esperienza (16).
Utilità della sonda elettronica nel monitoraggio di pazienti affetti da malattia parodontale
La sonda elettronica CEJ potrebbe essere utile per il monitoraggio continuo dei pazienti affetti da malattia parodontale: essa, infatti, permette di eseguire delle misurazioni più affidabili rispetto alla sonda manuale tradizionale e ciò è importante perché per diagnosticare la progressione di una malattia parodontale bisogna basarsi su misurazioni accurate e ripetibile del livello dell’attacco clinico (CAL). Inoltre sono state confrontate le misurazioni ottenute usando la sonda automatica (Automatic Probe, AP) e le misurazioni ottenute usando la sonda manuale (Manual Probe, MP): si è visto che le misurazioni eseguite con la sonda automatica erano molto meno variabili nel tempo e ciò suggerisce che la sonda elettronica potrebbe migliorare in modo significativo la rilevazione precoce di eventuali malattie parodontali. In particolare la sonda automatica e la sonda manuale sono state confrontate in un periodo di 6 mesi: durante questo periodo, la sonda automatica ha mostrato meno variazioni rispetto alla sonda manuale, soprattutto a livello delle zone parodontali caratterizzate da un sanguinamento frequente (17).
Utilizzo della sonda elettronica in pazienti affetti da parodontite
È bene tener presente che ulteriori studi dovrebbero coinvolgere un numero maggiore di esaminatori in grado di maneggiare le sonde: queste conclusioni potrebbero infatti derivare da un bias dovuto al coinvolgimento di un numero limitato di operatori (17). Infatti, quando le sonde manuali e le sonde elettroniche sono entrambe usate da operatori competenti, hanno mostrato di riuscire a misurare il CAL in pazienti affetti da parodontite in modo assai simile: questo suggerisce che sebbene esistano alcuni vantaggi nell’uso delle sonde elettroniche, di fatto non esistono delle differenze statisticamente significative tra le sonde manuali e le sonde elettroniche per quanto riguarda l’affidabilità complessiva delle misurazioni del CAL. Tuttavia, ciò non escluda l’efficacia delle sonde elettroniche (18).
Misurazione della profondità delle tasche parodontali da parte delle sonde elettroniche
Sono state esaminate le differenze tra le sonde manuali e le sonde elettroniche facendo riferimento a specifiche variabili cliniche come la profondità della tasca e il sanguinamento in seguito al sondaggio: in particolare, si è confrontato l’uso di una sonda manuale con l’uso una sonda elettronica calibrata a pressione su pazienti affetti da malattia parodontale: ciò ha mostrato che le tasche parodontali risultavano molto più profonde quando venivano misurate con la sonda manuale rispetto a quando venivano misurate con la sonda elettronica. Inoltre, durante le misurazioni, risulta che la sonda elettronica abbia ridotto il dolore percepito da parte dei pazienti rispetto alla sonda manuale: ciò potrebbe renderla più adatta rispetto alla sonda manuale nell’ambito clinico (19).
Velocità della sonda elettronica nell’eseguire il sondaggio parodontale
Tuttavia è bene tenere presente che le sonde manuali pare abbiano una maggiore coerenza nelle misurazioni rispetto alle sonde elettroniche, soprattutto quando si misura la profondità delle tasche a livello dei siti più superficiali: nonostante questo, la sonda elettronica ha dei vantaggi significativi per quanto riguarda la velocità in quanto permette di ridurre significativamente il tempo per completare il sondaggio parodontale rispetto alla sonda manuale (20).
Scelta della punta della sonda elettronica
Il dolore percepito dai pazienti può essere influenzato anche dal tipo di punta usata nelle sonde elettroniche: sono stati confrontati due design di punte, una punta a sfera e una punta dritta, e si è osservato che entrambi i tipi di punta hanno evocato livelli di dolorabilità simili (che sono stati quantificati in punteggi). Tuttavia la punta dritta pare fosse associata ad un minor discomfort per il paziente: ciò suggerisce che, sebbene non esistano grandi differenze nella percezione del dolore, la scelta della punta potrebbe influire sull’esperienza del paziente (21).
Sonde elettroniche: scelta e prevalenza di utilizzo
L’utilizzo delle sonde elettroniche sta diventando sempre più prevalente in ambito odontoiatrico: ciò è dovuto al fatto che esse permettono di ridurre la variabilità delle misurazioni e migliorarne l’accuratezza rispetto alle sonde manuali classiche. Tuttavia è importante che ulteriori studi esplorino le differenze tra i vari tipi di sonde elettroniche, la loro applicabilità clinica e le potenziali implicazioni per la pratica odontoiatrica (22) (fig. 2).


