Ragione e sentimento

Bicycle sign on a red bike path in Europe

Dopo quattro anni di assenza sono stato chiamato a ricoprire nuovamente questa prestigiosa carica, la Presidenza della Commissione Nazionale dei Corsi di Laurea in Igiene dentale, che ho già rivestito dal 2004 al 2018. Voglio ringraziare, a nome di tutti, la professoressa Maria Rita Giuca e tutti i Consiglieri che si sono dovuti confrontare con ben due anni e mezzo (dei quattro di mandato) inficiati dalla pandemia, e dal conseguente distanziamento con tutto ciò che ha comportato da ogni punto di vista, e che, nonostante le estreme difficoltà, sono riusciti ugualmente a lavorare nella direzione giusta. Stiamo vivendo un momento particolarissimo e stiamo attraversando un percorso apparentemente ampio, agevole e sicuro, ma sorprendentemente irto di difficoltà e di insidie, dove sbagliare un accesso potrebbe significare anche retrocedere di qualche lustro dalla direzione giusta, che abbiamo guadagnato in tanti anni e con tanti sacrifici. Infatti, sentenze contrastanti con la legislazione vigente, tese a limitare l’autonomia degli igienisti, fanno qua e là capolino in campo nazionale, nel tentativo di fare regredire con periodici assalti, del tutto infondati, ciò che è stato conquistato sul campo con la competenza e la professionalità.

Si verificano periodicamente affondi per impedire l’apertura di studi di prevenzione dove, secondo quanto stabilito dalla legge, l’igienista dentale può essere il titolare, al pari di tutti gli altri esercenti le altre 21 professioni sanitarie, come se quella dell’igienista dentale fosse diversa da altre, facendo finta di ignorare l’esiguità dei numeri in cui tale situazione potrebbe configurarsi, una situazione remota e assolutamente non in linea con la tendenza odierna e moderna a lavorare in équipe e che, per gli alti costi di gestione di uno studio, non sarebbe certamente a oggi molto conveniente, ma questo non è un buon motivo per proibirne la nascita. Se, da una parte, tali episodi contribuiscono a rafforzare una fantomatica lotta contro l’abusivismo, anche se è noto che l’abusivo abita altrove, forse proprio dove non dovrebbe stare …, giustificando una qualche azione di categoria (o meglio di corporazione), dall’altro sfianca le opinioni, ritarda il progresso, disperde inutilmente denaro in ricorsi e ricorsi sui ricorsi, ma soprattutto rallenta la crescita della qualità della prestazione, che resta ancorata saldamente a criteri e standard ormai superati. Accade tutto questo, non è voluto da noi, ma non può danneggiarci, di conseguenza ogni attacco indiscriminato viene respinto, colpo su colpo.

Stiamo vivendo un momento particolarissimo e stiamo attraversando un percorso apparentemente ampio, agevole e sicuro, ma sorprendentemente irto di difficoltà e di insidie, dove sbagliare un accesso potrebbe significare anche retrocedere di qualche lustro dalla direzione giusta, che abbiamo guadagnato in tanti anni e con tanti sacrifici

Tutto ciò non deve far perdere di vista gli importanti obiettivi di crescita culturale che l’igienista dentale si è preposto e in tale direzione stanno giocando un ruolo importante soprattutto l’Ordine e le Commissioni di Albo, giunte nell’imminenza di un nuovo mandato, questa volta con maggiore convinzione, con aumentate capacità e con sempre tanto entusiasmo e credibilità: prestiamo molta attenzione nell’individuare gli elementi giusti, che di qui a breve saranno eletti, da contrapporre a tutti coloro che vorranno frenare il progresso degli igienisti.

Anche la Giunta delle Professioni Sanitarie, supremo organo rappresentativo di tutte le professioni sanitarie, si sta ponendo sempre nuovi traguardi e obiettivi (aumento della qualità delle professioni sanitarie, miglioramento della formazione degli operatori sanitari e programmazione degli accessi ai dottorati di ricerca, come quasi mai a oggi si era verificato): tutto ciò conferma una sana tendenza a crescere qualitativamente, anche nell’ambito scientifico.

