ECM: educazione (dis)continua nel 2023?

ECM

L’educazione continua in medicina (ECM) subisce un nuovo stop. Questo è il risultato del decreto legge Milleproroghe varato il 29 dicembre (198/22), il quale estende la durata del triennio formativo previsto per i professionisti sanitari. Inizialmente configurato per il 2020-2022, si prevede ora un quadriennio con estensione fino al 31 dicembre 2023. Il provvedimento, sul quale Agenas non ha ancora espresso parere, potrebbe variare entro la fine di febbraio, considerando che si tratta di un decreto legge. Allo stesso tempo però questo provvedimento apre due diversi quesiti.

1) Secondo questo nuovo decreto, si prevede la riduzione di un terzo dei crediti nonostante la proroga? 

Sì, il Bonus ECM, previsto a seguito dell’ondata pandemica di Covid-19, viene mantenuto nella stessa misura e proporzione espressa a Giugno 2022, senza variazioni rispetto all’estensione prevista fino al 31 Dicembre 2023. Questo provvedimento si estende a tutte le professioni sanitarie, che sono “sollevate” da 1/3 dei crediti ECM richiesti.

2) Che valenza ha questa proroga per i professionisti che già hanno raggiunto i crediti richiesti? 

Al momento il decreto non prevede condizioni speciali per i professionisti che hanno rispettato i termini precedentemente prescritti, raggiungendo i crediti richiesti entro il 31 Dicembre 2022. L’auspicio è la previsione di una disposizione che permetta a questi professionisti di uscire da una condizione di potenziale stallo, magari con la possibilità di portarsi avanti nell’accreditamento valevole per il futuro triennio.

Si ricorda che la certificazione ECM triennale (e quindi il raggiungimento del fabbisogno richiesto), è un atto giuridico che qualifica il professionista e certifica il lo svolgimento degli step necessari in materia di formazione continua. La mancata ottemperanza di questo dovere può incorrere in: avvertimento, censura, sospensione (da 1 a 6 mesi), radiazione dall’Albo. Inoltre, questa condizione si riflette anche su possibili percorsi e progressioni di carriera, oltre che sulla valutazione nei concorsi (fino alla penalizzazione da parte delle compagnie assicurative).

Questo è quanto si può comprendere a oggi, in attesa della conversione del decreto in legge e del parere di Agenas in merito.