3. SONDA MANUALE E SONDA ELETTRONICA A CONFRONTO
Attualmente, nel mercato odontoiatrico, sono presenti due principali categorie di sonde parodontali che da un lato si distinguono per la tecnica usata nella raccolta dei dati e dall’altro hanno in comune lo stesso obiettivo, cioè valutare lo stato di salute o di malattia del tessuto parodontale. Esistono dunque le sonde parodontali manuali, prive di tecnologia elettronica, e la sonde parodontali digitali, dotate di sensori elettronici: la scelta tra questi strumenti può influenzare l’accuratezza della misurazione e, di conseguenza, la gestione clinica del paziente (26).
Paragone strutturale tra le sonde manuali e le sonde elettroniche
Pur avendo lo stesso scopo diagnostico, se si analizzano strutturalmente le sonde manuali e le sonde elettroniche si notano numerose differenze.
La struttura della sonda manuale è progettata per svolgere le prestazioni con precisione e maneggevolezza ed è costituita da sezioni prive di tecnologia elettroniche (23) (fig. 3):

- In base alle esigenze dell’operatore, la punta della sonda manuale può essere realizzata in acciaio chirurgico cioè un tipo di acciaio inossidabile di alta qualità che è biocompatibile e resistente alla corrosione oppure in materiali plastici quando sono presenti, ad esempio, degli impianti e bisogna evitare di provocare graffi a livello del colletto (23).
- La punta ha, solitamente, una forma sottile e cilindrica con un’estremità arrotondata per evitare di provocare traumi ai tessuti gengivali. Inoltre la punta presenta delle marcature millimetriche, incise o colorate, che servono per misurare la profondità delle tasche parodontali: esistono, infatti, diverse marcature come la sonda Williams (1-2-3-5-7-8-9-10 mm) oppure la sonda UNC (1-15 mm). La lunghezza della punta è variabile: generalmente è tra i 10 e i 15 mm per adattarsi a diversi usi clinici (26).
- Il collo è caratterizzato da un design con una lieve curvatura (o angolazione) tra la punta e il manico: questo ha l’obiettivo di facilitare l’accesso a tutte le superfici dentali, anche quelle posteriori (28). Il manico può avere una forma cilindrica o leggermente esagonale per migliorare la presa e prevenire lo scivolamento da parte dell’operatore ed inoltre può essere in metallo, plastica o materiale composito per ridurre il peso complessivo della sonda e migliorarne l’ergonomia (20).
Le sonde parodontali elettroniche sono progettate per essere il più ergonomiche e leggere possibile, tuttavia bisogna tenere presente che sono dotate di una strumentazione elettronica che richiede spazio e, per questo, può limitare il design. Le componenti principali di cui è composta la sonda parodontale elettronica sono illustrate nella figura 4.

La punta della sonda elettronica è realizzata in materiali biocompatibili, tra cui il titanio, e presenta marcature o indicatori elettronici per segnalare visivamente la profondità della tasca parodontale. Per garantire la massima igiene e sicurezza la punta può essere realizzata a caldo, seguendo le procedure stabilite dalle normative vigenti. A differenza della sonda manuale, il manico della sonda manuale è realizzato in plastica resistente o materiali compositi ed è progettato per contenere le componenti elettroniche e il microprocessore: in particolare, il cuore della sonda elettronica è l’unità di controllo che può essere integrata nel manico oppure separata da esso e contenuta in una console esterna. L’unità di controllo include pulsanti per la calibrazione e il controllo delle impostazioni. Infine, il quarto componente principale della sonda elettronica è la struttura che ne permette l’alimentazione: alcune sonde elettroniche funzionano con batterie ricaricabili mentre altre funzionano direttamente tramite cavo. È bene tener presente che alcune aziende propongono sul mercato un prodotto mono uso che si collega al cavo dell’alimentazione che trasmette i segnali input all’unita di controllo posta in una console esterna (26).
Sonda manuale e sonda elettronica: struttura e facilità d’uso a confronto
Le sonde parodontali manuali ed elettroniche condividono l’obiettivo di valutare la salute parodontale, ma differiscono in modo significativo per quanto riguarda le tecnologie incorporate (20). Infatti, la sonda manuale, pur essendo uno strumento efficace e ampiamente utilizzato, manca di alcune funzionalità tecnologiche avanzate presenti nella sonda elettronica.
Per quanto riguarda la sonda manuale, la forza esercitata sulla punta dipende esclusivamente dall’operatore in quanto la mancanza di sensori fa sì che non avvenga alcun controllo per quanto riguarda il grado preciso della pressione applicata: per quanto motivo se la sonda manuale viene usata da un operatore poco esperto, può provocare dei traumi a livello dei tessuti gengivali (26) (fig. 5).

