Gli integratori e l’odontoiatria

Seconda parte

integratori

Nell’uscita precedente abbiamo iniziato a parlare di un integratore che, come altri appositamente formulati per l’odontoiatria, è acquistabile al banco della farmacia e  contiene una serie di composti e molecole già selezionati dall’azienda produttrice.  L’integratore analizzato contiene coenzima Q10, boswellia, polidatina, vitamina B9 (acido folico), vitamina B6, vitamina B12, vitamina C, vitamina D. Nel fascicolo scorso abbiamo descritto i primi due componenti mantenendo una minima correlazione con gli articoli scientifici. Dico minima perché, pur trattandosi di una rubrica di aggiornamento professionale dove si deve dimostrare l’attendibilità delle parole riportate, non è necessario seguire i canoni richiesti a un articolo scientifico vero e proprio. Riprendiamo, quindi, con il terzo componente dell’integratore: la polidatina.

Polidatina

La polidatina (trans-resveratrol-3-O-glucoside) è un composto naturale appartenente alla famiglia dei polifenoli. È un efficace antiossidante liposolubile che contribuisce alla sintesi dei radicali liberi, riduce i processi infiammatori e lo stress ossidativo, protegge i vasi sanguigni dalla possibile formazione di placche, inibisce l’attivazione e l’aggregazione piastrinica. Questo ha, inoltre, un effetto protettivo sull’invecchiamento cutaneo, riduce la propagazione di citochine infiammatorie, migliora i livelli di glicemia e i disturbi cognitivi. La polidatina è la molecola gemella del resveratrolo, da cui differisce solo per la presenza di una molecola di glucosio nella polidatina. La molecola di glucosio rende la polidatina idrosolubile e, quindi, assorbibile dall’intestino, a differenza del resveratrolo che è liposolubile e, quindi, meno assorbibile. Grazie alla sua elevata solubilità in acqua, l’alta efficacia della polidatina è dovuta al suo totale assorbimento: questo permette di raggiungere, nei tessuti e in tutte le cellule, concentrazioni molto elevate e attive.
Questo è, pressapoco, quanto recita il bugiardino. Ora, andiamo a cercare qualche riferimento perché sul foglietto illustrativo sono scarsi.
Un revisione di Wu (1) racchiude un po’ tutte le caratteristiche e riporta che la Polidatina, un ingrediente attivo isolato dalla medicina naturale Polygonum cuspidatum, ha dimostrato di avere un ruolo di primo piano nel trattamento delle malattie cardiovascolari. La polidatina tratta l’aterosclerosi principalmente da tre aspetti: antinfiammatorio, regolazione del metabolismo lipidico e stress antiossidante. L’articolo di Wu ha esaminato il meccanismo farmacologico della polidatina nell’antiaterosclerosi, le caratteristiche biologiche del Polygonum cuspidatum, la tossicologia e la farmacocinetica della polidatina, fornendo spunti per ulteriori ricerche. La revisione scientifica conferma in parte le caratteristiche del composto sopra citate (1). Avendo considerato le revisioni più significative nel comprovare le caratteristiche di un componente, riportiamo l’articolo (risalente al 2013) di Du (2). Quest’ultimo riassume e valuta le informazioni scientifiche pubblicate sugli effetti farmacologici e farmacocinetici della polidatina dal 1990. Per la revisione sono state utilizzati i principali database come MEDLINE, Elsevier, Springer, PubMed, Scholar e CNKI. Gli autori hanno raccolto le informazioni di 98 casi, inclusi