Gli abstract dei poster vincitori del XXXII Congresso Nazionale AIDI

Gli abstract dei poster vincitori

Marcatori salivari di stress ossidativo pre e post trattamento parodontale non chirurgico e terapia con ozono gassoso: uno studio randomizzato controllato

Ferrara E.1,2, Dolci M.1, Stoica S. A.1, Valentini G.1, D’Agostino S.1,3
1 Dipartimento di Scienze Mediche Orali e Biotecnologiche, Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Chieti.
2 UnitàOperativa Complessa di Odontostomatologia, Ospedale S.S. Annunziata, Chieti.
3 Dipartimento Interdisciplinare di Medicina, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Bari.
Introduzione: Le ormai note e numerose attività benefiche dell’ozono sulla salute orale sono documentate da vari studi clinici (proprietà antimicrobiche, disinfettanti, biostimolante, ecc.). Lo scopo di questo studio era di determinare gli effetti della terapia con ozono gassoso sullo stress ossidativo in pazienti con parodontite moderata (stadio II e III). 

Materiali e metodi: È stato condotto uno studio clinico randomizzato controllato a singolo cieco con follow-up a 3 mesi, arruolando 87 pazienti e suddividendoli in due gruppi:

  • Gruppo Test (n = 43), che ha ricevuto un trattamento parodontale standard in associazione ad ozonoterapia gassosa;
  • Gruppo Controllo (n = 44), che ha ricevuto esclusivamente terapia parodontale convenzionale. 

I parametri presi in considerazione e registrati sono stati profondità di sondaggio (PPD), indice di placca (PI), sanguinamento al sondaggio (BOP); sono stati inoltre misurati i livelli salivari di GSH (glutatione), 8-OHdG (8-idrossiguanosina), TOS (stato ossidativo totale), NO (ossido nitrico), MDA (malondialdeide), TAS (stato anti-ossidativo totale), al T0 = tempo basale e a T1= a tre mesi. È stata quindi eseguita un’analisi statistica, mediante test a due code di Mann Whitney, che valuta le differenze significative nei parametri di stress ossidativo tra i vari livelli del trattamento, e l’analisi di correlazione di Spearman, al fine di valutare l’associazione tra i parametri dello stress ossidativo e quelli parodontali. Il risultato della correlazione è stato esaminato sulla base di un valore α = 0.05.

Risultati: Si sono riscontrate correlazioni significative tra tutte le coppie di variabili. L’attività sierica di TOS e le concentrazioni di MDA erano comparabili tra i gruppi di studio al T0 (p < 0.05). Un significativo aumento dei livelli di GSH e una altrettanta significativa riduzione dei parametri parodontali e dello stress ossidativo sono stati registrati al T1, mentre si è riscontrata una diminuzione nella concentrazione di TOS statisticamente significativa nel gruppo test rispetto al gruppo controllo.

Conclusioni: Si può concludere che l’integrazione a breve termine con l’ozonoterapia può attenuare lo stress ossidativo salivare nei pazienti con parodontite moderata.

Sindrome Kabuki e approccio dell’igienista dentale

Serra Gloria1, Rossini Michela2, Azzi Lorenzo3, Gangale Martina1
1 Igienista Dentale
2 Igienista dentale coordinatore della didattica di tirocinio CLID Varese
3 Odontoiatra specialista in patologia orale, ricercatore
4 Igienista dentale, psicologa clinica, CLID Varese

Scopo del lavoro: Condurre uno studio osservazionale su un campione di soggetti affetti da SK per valutare: stato di salute orale, necessità di cura, collaborazione, approccio clinico e relazionale dell’Igienista Dentale con il soggetto e il caregiver.

Materiali e metodi: Lo studio è stato diviso in due parti. La prima attraverso la somministrazione di un questionario online con un totale di 32 item sull’igiene del paziente, dei genitori e le modalità comunicative ad un numero totale di 13 soggetti di età compresa tra 2 e 26 anni. La seconda parte, condotta nell’Ospedale Sant’Anna di Como, prendendo approfondendo lo studio di due casi clinici. Gli indici clinici rilevati sono: PI, DMFT, GI, livello di collaborazione. Lo studio è conforme alla Dichiarazione di Helsinki del 1975 ed è stato ottenuto il consenso informato dai partecipanti.

Risultati: All’interno dello studio è emerso che i soggetti portatori di SK, a causa della loro poca manualità, delle difficoltà cognitive e motorie, hanno un rischio elevato di contrarre carie, gengiviti e parodontiti. I valori clinici hanno riportato: Plaque Index medio: 35%, DMFT medio: 0, GI medio: 30%. La maggior parte dei soggetti ha bisogno dell’aiuto di un caregiver per effettuare una corretta igiene orale effettuandole una volta al giorno. 