La profondità delle tasche viene interpretata visivamente da parte dell’operatore, leggendo le marcature sulla punta: questo richiede un certo grado di esperienza ed un operatore poco esperto può commettere errori (26).
A differenza della sonda elettronica, la sonda manuale non ha alcuna capacità di memorizzazione o di elaborazione dati: per questo motivo, i valori devono essere annotati dall’operatore e ciò può aumentare il rischio che si commettano errori di trascrizione. L’accuratezza con cui si usa la sonda manuale dipende strettamente dall’abilità e dall’esperienza del dentista o dell’igienista in quanto la soggettività dell’applicazione della forza e dell’interpretazione delle marcature può influenzare i risultati (27).
La sonda elettronica è dotata di sensori che monitorano la forza applicata durante la procedura. Questo assicura che la pressione venga applicata in modo costante e ottimale per tutta la durata dell’operazione, riducendo il rischio di danneggiare i tessuti o di ottenere risultati imprecisi (fig. 6).

Chiaramente, questo aspetto si rivela particolarmente utile per eliminare la variabilità dovuta alla tecnica dei diversi operatori: infatti, la sonda elettronica è progettata per fornire una maggiore precisione rispetto alle sonde manuali tradizionali e per registrare i dati direttamente in modo digitale in quanto i suoi sensori garantiscono che la pressione venga esercitata in modo costante, migliorando la precisione delle misurazioni e riducendo il rischio di errori (24).
Le sonde parodontali elettroniche si basano su diverse tecnologie avanzate: per garantire che la forza applicata sia costante e controllata, per ridurre il rischio di danneggiare i tessuti e per ottenere delle misure imprecise sono inseriti nel circuito dei sensori di pressione con una sensibilità nell’ordine dei grammi. In particolare, i sensori più importanti sono i traduttori lineari: quando la sonda elettronica entra nella tasca parodontale, essi convertono il movimento meccanico in un segnale elettrico che può essere misurato e visualizzato digitalmente. Infine il microprocessore elabora i dati raccolti dai sensori per calcolare e mostrare la profondità delle tasche in tempo reale (20).Molti modelli di sonde elettroniche moderne includono la possibilità di collegarsi a un software di gestione clinica tramite Bluetooth o USB per poter eseguire la documentazione in modo più agevole: infatti, in base alla marca e al modello preso in esame, le sonde elettroniche integrano vari tipi di sensori e di tecnologie. In particolare, i sensori più utilizzati sono i sensori di pressione, i sensori ottici, i sensori capacitivi, i sensori magnetici e i sensori di posizione. Tutti questi sensori, combinati tra loro, sono in grado di monitorare la forza esercitata per garantire misurazioni uniformi e misurare la profondità delle tasche utilizzando sistemi laser o ottici con un’elevata precisione (22).
Con la sonda elettronica, i valori relativi alla profondità delle tasche parodontali sono visualizzati su uno schermo in tempo reale e ciò permette di eliminare la necessità di interpretare visivamente le marcature: la sonda elettronica può registrare automaticamente i dati rilevati e trasferirli al software di gestione clinica tramite connessioni USB o Bluetooth, organizzandoli in un grafico parodontale digitale e facilitando così il monitoraggio e la comparazione dei dati nel tempo. Le sonde elettroniche riducono la variabilità legata all’operatore, garantendo risultati più affidabili: questo è fondamentale per monitorare la progressione della malattia parodontale o per valutare l’efficacia di un trattamento. La capacità di registrare automaticamente i dati riduce il tempo speso per le annotazioni manuali e migliora la qualità della documentazione clinica (18).
