Come sopravvivere agli ambienti tossici

ambienti tossici

Provare benessere sul luogo di lavoro è fondamentale per molteplici motivi: appassionarsi alle attività, costruire una buona leadership, implementare positivamente lo sviluppo del gruppo con un efficace lavoro di squadra, motivarsi alla crescita, spingere la propria carriera a un livello più alto. L’igienista dentale non è scevro da queste dinamiche e un alto livello di benessere produce un significativo effetto sulla qualità delle cure offerte al paziente. Tuttavia può succedere che all’interno dell’ambiente si creino situazioni per cui gli equilibri cambino, alcune condizioni si modifichino e gradualmente, quasi senza accorgersene, tale benessere venga compromesso. L’ambiente di lavoro può diventare difficile, a tratti pesante, mettendo in discussione anche la capacità del lavoratore di far fronte alle richieste provenienti dall’esterno a causa di ridotte risorse disponibili. L’igienista inizia a sperimentare anche emozioni faticose come rabbia, tristezza, paura; emozioni distruttive che, se provate a lungo termine, rendono ulteriormente greve il setting. Esistono una serie di consigli per riconoscere l’ambiente tossico ed evitare le conseguenze negative che comporta.

Generalmente un ambiente di lavoro inquinato possiede le sei caratteristiche seguenti.

  • Tensione cronica.
  • Mobbing e bullismo.
  • Mancato riconoscimento delle competenze.
  • Scarso ascolto e comprensione reciproca.
  • Assenza di autonomia.
  • Confusione di ruoli e mansioni.

Tali contesti si distinguono per una leadership aziendale assente, che qualora intervenisse si mostra eccessivamente autoritaria negando il confronto e la crescita. Il setting è contrassegnato da insicurezza, i rapporti con i colleghi si tendono o vengono proibiti, ma se coltivati si caratterizzano per sfiducia e diffidenza, talvolta anche svalutazione e animosità. Tutto ciò non giova al ciclo produttivo dello studio dentistico, che porta l’igienista a rallentare i ritmi poiché demotivato e incerto. È possibile che l’igienista sviluppi ansia, sia portato ad assentarsi o cercare un’altra posizione lavorativa poiché poco coinvolto. Il livello elevato di stress impatta anche sulla qualità della vita, portando conseguenze che non si confinano solamente al contesto lavorativo, ma possono interessare anche la vita privata, le relazioni affettive in ambito familiare e di coppia, attivando un processo a catena negativo. Questo continuo sentimento di disagio e pressione legato agli ambienti tossici sviluppa due possibili conseguenze importanti sul piano della salute psicologica: la sindrome da burnout o la depressione.

Burnout e depressione 

Nel 2021 uno studio dell’Università dell’Australia del Sud ha mostrato come le persone impiegate a tempo pieno in luoghi di lavoro tossici possiedono un rischio 3 volte superiore rispetto agli altri lavoratori di ricevere una diagnosi di depressione.

Gli ambienti tossici impediscono la crescita, interrompono l’esplorazione di nuove prospettive e bloccano salti di livello, impattano negativamente anche sulla salute dell’individuo tanto da farlo ammalare. Tale processo può essere talmente lento per cui il lavoratore non accusa immediatamente il malessere, ma quando questo si manifesta in modo consapevole appare con tutta la sua forza, come nella sindrome da burnout che in inglese significa proprio “bruciato a fuoco lento”.

Per tali ragioni è fondamentale non attendere che la situazione diventi insostenibile, poiché una reazione tardiva può essere difficoltosa per la mancanza di risorse interne disponibili.

Come sopravvivere in ambienti
di lavoro tossici? 

Non vi sono dei “protocolli” standardizzati per non soccombere in ambienti di lavoro tossici, ma è possibile seguire qualche consiglio per evitare che la situazione degeneri. Vediamone alcuni.

Mantenere la calma: aiuta a preservare il pensiero lucido, evitare gli automatismi comportamentali o agire di impulso, spesso compromettendo sia le relazioni sia le prestazioni lavorative.

Avere fiducia in se stessi: permette di comunicare con assertività, quindi senza passività né aggressività per affermare le proprie idee e punti di vista.

Ricaricarsi: prendere del tempo per se stessi aiuta a rilassarsi, recuperare le energie e attivarsi positivamente verso scopi che hanno importanza.

Mantenere la routine: la gestione dello stress diventa difficoltosa se il ritmo sonno-veglia è alterato o insufficiente. Riservarsi almeno qualche minuto al giorno di meditazione aiuta corpo e mente.

Coltivare la rete di supporto: i lavoratori stressati spesso hanno come unico fulcro la professione su cui ruotano poi tutti gli altri impegni, per cui spesso tendono a isolarsi perché letteralmente consumati. Condividere le proprie preoccupazioni e circondarsi di persone positive aiuta a contrastare lo stress.

Accettare ma non rassegnarsi: accettare dei piccoli compromessi è sintomo di buona intelligenza, ma ciò non significa doversi passivizzare necessariamente a ogni condizione proposta. Essere consapevoli del proprio valore aiuta a restituire fiducia nel cambiamento all’interno dell’azienda, o se questo non è possibile, cercando qualcosa di meglio all’esterno.

L’attività dell’igienista dentale richiede uno sforzo fisico discreto ma soprattutto una grande dose di attenzione e concentrazione. È un’attività che genera importanti soddisfazioni soprattutto nella relazione con i pazienti e grazie al feedback dei collaboratori che riconoscono l’impegno e i risultati raggiunti.  

Gli ambienti di lavoro tossico minano il benessere sul lavoro e la performance dell’igienista detale, che deve valutare attentamente come reagire a queste pressioni. Daniel Goleman, psicologo di fama mondiale, e Tenzin Gyatso, quattordicesimo Dalai Lama, asseriscono che rabbia, desiderio e illusione sono “veleni della mente” e solo liberandoci da essi è possibile raggiungere la felicità.

Bibliografia

1. Zadow AJ, Dollard MF, Dormann C et al. Predicting new major depression symptoms from long working hours, psychosocial safety climate and work engagement: a population-based cohort study. BMJ Open 2021;11:e044133. doi: 10.1136/bmjopen-2020-044133.
2. Gangale M, Ghianda L. Comunicazione emozionale in odontoiatria. Milano: Quintessenza, 2020.
3. Dailai Lama, Goleman D. Emozioni distruttive. Milano: Mondadori Editore; 2003.