Sappiamo come un’adeguata alimentazione migliori la salute generale e una buona salute generale può contribuire a un più alto grado di salute orale. La dieta, quindi, deve assicurare al nostro organismo, oltre alle proteine, i grassi, i carboidrati e l’energia da essi apportata, anche altri nutrienti indispensabili, quali l’acqua, le vitamine e i minerali.
L’organismo umano talvolta non è in grado di sintetizzare determinate molecole essenziali per il ricambio tissutale fisiologico. Carenze alimentari o forme di alimentazione errate possono compromettere il corretto turn-over cellulare, debilitare le difese immunitarie, alterare l’omeostasi del corpo umano. Tra le vitamine una che ha sicuramente un ruolo fondamentale è la vitamina C (Acido ascorbico), detta anche vitamina antiscorbuto.
La vitamina C è una vitamina essenziale per il nostro organismo: è un potente antiossidante, è importante per il corretto funzionamento del sistema immunitario e la sintesi di collagene nell’organismo. Ricordiamo che il collagene è il costituente primario di vasi sanguigni, pelle, muscoli, ossa, articolazioni e legamento parodontale, fornisce le proprietà elastiche e di resistenza a vari organi e tessuti del nostro corpo. È una proteina essenziale per la riparazione e la guarigione di quasi tutti i tessuti del corpo. Il 75% della nostra pelle è fatta di collagene. Il 30% del nostro corpo è collagene. L’uomo non può creare collagene senza la vitamina C, ed una sua carenza può portare ad una debolezza dei tessuti.
La vitamina C, quindi, ha un ruolo rilevante nella rimarginazione delle ferite e delle ustioni perché facilita la formazione del tessuto connettivo della cicatrice, aumenta la resistenza dell’organismo, rafforza la funzione dei fagociti, aumenta la produzione di anticorpi, stimola la sintesi di interferone, la biosintesi della carnitina, distrugge i radicali liberi, partecipa ai processi di respirazione cellulare, interviene nello sviluppo dei fibroblasti, nella sintesi del collagene, favorisce l’assorbimento del ferro incrementando il tasso di emoglobina. Inoltre, contrasta gli effetti tossici della nicotina, delle radiazioni ionizzanti, inattiva le tossine batteriche, interviene nel trasporto dell’ossigeno e degli elettroni, indispensabile per le attività vitali di tutte le cellule, e per la produzione di energia soprattutto muscolare; previene l’accumulo di istamina (responsabile di allergie), modula le prostaglandine (mediatori dei processi infiammatori), previene la degenerazione cellulare (fra cui il processo di invecchiamento) eccetera. È solubile in acqua, poco in alcol. In soluzione acquosa rapidamente si ossida in presenza di metalli, alcali, luce, ossigeno. È necessario un rifornimento continuo, infatti il corpo umano non è capace di sintetizzarla.
Le fonti naturali di Vitamina C
La fonte naturalmente più ricca di vitamina C è rappresentata dal frutto della pianta australiana conosciuta come Terminalia ferdinandiana, comunemente noto come prugne Kakadu. Tali frutti vengono utilizzati dagli Aborigeni australiani da decine di migliaia di anni e hanno guadagnato molta popolarità dopo i risultati sul loro contenuto di vitamina C. La prugna Kakadu può contenere fino a 5300 mg di acido ascorbico per 100 g di prodotto. In media ne contiene 3000 mg.
Al secondo posto troviamo il frutto di camu-camu (Myrciaria dubia), un arbusto sempreverde dell’Amazzonia coltivato proprio per via dei suoi frutti ricchi di vitamina C, che ammonta circa a 2800 mg/100 g. La Myrciaria dubia produce un frutto di 2 cm di diametro di color rosso ciliegia dal peso massimo di 15 grammi. Il sapore del frutto è molto aspro per l’alta percentuale di acido ascorbico e citrico.
Al terzo posto abbiamo un frutto che solo negli ultimi anni ha cominciato a diffondersi anche in Europa, l’acerola, che possiede all’incirca 1600 mg di acido ascorbico per 100 g di prodotto.
Sfortunatamente questi tipi di frutti non sono molto facili da reperire qui in Italia, ma la vitamina C è presente in molti cibi facilmente reperibili dai nostri fruttivendoli sotto forma di frutta e/o verdura. Ecco i 10 alimenti della nostra tavola più ricchi di vitamina C.
- Ribes 200 mg.
- Peperoni 151 mg.
- Broccoli e rucola 110 mg.
- Kiwi 85 mg.
- Cavoli di Bruxelles e foglie di rapa 81 mg.
- Cavolfiore 59 mg.
- Fragole, clementine e spinaci 54 mg.
- Arance 50 mg.
- Cavolo cappuccio 47 mg.
- Mandarini 42 mg.