Sonda manuale e sonda elettronica: costi a confronto
Il costo iniziale è nettamente diverso tra la sonda manuale e la sonda elettronica: la sonda manuale, infatti, ha un costo relativamente basso, tra i 10 e 100 euro, a seconda della qualità del materiale di cui è costituita che può essere acciaio inossidabile, titanio o plastica. Il costo relativamente basso della sonda manuale è dovuto al fatto che essa non include componenti elettronici o tecnologie avanzate: di fatto, è uno strumento semplice e tradizionale. La sonda elettronica ha invece un costo nettamente più elevato, tra i 2.000 e i 10.000 euro, a seconda del modello e delle funzionalità avanzate come la presenza di sensori di pressione o della capacità di eseguire una registrazione automatica dei dati. Di fatto, il costo elevato della sonda elettronica è motivato dalla presenza della componentistica elettronica e del software di integrazione. Inoltre, spesso, la sonda elettronica viene venduta con accessori aggiuntivi come punte intercambiabili e moduli di calibrazione (20). Per quanto riguarda i costi di mantenimento, quelli della sonda manuale sono più bassi perché richiede solo una regolare sterilizzazione che può essere eseguita insieme agli altri strumenti clinici. Inoltre la sonda manuale non necessita della riparazione o della sostituzione frequente di alcuna componente elettronica: l’unica possibile spesa aggiuntiva potrebbe essere l’eventuale sostituzione della sonda in caso di usura o danneggiamento. Invece, la sonda elettronica ha alti costi di mantenimento in quanto, per garantire l’accuratezza delle sue misurazioni, richiede una calibrazione regolare che può comportare spese tecniche o invio al produttore. In alcuni casi, è necessario sostituire o ricaricare le batterie mentre in altri casi occorre sostituire i sensori, microprocessori e/o componenti elettronici della sonda elettronica. Infine le punte sterili o intercambiabili della sonda elettronica devono essere sostituite periodicamente e ciò aumenta sensibilmente i costi (26).
4. LA SONDA PARODONTALE NELLA DIAGNOSI E NEL TRATTAMENTO PARODONTALE
Diagnosi Parodontale
La diagnosi parodontale si articola in vari passaggi: dall’anamnesi al sondaggio clinico, alle indagini radiografiche e microbiologiche ed ogni aspetto contribuisce a ottenere una valutazione accurata dello stato di salute del parodonto.
Anamnesi parodontale
Eseguire un’accurata anamnesi medica è il punto di partenza per arrivare ad una corretta diagnosi parodontale: infatti, la progressione della malattia parodontale può essere influenzata da diversi fattori sistemici come il diabete, le malattie cardiovascolari, le disfunzioni ormonali e il fumo. In particolare, durante l’anamnesi medica, è fondamentale raccogliere informazioni anche sui farmaci assunti dal paziente poiché alcuni farmaci, come gli antiipertensivi o i farmaci immunosoppressori, possono aumentare il rischio di malattia parodontale ed inoltre è bene considerare anche la storia familiare del paziente perché la genetica gioca un ruolo significativo nello sviluppo della parodontite. Dunque, è chiaro che per scegliere quale sonda parodontale utilizzare bisogna tener conto di tutte queste informazioni che è possibile reperire solo compilando accuratamente l’anamnesi del paziente (36, 38, 31, 30).
Esame clinico parodontale
L’esame clinico parodontale è eseguito con le sonde parodontali e consiste nel valutare i seguenti parametri: la profondità delle tasche parodontali, il livello di attacco clinico (Clinical Attack Level o CAL), il sanguinamento al sondaggio (Bleeding On Probing o BOP), la mobilità dentale e la recessione gengivale (28, 33).
La profondità delle tasche parodontali determina se la gengiva è sana o presenta un’infiammazione con la formazione di tasche parodontali: in particolare, queste ultime sono un segno della presenza di una malattia parodontale avanzata. Il livello di attacco clinico rappresenta il livello di attacco parodontale cioè la distanza tra il margine gengivale e la giunzione tra smalto e cemento (Cement Enamel Junction o CEJ): il livello di attacco clinico è un parametro più preciso rispetto alla profondità della tasca perché tiene conto delle variazioni del livello gengivale dovute a recessione gengivale o edema gengivale. Il sanguinamento al sondaggio, a livello gengivale, indica la presenza di infiammazione e di gengivite o parodontite: in particolare, esso è uno degli indicatori clinici più significativi della malattia parodontale. La mobilità dentale segnala la presenza di un danno parodontale avanzato e quella di grado 1, 2 o 3 è associata ad una perdita significativa di supporto osseo e può indicare la necessità di un intervento chirurgico o protesico. Infine, la recessione gengivale può indicare la perdita di attacco parodontale ed aumenta il rischio di insorgenza di carie radicolari (28, 33).
Parametri fondamentali da considerare nell’esame clinico per la diagnosi di malattia parodontale: livello di attacco clinico (CAL) e sanguinamento gengivale (BOP) al sondaggio.
Il livello di attacco clinico (Clinical Attachment Level o CAL) è un parametro fondamentale per la diagnosi e il monitoraggio della malattia parodontale perché rappresenta il livello di attacco parodontale e indica la perdita di supporto osseo e dei tessuti molli attorno al dente. La misurazione accurata del CAL richiede l’uso di sonde parodontali in quanto esse sono strumenti essenziali per determinare la distanza tra il margine gengivale e la giunzione cemento-smalto (Cement- Enamel Junction o CEJ) (28).