Conclusioni: Sulla base dei dati ottenuti può essere confermata l’ipotesi che i pazienti con SK sono maggiormente esposti al rischio di carie e problemi gengivali. Il compito dell’igienista dentale è di applicare specifici protocolli personalizzati di igiene orale valorizzando il contributo fondamentale del caregiver. Il confronto costante con i caregiver e le relazioni interprofessionali sono fondamentali per una corretta presa in carico del caso clinico.

Trial clinico randomizzato di non inferiorità del potenziale antiplacca di un collutorio contenente una formulazione di acidi grassi

S. Altamura, A. Barone, F. Dionisi, R. Di Paolo, M. Lussoso, R. Viscogliosi, G.Zelli, D. Pietropaoli
CdS in Igiene Dentale – Università degli Studi dell’Aquila
Dipartimento di Medicina Clinica Sanità Pubblica Scienze della Vita e dell’Ambiente

Introduzione: La placca è un biofilm batterico ad alta aderenza che si deposita sulle superfici della cavità orale che se non disorganizzata , può diventare la causa di patologie parodontali e cariose.  Oltre alle manovre meccaniche, l’evidenza scientifica pone particolare enfasi sull’utilizzo di ausili chimici per il mantenimento dell’eubiosi orale.  Collutori a base di fluoro sono utilizzati routinariamente per il controllo chimico della placca dentale ma nuovi prodotti con formulazioni a base di miscele di gruppi acidi grassi (FAG) sono oggi in commercio e necessitano di prove di efficacia.  Evidenze scientifiche indicano che i composti FAG hanno la peculiare caratteristica di disgregare il biofilm batterico con efficacia. A tal riguardo però, al meglio delle nostre conoscenze, non esistono prove cliniche di non inferiorità di collutori a base di FAG rispetto a quelli a base di fluoro. Dunque, lo scopo del presente studio era investigare l’efficacia nel controllo chimico della placca fra uso di collutorio a base di fluoro amminico rispetto a quello con FAG.

Materiali e Metodi: 16 volontari sani, con almeno 20 denti naturali e senza protesi dentarie, di età compresa fra 18-25 anni, con gengivite placca-dipendente indotta attraverso l’astensione alle manovre di igiene orale quotidiana per 14 giorni nei quadranti 3 e 4 (population), sono stati visitati per valutare gli indice di placca e di sanguinamento al basale e casualmente assegnati (block randomization) all’utilizzo per 14 giorni (2/die/10ml/60”) di collutorio a base di FAG (intervention); o all’utilizzo per 14 giorni (2/die/10ml/60”) di collutorio con fluoro amminico (control). Al termine dello studio gli indici di placca e di sanguinamento sono stato rivalutati (outcome). Alla fine della sperimentazione, tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una seduta di igiene orale professionale e fluoroprofilassi per ripristinare le condizioni dei tessuti orali. Un software statistico è stato utilizzato per generare le tabelle di randomizzazione, per generare i grafici e per la statistica inferenziale. Il presente studio clinico randomizzato di non inferiorità è stato approvato dall’IRB UNIVAQ e registrato su ClinicalTrials.gov (NCT04977778). 

Risultati: 7 pazienti (3M/4F) sono stati allocati al braccio di trattamento con FAG (OralLife, Again Life srl, Schio (VI), Lot.16221) ed i restanti 9 (5M/4F) al braccio di trattamento di controllo con collutorio al fluoro amminico/stannoso  (Meridol, Colgate-Palmolive, Swidnica Lot.1/02). Al basale i gruppi non differivano per indice di placca (Δ=0.15, p>.05) e di sanguinamento (Δ=9,1%, p>.05), i 14 gg di astensione alle manovre di igiene orale domiciliare nei quadranti Q3 e Q4 ha garantito l’instaurarsi di una gengivite placca-dipendente nei due gruppi. L’indice di sanguinamento, dopo la gengivite indotta, si riduceva del 3.3% (p= 0.698) negli utilizzatori del collutorio al FAG e del 4.3% (p=0.158) nei controlli.  L’indice di placca invece, si riduceva dello 0.14% (p=0487) nel gruppo FAG e dello 0.1% nel gruppo fluoro (p=0.737). Nei confronti fra i trattamenti non erano apprezzabili differenze statisticamente significative fra il collutorio al FAG e quello al fluoro in termini di indici di placca e di sanguinamento.

Conclusioni: Il collutorio al FAG si è dimostrato non inferiore in termini di riduzione degli indici di placca e di sanguinamento nel corso di gengivite indotta rispetto al collutorio contenente fluoro amminico e stannoso. Ulteriori studi di validazione clinica sono necessari per confermare questi risultati.