Gli integratori e l’odontoiatria

Prima parte

integratori

Quando iniziai a occuparmi di integratori per l’odontoiatria correva l’anno 2005, e avevo appena terminato il triennio per diventare “Esperto in medicine naturali” presso l’Università degli Studi di Milano. Non esistevano prodotti naturali specifici per il ramo odontoiatrico, escludendo ovviamente collutori, dentifrici e spray orali. Quindi mi rimboccai le maniche e iniziai a sperimentare con i fitoterapici, rientrati allora nella categoria degli integratori alimentari, per vedere quali fossero le droghe che più si adattavano alle problematiche odontoiatriche e di conseguenza allargandomi contemporaneamente anche sulla supplementazione e integrazione alimentare. Per questo mio spaziare ho ricevuto anche critiche da professori che mi hanno ripreso chiedendomi come mi permettevo di parlare di alimentazione dato che ero solo un igienista dentale. Come se fosse indispensabile avere un titolo accademico per discorrere di un qualsiasi argomento e non bastasse avere studi non accademici, com’era all’epoca nel mio caso. Da allora ho conseguito un Master in “Nutrizione e dietetica applicata” affinché nessuno possa avere alcunché da obiettare sul fatto che un igienista dentale prenda parola al riguardo. 

Nel frattempo sono stati fatti tanti progressi, e alcune categorie di integratori sono state studiate e testate. Mi ricordo quando nei congressi parlavamo, io e i miei colleghi, di disbiosi, per essere più precisi di pazienti disbiotici e le problematiche di riflesso nel cavo orale: all’epoca tutti ci guardavano come se fossimo alieni e spesso le loro facce non nascondevano derisione nei nostri confronti. Ora i pre/probiotici fanno parte integrante della pratica clinica quotidiana per moltissimi professionisti. Ma nonostante ciò ci sono ancora molti che guardano l’integrazione e la fitoterapia con avversione, e spessissimo mi trovo di fronte personaggi che, ostentando saccenza, affermano che non vi è alcuna evidenza scientifica a supporto delle medicine naturali. Non ho idea se costoro ignorano il termine e cosa si racchiude in esso o se semplicemente ignorano e basta o vogliono ignorare. È sufficiente digitare “Equiseto” su Pubmed per trovare 401 articoli che trattano di questa specie botanica. Oppure possiamo digitare Echinacea per avere 1396 articoli che ne parlano, oppure si trovano 4169 articoli riguardanti la Propoli. È pur vero che sono nulla in confronto ai 14078 sulla clorexidina! Mi chiedo quanti lavori sono stati commissionati da aziende produttrici del composto chimico (o se a qualcuno è mai capitato di assistere a una presentazione/relazione su una formulazione a base di clorexidina in cui erano presenti sponsor che vendevano prodotti a base della stessa). Tutto ciò senza considerare la complessità nel valutare una sinergia di centinaia di molecole a dispetto di due di cloro da parte dei ricercatori. 
Tutto questo per sottolineare che a oggi esistono aziende che producono integratori specifici per il nostro settore, aziende che si sono evolute e delle quali ignoravo l’esistenza. Tanto per essere più precisi che non sono legate né a me né ai miei colleghi esperti in medicine naturali, ma nate sull’intuito e l’esigenza di altre persone. Ed è proprio su alcuni di questi integratori che quest’anno vorrei scrivere per portavi a conoscenza della loro esistenza. Un primo integratore che ho analizzato contiene all’interno le seguenti sostanze: coenzima Q10, boswellia, polidatina, vitamina B9 (acido folico), vitamina B6, vitamina B12, vitamina C e vitamina D.