- Un CAL sano è generalmente pari a 1-3 mm
- Un CAL di 4-5 mm indica la presenza di una parodontite moderatamente grave
- Un CAL superiore a 6 mm segnala la presenza di una parodontite molto grave
Dunque, grazie alla precisione delle sonde parodontali, è possibile valutare con esattezza la perdita di attacco, distinguendo tra condizioni fisiologiche e patologiche, e guidare la diagnosi e il trattamento in modo efficace (28).
Il sanguinamento gengivale al sondaggio (Bleeding On Probing o BOP) è un indicatore chiave della presenza di infiammazione gengivale. L’uso della sonda parodontale è indispensabile per rilevare il BOP: in seguito al suo inserimento nella tasca parodontale (33).
La rilevazione del BOP è un segno di gengivite o parodontite e rappresenta un parametro affidabile per valutare l’entità dell’infiammazione e la risposta al trattamento. Per questo motivo, il monitoraggio regolare del BOP, eseguito con l’aiuto della sonda parodontale, è fondamentale durante il trattamento parodontale: una riduzione del BOP nel tempo è un segno positivo in quanto indica una diminuzione dell’infiammazione e di un miglioramento della salute parodontale. Quindi è chiaro che il BOP, rilevato e monitorato attraverso le sonde parodontali, non è solo uno strumento diagnostico, ma anche un indicatore chiave della guarigione post-trattamento, contribuendo a guidare i clinici nella scelta delle terapie (33).
Sonda parodontale ed esame radiografico
Le radiografie sono fondamentali per valutare la perdita ossea attorno ai denti: infatti, esse forniscono informazioni essenziali per la diagnosi e il monitoraggio delle malattie parodontali. In combinazione con le sonde parodontali, che consentono di misurare la profondità delle tasche gengivali, le radiografie, come le Bite-Wing e le Periapicali, rappresentano un metodo indispensabile per analizzare lo stato di salute dell’osso alveolare. In particolare, la perdita ossea orizzontale è caratteristica delle forme di parodontite più lievi e moderate mentre la perdita ossea verticale indica la presenza di forme di parodontite più gravi: entrambe queste forme di parodontite possono essere evidenziate sia dalla radiografie sia dalle sonde parodontali (34).
Esami microbiologici e il ruolo complementare delle sonde parodontali
I test microbiologici sono utili quando la diagnosi clinica non è chiara o quando la malattia parodontale non risponde ai trattamenti iniziali: le sonde parodontali giocano un ruolo complementare a questi esami perché permettono di identificare le aree in cui si ha un aumento della profondità delle tasche parodontali ed in cui è più probabile che si accumulino i patogeni orali responsabili della parodontite. In particolare, l’analisi microbiologica può includere tecniche come la PCR (Reazione a Catena della Polimerasi) o i test di coltura e consente di identificare batteri specifici associati alla parodontite grave, come Porphyromonas gingivalis, Tannerella forsythia, Treponema denticola e altri anaerobi. Quindi, l’associazione tra i test microbiologici e le sonde parodontali permette di agire con degli interventi terapeutici mirati nella cura delle malattie parodontali (42).
Trattamento parodontale non chirurgico e chirurgico
Il trattamento parodontale si divide in terapia chirurgica e terapia non chirurgica ed ha l’obiettivo di ridurre l’infiammazione, eliminare i fattori di rischio e migliorare la stabilità del tessuto parodontale (29, 37).
La terapia non chirurgica si concentra sulla rimozione della placca e del tartaro dalla superficie radicolare (scaling e root planing), con l’obiettivo di ridurre il carico batterico e l’infiammazione gengivale. L’uso di sonde parodontali è essenziale in questa fase per valutare la profondità delle tasche parodontali, monitorare la risposta al trattamento e individuare aree critiche che richiedono un’attenzione particolare. In particolare lo scaling e root planing consistono nella rimozione della placca e del tartaro sopra e sotto il livello gengivale. In alcuni casi può essere necessario l’uso di antibiotici e antimicrobici sistemici o locali, come la clorexidina (29, 37).
Quando la terapia non chirurgica non è sufficiente a controllare la malattia, si ricorre alla chirurgia parodontale che include la chirurgia del lembo (Flap Surgery), la rigenerazione ossea e/o l’utilizzo di innesti gengivali e connettivali:
- La chirurgia del lembo ha il fine di esporre il sito infetto e rimuovere il tessuto infetto e il tartaro profondo (40).
- La rigenerazione ossea può essere effettuata in caso sia avvenuta una perdita ossea significativa (32).