La disponibilità della Vitamina C
Ci sono alcune variabili che influenzano notevolmente la presenza della vitamina C negli alimenti, dalla raccolta a quando arrivano nel nostro intestino. Il contatto della vitamina C con l’aria tende a diminuirne la concentrazione negli alimenti; quando per esempio si spreme un’arancia e la vitamina C viene a contatto con l’ossigeno dell’aria questa si ossida e una parte va persa. Il calore tende a “distruggere” la vitamina C, per questo quando è possibile, è preferibile nutrirsi di alimenti crudi. Anche la freschezza dell’alimento è fondamentale per la presenza di vitamina C; quanto più tempo passa dalla raccolta del cibo al suo ingresso nell’organismo tanto più la presenza di vitamina C diminuisce. Negli spinaci freschi conservati per 7 giorni, a 4°C, rimane solo il 20% della dote totale in vitamina C, da questo si può dedurre come le arance conservate da mesi hanno ben poca vitamina C.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha recentemente diffuso i dati aggiornati sul fabbisogno giornaliero di vitamina C (tab. 1).
La carenza di vitamina C risulta essere una delle cause principali dell’alterazione della struttura del collagene ed inoltre influenza la risposta infiammatoria dell’ospite (1). La maggior parte della vitamina C viene eliminata dal corpo in tre o quattro ore. Per mantenere un giusto livello della vitamina nel siero, bisognerebbe assumerla ad intervalli di tre o quattro ore.
Le fibre di collagene sono i principali costituenti del tessuto connettivo nella gengiva e nel legamento parodontale. Inoltre, costituiscono il componente principale della membrana basale dell’epitelio sulculare, perciò sono importanti nella barriera protettiva (2). Molti fattori influenzano il fabbisogno di vitamina C per la produzione di collagene da parte dell’organismo:
- La cattiva alimentazione, la dieta, il consumo regolare di alcol e tabacco, lo stress ossidativo, i farmaci (antibiotici, pillola anticoncezionale, antidepressivi eccetera). Una sigaretta, ad esempio, “brucia” circa 20 mg di vitamina C. I fumatori quindi devono assumerne una maggiore quantità per raggiungere il fabbisogno giornaliero consigliato
- I radicali liberi che vengono creati quando l’organismo utilizza l’ossigeno altera il collagene e causa invecchiamento precoce della pelle e dei tessuti.
- La produzione di collagene nel nostro corpo diminuisce anche drasticamente con l’età.
La capacità dell’organismo di assorbire la vitamina C viene ridotta anche dallo stress, dalla febbre alta o dall’inalazione di gas derivati dalla combustione del petrolio.
I sulfamidici aumentano l’eliminazione della vitamina C attraverso le vie urinarie di due o tre volte rispetto alla quantità normale.
Il bicarbonato di sodio crea un ambiente alcalino che distrugge la vitamina C. Inoltre quantità d’acqua eccessive impoveriscono le riserve organiche di vitamina C. I contraccettivi orali ne diminuiscono l’effetto. I salicilati, i sulfamidici, le tetracicline, l’aspirina ne riducono l’assorbimento.
La sospensione improvvisa di vitamina C in soggetti che la assumono regolarmente, può dar luogo a sintomi da carenza.
Vitamina C e salute gengivale
Laggot et al. descrissero la relazione tra la variazione di apporto di vitamina C, lo stato parodontale e la microflora subgengivale, notando che il sanguinamento gengivale aumentava in corrispondenza di una dieta povera di vitamina C e che ritornava alla normalità con una dieta equilibrata (1). Esiste comunque un elevato bisogno di vitamina C durante i processi di cicatrizzazione e di guarigione nei 15 giorni successivi a qualsiasi intervento orale (3).
I pazienti che hanno avuto una supplementazione di vitamina C in associazione al trattamento parodontale hanno mostrato una guarigione più veloce dei tessuti parodontali con una riduzione maggiore dell’indice di sanguinamento al sondaggio rispetto ai pazienti che si sono sottoposti al solo trattamento.
I pazienti con una alimentazione carente di vitamina C mostrano maggiore tendenza al sanguinamento gengivale e maggiore predisposizione alla malattia parodontale.
Si potrebbe concludere che una somministrazione di elevati livelli di vitamina C favorisce la guarigione dei tessuti gengivali con riduzione della tendenza al sanguinamento.
A tal fine, la vitamina C si può trovare sotto forma di integratori naturali. Se assunta in questo modo la vitamina C di origine naturale è da preferire, perché possiede un importante fattore di utilizzo da parte dell’organismo, infatti è costituita da 2 tipi: C1 e C2, che si completano e migliorano l’utilizzo e l’assorbimento. In quella di sintesi è presente solo la C1.
Bibliografia
1 Leggott PJ, Robertson PB, Rothman DL, Murray PA, Jacob RA. The effect of Controlled ascorbic acid depletion and supplementation on periodontal health. J Periodontol 1986; 57:480.485.
2 Pollack RL, Kravitz E. Nutrition in oral health and disease. Philadelphia: Lea & Febiger; 1985. pp 141-142,174-175,207,407.
3 Pierce HB, Newhall CA, Merrow SB et al. Ascorbic acid supplementation. 1 Response of burn tissue. Am J Clim Nutr 1990; 8: 353-362.