Un primo integratore che ho analizzato contiene coenzima Q10, Boswellia, polidatina, vitamina B9 (acido folico), vitamina B6, vitamina B12, vitamina C e vitamina D

Il bugiardino recita che: è un integratore alimentare in capsule vegetali. Attraverso i principi attivi presenti e all’azione coadiuvata degli stessi, agisce a livello locale e a livello parodontale come antidolorifico, analgesico e antibatterico. Regola i livelli di omocisteina nel sangue e migliora il circolo e microcircolo gengivale e del cavo orale, mantenendo e rafforzando la struttura ossea, l’elasticità dei tessuti e proteggendo la mucosa orale. Ha inoltre un forte effetto cicatrizzante ed anti-ossidazione cellulare e aiuta l’inibizione dei radicali liberi. Agisce sul sistema nervoso centrale e periferico e contribuisce al metabolismo dei globuli rossi.
Grazie alla presenza del CQ10, della polidatina e delle vitamine del gruppo B, è un ottimo coadiuvante in caso di prescrizione di farmaci canonici (per esempio antidolorifici, antibiotici eccetera), soprattutto nel postoperatorio, rendendo più basico e alcalino il cavo orale e l’organismo, lavorando sulla funzione epatica e renale e sui vasi sanguigni, riducendo i potenziali effetti collaterali dei farmaci. Stimola, inoltre, la formazione del collagene e il regolare mantenimento osseo alveolare. È inoltre consigliato anche per pazienti che soffrono di ipertensione, cardiopatie, ipercolesterolemia, iperomocisteinemia e diabete. Diminuisce quindi i rischi trombotici e di infarto. 
Direi molto interessante, ma andiamo e cercare qualche riferimento bibliografico di quanto afferma il bugiardino partendo dal coenzima Q10.

Coenzima Q10

A conclusione di un articolo pubblicato su The Journals of Gerontology Series A, Biological sciences and medical sciences, si legge che il: Coenzyme Q protects against age-related alveolar bone loss associated to n-6 polyunsaturated fatty acid rich-diets by modulating mitochondrial mechanisms. Traducendo testualmente ciò che è scritto: “Dal punto di vista nutrizionale e clinico, è interessante notare che l’integrazione con il coenzima Q10 potrebbe contrastare gli effetti negativi dell’acido grasso polinsaturo n-6 sulla perdita ossea alveolare (una caratteristica importante della parodontite) associata all’età” (1). Si tratta sicuramente di una riflessione importante per noi igienisti dentali. Considerati gli ultimi articoli usciti su questa rubrica è molto interessante analizzare uno studio comparativo di Yoneda e collaboratori (2) che, analizzando lo stress ossidativo associato a reazioni legate all’età, verifica gli effetti antiossidanti di una forma ridotta di coenzima Q10 (rCoQ10) che sopprimono lo stress ossidativo, e ciò può contribuire alla prevenzione delle reazioni infiammatorie legate all’età. Questo, applicato localmente sulle reazioni infiammatorie parodontali in un modello di invecchiamento nel ratto, ha ridotto il danno ossidativo al DNA e gli osteoclasti positivi alla fosfatasi acida tartrato-resistenti nel tessuto parodontale. Le stesse condizioni hanno abbassato l’espressione genica della caspasi-1 (l’enzima di conversione caspasi-1/interleuchina-1 è conservato in modo evolutivo e suddivide proteoliticamente altre proteine, come i precursori delle citochine infiammatorie interleuchina 1β) e, appunto, dell’interleuchina-1β nel tessuto parodontale. I risultati suggeriscono che rCoQ10 sopprime le reazioni infiammatorie legate all’età e la differenziazione degli osteoclasti inibendo lo stress ossidativo (2).
L’IL-1 fa parte del complesso Th1, cioè quel complesso citochinico di interleuchine che attivano l’infiammazione (3), quindi una diminuzione di IL-1 è sempre auspicabile.
Indipendentemente dalle patologie del cavo orale, al coenzima Q10 sono state riconosciute proprietà energizzanti a livello mitocondriale. Inoltre è frequente una strategia antiossidante in molte malattie che possono trovare un significativo beneficio sintomatico (4). È assolutamente necessario dire che gli studi non riportano valori significativi a livello parodontale con la sola somministrazione e/o applicazione locale dell’ubichinone (coenzima Q10), ma l’uso aggiuntivo di CoQ10 con terapia parodontale può aumentare la concentrazione di antiossidanti, ma non è superiore alla stessa nel trattamento della parodontite (5). Insomma, il Q10 ha la mera funzione di integratore adiuvante i processi metabolici in cui viene coinvolto, che fra parentesi non è poco.