- Gli innesti gengivali e connettivali possono essere effettuati in caso di recessione gengivale severa, per ricostituire il tessuto gengivale e alzare l’attacco epiteliale, previa decontaminazione e bonifica del sito (41).
Il trattamento parodontale non termina con l’intervento chirurgico o non chirurgico: una volta che il tessuto parodontale è guarito, è necessario monitorare regolarmente lo stato di salute del tessuto per evitare la recidiva della malattia parodontale (35).
5. CASI E STUDI CLINICI
Valutazione clinica sull’efficacia della sonda elettronica a forza controllata (Forced Probe o FP), della sonda manuale a forza controllata (Controlled Probe o CP) e della sonda convenzionale (Standard Probe o SP)
Uno studio ha confrontato le misurazioni della profondità delle tasche parodontali effettuate con tre diverse sonde: la sonda elettronica a forza controllata (Forced Probe o FP), la sonda manuale a forza controllata (Controlled Probe o CP) e la sonda convenzionale (Standard Probe o SP). Sono state confrontate le misurazioni effettuate dalla FP e dalla CP e le misurazioni effettuate dalla FP e dalla SP: si è visto che, in media, c’erano delle differenze significative. In particolare, è risultato che la sonda elettronica a forza controllata (FP) era meno precisa rispetto alle sonde manuali (CP e SP) nel registrare la profondità delle tasche parodontali entro un margine di errore di ±1 mm: in altre parole, un numero minore di misurazioni effettuate con FP rientrava nel limite di precisione richiesto (1 mm di differenza), indicando che le sonde manuali (CP e SP) tendono a fornire risultati più consistenti e affidabili per valutare le tasche parodontali (43).
Limiti di utilizzo
Uno studio ha confrontato l’accuratezza di registrazione di tre sonde parodontali: una manuale e due computerizzate sensibili alla pressione. In particolare, le profondità delle tasche parodontali sono state misurate a livello di tutti i denti, ad eccezione dei terzi molari, utilizzando le tre sonde in un’unica seduta: da ciò è emerso che tutte le sonde mostravano deviazioni standard più elevate con l’aumentare della profondità, il che suggerisce una diminuzione della riproducibilità nelle misurazioni della profondità di sondaggio. In conclusione, i dati indicano che la sonda elettronica sensibile alla pressione offre misurazioni della profondità di sondaggio più affidabili rispetto alla sonda manuale convenzionale, specialmente in tasche parodontali più profonde (44).
Conclusioni degli esperti
Da molteplici studi eseguiti si evince che la sonda elettronica ha un ruolo significativo nella terapia parodontale di supporto, grazie alla sua capacità di fornire misurazioni più precise e affidabili rispetto alla sonda manuale. In particolare, è stata evidenziata l’importanza della sonda manuale standard, che rimane fondamentale per la valutazione di situazioni in cui i valori misurati possono risultare ambigui o quando si affrontano tasche parodontali più profonde: l’uso della sonda manuale è cruciale per confermare e rivedere le misurazioni in contesti clinici complessi (19).
Si ricorda inoltre che le sonde, pur essendo strumenti utili in molte applicazioni, presentano effettivamente alcune limitazioni significative, tra cui l’assenza di una sensazione tattile. La pressione esercitata dalla sonda, la forma della punta e le varie modalità di lettura possono introdurre variabilità nei risultati, rendendo difficile ottenere misurazioni precise e consistenti. Ad esempio, una misurazione imprecisa potrebbe portare a una diagnosi errata o a una scelta inadeguata del trattamento, influenzando così il decorso della terapia stessa. È quindi fondamentale considerare queste variabili e cercare di minimizzare gli errori per garantire risultati più affidabili e accurati (45, 16).
Inoltre l’uso di una sonda elettronica può non solo migliorare la precisione delle misurazioni, ma anche influenzare l’esperienza del dolore riportata dai pazienti. La sonda elettronica potrebbe offrire un approccio più delicato o meno invasivo rispetto alla sonda manuale standard, portando a una minore percezione del dolore (45, 16).
In conclusione, negli ultimi anni, la ricerca nel campo della parodontologia ha messo in evidenza le differenze significative tra le sonde manuali e le sonde elettroniche. Gli studi clinici hanno dimostrato che le sonde manuali, sebbene siano strumenti tradizionali, offrono vantaggi in termini di sensibilità e di percezione delle variazioni nel sondaggio delle tasche parodontali. Questi strumenti possono anche integrare funzionalità come la registrazione automatica delle misurazioni e la possibilità di generare rapporti clinici, facilitando così il monitoraggio nel tempo. Quindi, è essenziale comprendere non solo l’efficacia delle sonde elettroniche rispetto a quelle manuali, ma anche i potenziali benefici clinici per i pazienti, inclusi la riduzione del dolore, un miglior comfort durante le procedure e una diagnosi più tempestiva delle condizioni parodontali (45, 16).