nella revisione, ed è risultato che numerose indagini farmacologiche sulla polidatina si concentrano principalmente sui suoi effetti cardiovascolari, neuroprotettivi, antinfiammatori e immunoregolatori, antiossidanti, antitumorali, protezione del fegato e dei polmoni. Nella conclusione si nota che un gran numero di indagini farmacologiche e farmacocinetiche, negli ultimi 22 anni, hanno dimostrato che la polidatina ha proprietà terapeutiche favorevoli, indicando il suo potenziale come materiale efficace. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per esplorare i suoi meccanismi molecolari d’azione e le proteine bersaglio definitive (2).
La reale azione viene spiegata in un lavoro di Shengyu Sun (3), in cui la polidatina è stata utilizzata nel trattamento di varie malattie infiammatorie, sebbene non sia riportato il suo ruolo nella regolazione della neuroinfiammazione. Il lavoro studia gli effetti antinfiammatori della polidatina nelle cellule della microglia BV2, stimolate da lipopolisaccaridi (LPS). La produzione di mediatori infiammatori di TNF-α, IL-1β, NO e PGE2 è stata misurata mediante ELISA (il metodo ELISA è un versatile metodo d’analisi immunologica usato in biochimica per rilevare la presenza di una sostanza usando uno o più anticorpi, uno dei quali è legato un enzima: tale metodica d’indagine rientra nella categoria dei test immunoenzimatici). I risultati hanno mostrato che la polidatina ha migliorato significativamente la produzione di TNF-α, IL-1β, PGE2 sovraregolata da LPS. La polidatina ha anche bloccato l’attivazione di NF-κB indotta da LPS. Inoltre, PI3K e AKT, le molecole a monte della via di segnalazione NF-κB, sono state inibite dal trattamento della polidatina. Inoltre, è stato scoperto che la formazione di zattere lipidiche è stata inibita dalla polidatina, attenuando il contenuto di colesterolo. Infine, si è scoperto che la polidatina aumenta l’espressione di ABCA1 (che è un trasportatore del colesterolo nei tessuti periferici) e ABCG1 (trasportatore transmembrana delle cellule lipidiche). Gli autori concludono che, in base ai risultati dello studio, la polidatina ha mostrato i suoi effetti antinfiammatori nelle cellule BV2 interrompendo le zattere lipidiche, che successivamente inibivano la via di segnalazione PI3K/AKT (3). Il rapporto che l’intestino ha con il cavo orale è ormai noto anche agli adepti della medicina contemporanea, mentre le medicine tradizionali vantano questo sapere da millenni. Considerata l’azione di blocco della polidatina sulle vie dell’infiammazione secondaria e il rapporto tra intestino e cavità orale, segnalo un articolo di Liu (4), dove si afferma che la combinazione di polidatina, resveratrolo o emodina e/o PCSE ha mostrato attività inibitorie più elevate per le citochine e le molecole correlate alla segnalazione di NF-κB, rispetto a uno qualsiasi dei tre ingredienti con la stessa concentrazione di trattamento. Gli autori poi concludono che la somministrazione orale di PCSE (Polygonum cuspidatum Siebold & Zucc. “polidatina”) ha soppresso la via di segnalazione NF-κB ed esercita i suoi effetti anti-colite attraverso gli effetti sinergici di polidatina, resveratrolo o emodina (4). Possiamo evincere che l’integrazione di polidatina ha un effetto indiretto sulla cavità orale, come la maggior parte degli integratori che ha un effetto di salutogenesi sull’organismo.