Boswelia

La Boswelia è una gommoresina ricca in acidi boswellici, acidi tetraciclici e polisaccaridi. È in grado di svolgere una potente azione sugli stati infiammatori e stati di dolore su diverse patologie del sistema osteoarticolare. Le sue azioni antinfiammatorie, antisettiche, analgesiche e antibatteriche si manifestano attraverso una riduzione del dolore e del gonfiore e al miglioramento delle mobilità delle articolazioni. Inoltre, gli effetti della Boswellia sono in grado di inibire le elastasi. Enzimi fortemente distruttivi che attaccano e deteriorano la parte elastica dei tessuti nei quali è in corso uno stato infiammatorio. 

La Boswelia è una gommoresina ricca in acidi boswellici, acidi tetraciclici e polisaccaridi. È in grado di svolgere una potente azione sugli stati infiammatori e  di dolore su diverse patologie del sistema osteoarticolare

Esistono molti e interessanti studi sulla Boswellia Serrata, come quello di Majeed e collaboratori che ha mostrato un’inibizione significativa dell’infiammazione (secrezione di TNF-α, IL-6, ossido nitrico e COX-2) e riduzione dei livelli di mRNA di TNF-α, IL-6, IL1-β e nitrico inducibile ossido-sintasi nei macrofagi (6). Il trattamento con Boswellia Serrata ha ridotto i livelli di NF-κB fosforilato (P65): “NF-κB è un fattore di trascrizione che induce la trascrizione di centinaia di geni ma principalmente quelle di IL-1, IL-6, TNF-α”, suggerendo un’attività antinfiammatoria mediata dal blocco di questa via chiave di trasduzione del segnale. Inoltre, ha mostrato l’inibizione degli enzimi collagenasi, elastasi, ialuronidasi: enzimi che tagliano i legami delle rispettive proteine. In vitro l’estratto di Boswellia Serrata ha mostrato un effetto dose-dipendente significativo sulla proteina C-reattiva: “La proteina C reattiva è un indice d’infiammazione; come tale, le sue concentrazioni nel sangue aumentano in presenza di processi flogistici”, sulla prostaglandina E2 e sulla velocità di eritrosedimentazione, che è ampiamente utilizzata come marker di infiammazione nel sangue. Inoltre, il trattamento ha soppresso la proteina della matrice oligomerica della cartilagine e ha migliorato significativamente i livelli di ialuronano (che ha un’azione reidratante) nel liquido sinoviale. I risultati suggeriscono che la Boswellia utilizzata nello studio media la sua attività preservando le proteine della matrice, riducendo i mediatori pro-infiammatori e lo stress ossidativo (6).
Sicuramente è la parte resinosa della Boswellia Serrata quella che più interessa, perché possiede al suo interno monoterpeni, diterpeni, triterpeni, acidi triterpenici tetraciclici e quattro principali acidi triterpenici pentaciclici, cioè acido β-boswellico, acido acetil-β-boswellico, acido 11-cheto-β-boswellico e acido acetil-11-cheto−β-boswellico, responsabile dell’inibizione degli enzimi pro-infiammatori. Di questi quattro acidi boswellici, l’acido acetil-11-cheto-β-boswellico è il più potente inibitore della 5-lipossigenasi, un enzima responsabile dell’infiammazione (7).
Gli studi sul potere antinfiammatorio sono molteplici in vari campi, ma quelli che ci interessano sono quelli riguardanti i problemi articolari. Anche se, come sempre, non ci si può limitare a un solo effetto trattandosi di un fitoterapico. 
In letteratura è reperibile un lavoro sull’acido acetil-11-cheto-β-boswellico, finalizzato a valutare l’attività antiossidante e antiartritica dell’estratto di gommoresina di Boswellia Serrata nell’artrite indotta mediante il metodo dell’artrite indotta da collagene, in ratti Wistar maschi. La somministrazione per via orale di Boswellia  a dosi di 100 e 200 mg/kg di peso corporeo una volta al giorno per 21 giorni ha comportato livelli significativamente ridotti di mediatori dell’infiammazione (IL-1β, IL-6, TNF-α, IFN-γ e PGE2) e un aumento del livello di IL-10. Gli effetti protettivi dell’estratto di Boswellia contro l’artrite reumatoide erano evidenti anche dalla diminuzione del punteggio dell’artrite e dell’istologia ossea. Le capacità di inibire le citochine pro-infiammatorie e la modulazione dello stato antiossidante suggeriscono che l’effetto protettivo dell’estratto di Boswellia Serrata sull’artrite nei ratti potrebbe essere mediato attraverso la modulazione del sistema immunitario (8). Risulta chiaro che la Boswellia Serrata è stata inserita nella miscela allo scopo di contrastare l’infiammazione, cioè la causa principale della distruzione del parodonto, ma possiamo anche valutare già da questi due elementi un potenziale effetto sulle problematiche dell’articolazione in generale e quindi anche su quella temporomandibolare. Riprenderemo la descrizione dell’integratorenella prossima uscita.