Da qualche tempo l’igienista dentale, in particolare, viene coinvolto sempre più spesso e con successo in quella che oggi viene denominata ricerca traslazionale e che vede il cavo orale sempre al centro di interessi trasversali nelle varie branche specialistiche della medicina. Auspichiamo contestualmente una ridefinizione dei SSD (settore scientifico disciplinare), sperando nell’individuazione di uno o più settori dedicati agli interessi delle professioni sanitarie, così da potersi confrontare nell’ambito delle professioni stesse, anche per promuovere inedite e utilissime collaborazioni tra più specialisti. Sarà necessario individuare un “sicuro ingresso di qualità” negli atenei da parte di tutte le professioni sanitarie, senza le quali le università sarebbero alla stregua di diplomifici, senza poi contare la concorrenza sempre più agguerrita dei diplomi online offerti da sedi estere, certamente meno faticosi, più costosi, ma soprattutto privi di ogni aspetto di didattica pratica. In tali situazioni sarà poi compito del Ministero della Salute individuare percorsi idonei, ma sempre più difficili da organizzare, soprattutto in risposta alle continue sentenze favorevoli per i ricorsisti, che chiedono di abbassare a oltranza il numero dei mesi del tirocinio di compensazione. A questo proposito mi preme sottolineare che mai come oggi è indispensabile fare fronte comune fra tutti gli atenei nella gestione dei tirocini di compensazione, senza offrire, per propri squallidi tornaconti economici, percorsi facilitati a coloro che vengono obbligati dal Ministero della Salute a compiere un idoneo percorso, che deve rispettare l’assidua frequenza e la relativa istruzione tecnico-pratica, sancita dal superamento di una reale verifica al termine del tirocinio, senza la quale non deve essere possibile il rilascio della compensazione e, di conseguenza, l’abilitazione all’esercizio della professione. Abbiamo parlato di momento particolarissimo e ciò significa anche maggiore attenzione in ambito formativo da parte del Ministero dell’Università, che sta aumentando la pressione sugli atenei spingendo a fondo la crescita della qualità della formazione per gli esercenti le professioni sanitarie, tramite la valutazione della qualità della didattica percepita dagli studenti e mediante il sistema di autovalutazione e accreditamento dei corsi, l’AVA 3.0, sistema innovativo ed evoluto per l’autovalutazione della qualità, e i Gruppi di Assicurazione della qualità, che operano con il presidente del corso, il presidente del consiglio di area didattica e il direttore delle attività didattiche professionalizzanti nel tendere a un sempre più alto livello qualitativo della formazione.

Da qualche tempo l’igienista dentale, in particolare, viene coinvolto sempre più spesso e con successo in quella che oggi viene denominata ricerca traslazionale e che vede il cavo orale al centro di interessi trasversali nelle varie branche specialistiche della medicina

L’avvento delle Commissioni di Albo non ha certamente ridotto il ruolo delle Associazioni di riferimento, che nel frattempo si sono trasformate in società scientifiche, e questa sembra essere la novità maggiormente attesa per dare inizio allo sviluppo culturale dell’igienista dentale, fermo restando il ruolo sindacale che continuano a svolgere. Alla crescita non poteva certamente mancare l’evoluzione tecnologica e l’attenzione particolare delle industrie dell’oral care sulla professione dell’igienista dentale. Si sta infatti sviluppando ormai da tempo, ma molto di più negli ultimi cinque anni, la nascita di apparecchiature meccaniche sempre più sofisticate e performanti, in grado di conferire all’azione terapeutica dell’igienista dentale capacità forse inimmaginabili solo alcuni decenni or sono, quando erano disponibili solo un paio di ablatori e con inserti praticamente unici. Negli ultimi anni stiamo identificando sempre più l’igienista come portatore di salute orale ed extraorale. Si sta infatti acquisendo il concetto secondo cui la terapia parodontale non chirurgica eserciti azione diretta non solo a livello del cavo orale, ma anche in molti organi e apparati, dove è in grado di scongiurare l’aggravamento di patologie preesistenti, la riaccensione di episodi di acuzie delle stesse, o addirittura l’affermarsi di quadri clinici che mettono a rischio la qualità della vita e talvolta anche la stessa sopravvivenza dei pazienti. E l’igienista dentale è l’interprete principale di tale prevenzione, dove l’esercente l’odontoiatria formula la diagnosi e programma un piano terapeutico, che sarà periodicamente svolto dall’igienista dentale, giovandosi in particolar modo dei controlli periodici, dove poter sorvegliare l’evoluzione della patologia o il manifestarsi di complicanze, favorendo così la pronta e più idonea risposta terapeutica.