Sondaggio parodontale e tecniche innovative
Per arrivare ad una corretta diagnosi, si possono associare alcune tecniche innovative al sondaggio parodontale come la sonda ecografica, la tomografia computerizzata (CBCT), la tomografia a coerenza ottica (OCT), la spettroscopia ottica e l’analisi del proteosoma (46-51).
Sonda ecografica
La sonda ecografica rappresenta un’innovazione significativa nel campo della diagnostica parodontale, in quanto presenta una serie di caratteristiche che la rendono utile per esaminare le aree particolarmente difficili da raggiungere nel cavo orale, soprattutto a livello degli spazi interdentali (46).
La sonda ecografica è costituita da un trasduttore, una punta ed un sistema di irrigazione. Il trasduttore ha un diametro di 2 mm e permette di focalizzare l’energia ultrasonica su aree molto piccole, aumentando l’efficacia dell’ecografia in spazi ristretti. La punta è cava e a forma di imbuto, in modo da ospitare il trasduttore: inoltre, è dotata di un accoppiatore convergente-divergente che ottimizza la trasmissione delle onde ultrasoniche. Il sistema di irrigazione permette di svuotare la linea dell’acqua attorno al trasduttore, in modo da mantenere l’area di lavoro pulita e ridurre il rischio di infezioni: questo permette, inoltre, di migliorare la visibilità durante l’esame. Queste caratteristiche rendono la sonda ecografica uno strumento in grado di permettere ai medici di diagnosticare e monitore le malattie parodontali in modo più accurato e meno invasivo rispetto ai metodi tradizionali (46).
Tomografia Computerizzata Cone Beam (Cone Beam Computed Tomography, CBCT)
Recentemente, la CBCT dentale è stata introdotta in parodontologia, dimostrando un’elevata accuratezza diagnostica nel rilevamento e nella quantificazione dei difetti parodontali. Questo strumento offre una visione più approfondita e dettagliata dell’architettura parodontale rispetto alle tecniche radiografiche convenzionali, rappresentando una valida alternativa per valutare le condizioni dell’osso parodontale e monitorarne i cambiamenti nel tempo. In combinazione con le sonde parodontali, la CBCT consente una diagnosi ancora più precisa: mentre la sonda rileva parametri clinici fondamentali come la profondità delle tasche parodontali e il livello di attacco clinico (CAL), la CBCT integra queste informazioni con un’analisi tridimensionale dell’osso alveolare. Questa sinergia tra le due tecnologie migliora la capacità di identificare e trattare le malattie parodontali in modo più efficace e personalizzato (47, 48).
Tomografia a coerenza ottica (Optical Coherence Tomography, OCT)
L’OCT rappresenta un significativo avanzamento rispetto ai metodi di sondaggio tradizionali, offrendo un approccio non invasivo per la valutazione delle condizioni tissutali in ambito odontoiatrico. In parodontologia, l’OCT permette di misurare con precisione le dimensioni e le caratteristiche morfologiche dei tessuti, fornendo informazioni dettagliate sul livello di attacco parodontale e sulle condizioni dei tessuti molli. Sebbene le sonde parodontali restino strumenti fondamentali per rilevare parametri clinici come la profondità delle tasche e il sanguinamento al sondaggio, l’OCT integra queste misurazioni con una visualizzazione avanzata e tridimensionale della struttura tissutale. Questa combinazione migliora la capacità diagnostica e il monitoraggio delle malattie parodontali, consentendo un trattamento più mirato ed efficace (49).
Spettroscopia infrarossa (o spettroscopia IR)
La spettroscopia infrarossa (o spettroscopia IR) analizza le vibrazioni dei legami chimici nelle molecole, fornendo uno spettro unico che rappresenta una vera e propria impronta molecolare di un determinato tipo di tessuto. In ambito parodontale, questa tecnologia può integrare l’uso delle sonde parodontali tradizionali offrendo un approccio complementare per il monitoraggio delle malattie. Mentre le sonde parodontali misurano parametri clinici come la profondità delle tasche e il livello di attacco clinico, la spettroscopia IR permette di rilevare variazioni molecolari nei tessuti colpiti da processi patologici. Questa combinazione consente una diagnosi più dettagliata e un monitoraggio accurato delle condizioni parodontali, supportando i clinici nella pianificazione di trattamenti personalizzati (50).