Acido folico

L’ultima molecola che analizziamo in queste pagine è la vitamina B9, o acido folico, chiamata anche fattore V o Vitamina M e Bc. In realtà l’acido folico è la forma più stabile ed è presente raramente nei cibi o nell’organismo umano, ma è quella più usata tra i  folati come supplemento. La vitamina B9 si trova nel fegato, nelle verdure a foglia verde, nei fagioli e nei semi, oltre che essere prodotta dal corpo. Viene assorbita a livello dell’intestino digiuno e trasformata in acido tetraidrofolico, che costituisce il cofattore di numerosi enzimi, a livello dei reni e del fegato. La sua funzione biologica è quella di svolgere un ruolo importante nello sviluppo dei globuli rossi e partecipa alla sintesi di RNA e DNA, nella sintesi di quest’ultimo i folati operano come cofattori. I cofattori dei folati sono richiesti per il metabolismo di alcuni aminoacidi importanti. La sua carenza provoca anemia megaloblastica. Una buona assunzione di folato è correlata con la diminuzione di omocisteina, partner riconosciuta nelle malattie cardiovascolari. I sintomi a livello orale possono essere: gonfiore della lingua, cheiliti angolari e disturbi gengivali. Anche se non esistono studi specifici che confermino l’effetto a livello della cavità orale, la inserisco nei consigli terapeutici che propongo al paziente in caso di afte e cheilite con ottimi risultati. Bisogna tenere conto che l’alcol interferisce con l’assorbimento del folato, così come dosi elevate di FANS, mentre la fenitoina ne inibisce l’assorbimento intestinale.
Il fabbisogno quotidiano è di 0,004 mg per gli adulti e 0,006 per le donne in gravidanza (5). L’acido folico, ma in generale le vitamine, ha un’importanza essenziale per il cavo orale. In effetti una revisione di Kantorowicz (6), avente lo scopo di analizzare la letteratura sull’influenza di specifici elementi nutritivi (quali vitamina C, complesso vitaminico B e calcio dietetico) sullo stato parodontale, riferisce che l’effetto dell’assunzione di cibo sulla cavità orale è complesso. Una corretta alimentazione, sia in termini quantitativi che qualitativi, determina la salute del cavo orale e di tutto il corpo (6).  Molti studi hanno dimostrato la correlazione tra la carenza di folato e il cancro orale a tal proposito citeremo le conclusioni di un lavoro di Pelucchi (7) che sostiene il ruolo protettivo del folato (Vit. B9) contro la carcinogenesi orale e faringea. Rispetto a una bassa assunzione di folati, una consistente riduzione del rischio è stata già osservata da livelli intermedi di assunzione, suggerendo che il rischio di cancro può essere correlato alla relativa carenza di folati (7). Potrebbero sembrare banalità, ma a oggi in odontoiatria l’integrazione vitaminica è raramente contemplata e spesso i colleghi non sono al corrente dell’azione fisiologica delle vitamine, siano esse idrosolubili che liposolubili. Spesso la conoscenza è legata a fattori di moda come sta succedendo oggi con le vitamine D. Con questo non voglio dire che la vitamina D non sia importante anzi, è importantissima. Certo è che non è l’unica: come sappiamo le vitamine agiscono nei processi metabolici in sinergia e si attivano spessissimo a vicenda nelle idrolizzazioni, e per alcuni processi la biodisponibilità di una è strettamente dipendente dall’altra.

Sul prossimo fascicolo concluderemo questo excursus sull’integratore a base di coenzima Q10, boswellia, polidatina e vitamine B9, B6, B12, C e D.

Bibliografia

1.
Wu M, Li X, Wang S, Yang S, Zhao R, Xing Y, Liu L. Polydatin for treating atherosclerotic diseases: A functional and mechanistic overview. Biomed Pharmacother 2020 Aug;128:110308.
2.
Du QH, Peng C, Zhang H. Polydatin: a review of pharmacology and pharmacokinetics. Pharm Biol 2013 Nov;51(11):1347-54.
3.
Sun S, Zou Y, Hao S, Niu Z, Wu L. Polydatin inhibits LPS-induced inflammatory response in BV2 microglia by disrupting the formation of lipid rafts. Immunopharmacol Immunotoxicol 2021 Apr;43(2):138-144.
4.
Liu B, Li S, Sui X, Guo L, Liu X, Li H, Gao L, Cai S, Li Y, Wang T, Piao X. Root Extract of Polygonum cuspidatum Siebold & Zucc. Ameliorates DSS-Induced Ulcerative Colitis by Affecting NF-kappaB Signaling Pathway in a Mouse Model via Synergistic Effects of Polydatin, Resveratrol, and Emodin. Front Pharmacol 2018 Apr 11;9:347.
5.
Sarri S. Integratori naturali in odontoiatria e igiene orale. Milano: Ariesdue; 2016. p. 157-158. 
6.
Kantorowicz M, Chomyszyn-Gajewska M, Olszewska-Czyz I, Łazarz-Bartyzel K. Odzywianie a choroby przyzebia [Nutrition and periodontal diseases]. Polish. Przegl Lek 2013;70(1):28-30. 
7.
Pelucchi C, Talamini R, Negri E, Levi F, Conti E, Franceschi S, La Vecchia C. Folate intake and risk of oral and pharyngeal cancer. Ann Oncol 2003 Nov;14(11):1677-81.