Bibliografia

1.Varela-Lopez A, Bullon P, Battino M, Ramirez-Tortosa MC, Ochoa JJ, Cordero MD, Ramirez-Tortosa CL, Rubini C, Zizzi A, Quiles JL. Coenzyme Q Protects Against Age-Related Alveolar Bone Loss Associated to n-6 Polyunsaturated Fatty Acid Rich-Diets by Modulating Mitochondrial MechanismsJ. Dent Res 2013. J Gerontol A Biol Sci Med Sci 2016 May;71(5):593-600. 

2.Yoneda T , Tomofuji T, Ekuni D, Azuma T, Endo Y, Kasuyama K, Machida T, Morita M. Anti-aging effects of co-enzyme Q10 on periodontal tissues. J Dent Res 2013 Aug;92(8):735-9.

3.Sarri S. Fitoterapici e infiammazione. Prima parte. Rivista Italiana Igiene Dentale 2022:18(1):43-45.

4.Garrido-Maraver J, Cordero MD, Oropesa-Avila M, Vega AF, de la Mata M, Pavon AD, Alcocer-Gomez E, Calero CP, Paz MV, Alanis M, de Lavera I, Cotan D, Sanchez-Alcazar JA. Clinical applications of coenzyme Q10. Front Biosci (Landmark Ed) 2014 Jan 1;19(4):619-33.

5.Pranam S, Palwankar P, Pandey R, Goyal A. Evaluation of efficacy of Coenzyme Q10 as an adjunct to nonsurgical periodontal therapy and its effect on crevicular superoxide dismutase in patients with chronic periodontitis. Eur J Dent 2020 Oct;14(4):551-557.

6.Majeed M, Nagabhushanam K, Lawrence L, Nallathambi R, Thiyagarajan V, Mundkur L. Boswellia serrata Extract Containing 30% 3-Acetyl-11-Keto-Boswellic Acid attenuates inflammatory mediators and preserves extracellular matrix in collagen-induced arthritis. Front Physiol 2021 Sep 28;12:735247. 

7.Siddiqui MZ. Boswellia serrata, a potential antiinflammatory agent: an overview. Indian J Pharm Sci 2011 May;73(3):255-61.

8.Umar S, Umar K, Sarwar AH, Khan A, Ahmad N, Ahmad S, Katiyar CK, Husain SA, Khan HA. Boswellia serrata extract attenuates inflammatory mediators and oxidative stress in collagen induced arthritis. Phytomedicine 2014 May 15;21(6):847-56.