Analisi del proteoma
La comprensione del proteoma salivare umano è cruciale per identificare biomarcatori associati ai processi fisiologici e patologici della salute orale. Questi biomarcatori, specificamente correlati all’infiammazione, alla degradazione del collagene e al turnover osseo, rappresentano le tre caratteristiche principali della malattia parodontale. Le sonde parodontali, tradizionalmente utilizzate per misurare parametri clinici come la profondità delle tasche parodontali o il livello di attacco clinico, possono integrare i risultati delle analisi proteomiche. Attraverso la combinazione di tecniche cliniche e molecolari, come le sonde e i test basati sui biomarcatori salivari, è possibile ottenere una diagnosi più accurata e personalizzata, migliorando il monitoraggio della progressione e la risposta ai trattamenti nelle malattie parodontali (51).
Quindi si riesce a mantenere nel tempo lo stato di salute del tessuto parodontale grazie all’effettuazione di controlli periodici che consistono nel monitoraggio della profondità delle tasche parodontali, del CAL e del BOP grazie all’uso delle sonde parodontali.
CONCLUSIONE
L’utilizzo della sonda manuale rappresenta una pratica indispensabile nella gestione della salute orale, richiedendo competenze tecniche, attenzione etica e rispetto delle normative professionali. La formazione continua degli operatori, l’adozione di protocolli rigorosi e un rapporto trasparente con il paziente sono elementi fondamentali per garantire interventi sicuri ed efficaci. Attraverso l’uso regolare e appropriato della sonda manuale, è possibile migliorare la diagnosi precoce delle malattie parodontali, personalizzare i trattamenti e monitorare costantemente la salute parodontale, contribuendo al benessere complessivo del paziente (1-15).
Le sonde elettroniche rappresentano un importante passo avanti nella diagnostica e nel monitoraggio parodontale, grazie alla loro precisione, velocità e capacità di ridurre il disagio percepito dai pazienti. Sebbene alcune differenze rispetto alle sonde manuali non siano sempre statisticamente significative, l’introduzione di queste tecnologie ha contribuito a migliorare la coerenza e l’affidabilità delle misurazioni cliniche. Tuttavia, per sfruttarne appieno il potenziale, è fondamentale continuare a condurre studi approfonditi, migliorare il design e formare operatori competenti, garantendo così standard elevati nella pratica odontoiatrica moderna (16-22).
Il confronto tra sonde manuali ed elettroniche evidenzia i punti di forza e le limitazioni di ciascuna tipologia. Le sonde manuali offrono semplicità, economicità e affidabilità, se utilizzate da operatori esperti, mentre le sonde elettroniche garantiscono maggiore precisione, ridotta variabilità tra operatori e un’integrazione tecnologica avanzata, sebbene a costi più elevati e con maggiore manutenzione. La scelta tra questi strumenti dipende quindi dalle esigenze cliniche, dall’esperienza del professionista e dalle risorse disponibili, con entrambe le opzioni che rimangono valide per il monitoraggio della salute parodontale (23-30).
La gestione delle malattie parodontali richiede un approccio integrato che parta da un’anamnesi approfondita e un’accurata diagnosi clinica, supportata da strumenti essenziali come le sonde parodontali e le indagini radiografiche. Il trattamento, sia esso non chirurgico o chirurgico, deve essere personalizzato in base alla gravità della malattia e costantemente monitorato per garantire la stabilità e la salute del parodonto nel tempo. Infine, l’educazione del paziente e il monitoraggio regolare rappresentano pilastri fondamentali per prevenire recidive e mantenere i risultati ottenuti, sottolineando l’importanza di una collaborazione efficace tra medico e paziente (28-42). È fondamentale educare il paziente circa l’importanza dell’igiene orale per quanto riguarda la prevenzione di malattie del cavo orale. (39).
L’analisi comparativa delle sonde manuali ed elettroniche e l’integrazione di tecniche diagnostiche innovative hanno evidenziato come l’approccio multidisciplinare possa migliorare significativamente la diagnosi e il trattamento delle malattie parodontali. Le sonde manuali continuano a rappresentare un riferimento per la loro sensibilità tattile, mentre le sonde elettroniche offrono vantaggi in termini di precisione e comfort per il paziente. Parallelamente, strumenti come la CBCT, l’OCT e la spettroscopia infrarossa ampliano le possibilità diagnostiche, consentendo una valutazione più completa e personalizzata delle condizioni parodontali. Questo progresso tecnologico promette di migliorare non solo l’accuratezza delle diagnosi, ma anche l’efficacia dei trattamenti, garantendo un approccio sempre più mirato e basato sull’evidenza scientifica (43-51).