Si sta sviluppando ormai da tempo, ma molto di più negli ultimi cinque anni, la nascita di apparecchiature meccaniche sempre più sofisticate e performanti, in grado di conferire all’azione terapeutica dell’igienista dentale capacità forse inimmaginabili solo alcuni decenni or sono

Real human wisdom tooth over black background

Il COVID-19 ha portato con sé morte, dolore, sofferenze e disperazione, diffusi ineluttabilmente su ogni etnia, religione o ceto sociale; ha però inquadrato molto bene le difficoltà e i rischi dell’équipe odontoiatrica, sempre collocata in coda alla medicina convenzionale, ma che ha dimostrato di essere all’altezza della situazione, lavorando in modo quasi totalmente asettico, esattamente come è avvenuto e avverrà prima e dopo la pandemia: i nostri pazienti devono sentirsi al sicuro nei nostri studi e ambulatori, dove noi stazioniamo per molte ore al giorno tutti i giorni. Infine voglio rinnovare un’ultima considerazione sull’importanza del lavoro svolto dagli igienisti (ma anche da tutte le altre professioni sanitarie) all’interno delle università, dove si intravede finalmente un piccolo riconoscimento dei loro meriti nello svolgimento di un ruolo insostituibile, spesso nell’assoluto disinteresse delle istituzioni, che ne fruiscono e che non si preoccupano di gratificare: si profila un chiaro benefit in termini di crediti ECM, sia al Tutor che ai Direttori delle Attività didattiche professionalizzanti. Alla luce di quanto emerso in questi ultimi due anni di COVID tale riconoscimento sembrerebbe trascurabile, poiché in questo periodo tutto è stato svolto a distanza (in DAD, in forma di webinar eccetera), ma tutto ciò sarà certamente ridimensionato e torneranno i corsi e i congressi residenziali, con relativo impegno di tempo e di spesa, quindi potersi giovare di un congruo numero di crediti ECM sarà certamente un passo in avanti per coloro che l’aggiornamento lo vivono sul campo e che contestualmente trasmettono cultura, procedure e impiego di medicamenti. Ma ciò non sarà certamente sufficiente a giustificare la loro presenza senza il riconoscimento di un ruolo tangibile nell’incardinamento istituzionale degli atenei come avevo accennato all’inizio. Anche nel nostro piccolo ambito, la Commissione Nazionale, stiamo lavorando nella direzione giusta, rivedendo e razionalizzando i piani di studio, il contenuto dei programmi, soprattutto per quanto concerne la conoscenza core dei “Laboratori”, che consideriamo la parte irrinunciabile della formazione universitaria dell’igienista. Il sistema TECO-D, ideato per valutare la qualità della formazione intra e inter-ateneo, è stato ormai avviato e si sta diffondendo in ogni nostra sede formativa, così da fornire al più presto utili parametri trasversali di valutazione. Il momento è difficile e denso di impegni, ma è anche un momento propizio per operare scelte opportune e far crescere la qualità della formazione e della professione dell’igienista dentale, per favorire la nascita dell’Odontoiatria di Comunità, di cui l’igienista dentale è tra i principali protagonisti.