Promozione della salute, presa in carico della cronicità e delle non autosufficienze, sono questi gli obiettivi da perseguire attraverso la valorizzazione delle risorse umane del S.S.N. e l’integrazione multidisciplinare delle professioni sanitarie, al fine di favorire i processi di nuova organizzazione dei servizi sanitari regionali, la riorganizzazione della rete ospedaliera, i servizi territoriali e le relative forme di integrazione.
Il Patto per la Salute 2014/2016, al riguardo nell’art. 5 al punto 15, esplicita quanto segue:
“Per un efficientamento del settore delle cure primarie, si conviene che è importante una ridefinizione dei ruoli, delle competenze e delle relazioni professionali con una visione che assegna a ogni professionista responsabilità individuali e di equipe su compiti, funzioni e obiettivi, abbandonando una logica gerarchica per perseguire una logica di governance responsabile dei professionisti coinvolti prevedendo sia azioni normativo/contrattuali che percorsi formativi a sostegno di tale obiettivo”.
Il Ministero della Salute, di concerto con gli altri Ministeri, ha convenuto che, per fornire ai cittadini prestazioni sanitarie sempre più efficaci ed efficienti, non solo in ospedale ma soprattutto nel territorio, sia necessario implementare le competenze degli infermieri e delle altre professioni sanitarie al fine di avviare una profonda innovazione dell’organizzazione del lavoro in una sanità che funzioni.
Con il varo della Legge di stabilità 2015 nel comma 566 trova applicazione quanto espresso, ovvero: “Ferme restando le competenze dei laureati in medicina e chirurgia in materia di atti complessi e specialistici di prevenzione, diagnosi, cura e terapia, con accordo tra Governo e regioni, previa concertazione con le rappresentanze scientifiche, professionali e sindacali dei profili sanitari interessati, sono definiti i ruoli, le competenze, le relazioni professionali e le responsabilità individuali e di équipe su compiti, funzioni e obiettivi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione, anche attraverso percorsi formativi complementari. Dall’attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
Un processo riformatore così profondo ha bisogno di una norma che, nel delineare quella che potrebbe essere la riserva di competenza della professione medica, indichi la metodologia con la quale le competenze delle professioni sanitarie infermieristiche-ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione possano/debbano essere implementate. L’obiettivo, per essere raggiunto, non può comunque prescindere dalla formazione complementare post lauream. In tal senso la concretizzazione della posizione di “professionista specialista” di tali profili è sancito dall’articolo 6 della legge 43/06.
La lettura attenta di quanto sopra esposto richiama le finalità dell’AIDI con l’incessante attività di formazione diretta alla crescita professionale e scientifica dell’igienista dentale, finalizzata al conseguimento e alla continua implementazione di conoscenze e professionalità, elementi essenziali per l’assunzione delle responsabilità che derivano dall’attuazione di pratiche professionali adeguate al contesto sociale, territoriale e clinico.