Linguaggio silenzioso: l’impatto della comunicazione non verbale
Nello scorso numero abbiamo approfondito il tema della comunicazione non verbale. Sebbene la comunicazione verbale rappresenti solo una piccola percentuale dell’impatto complessivo dell’interazione umana, come indicato dal famoso modello di Mehrabian che attribuisce il 55% del peso comunicativo al linguaggio non verbale, è fondamentale riconoscerne l’importanza, soprattutto nei contesti in cui essa diventa l’unico canale di trasmissione
Nel settore odontoiatrico, la comunicazione verbale assume un ruolo cruciale nei flussi di lavoro moderni, in cui strumenti come email, messaggistica istantanea (WhatsApp, Telegram), siti web e canali social rappresentano il principale mezzo per interagire con i pazienti. In tali situazioni, il linguaggio verbale non è semplicemente una componente dell’interazione: è l’unico veicolo del messaggio, acquisendo una rilevanza pari al 100%.
Inoltre, anche nelle interazioni personali in presenza, le parole sono strumenti straordinariamente potenti: possono curare, costruire relazioni, evocare emozioni e persino modellare intere culture. La loro forza non risiede soltanto nel significato diretto, ma anche nella capacità di richiamare immagini mentali specifiche, attingendo alla nostra esperienza interiore, sociale e al bagaglio culturale condiviso.

Le parole che curano
In contesti terapeutici, educativi e professionali, l’uso consapevole del linguaggio può fare la differenza tra una comunicazione efficace e un fraintendimento. Parole empatiche e rispettose non solo trasmettono informazioni, ma creano un’atmosfera di fiducia e collaborazione. Come affermano le teorie della comunicazione non violenta (CNV) di Marshall Rosenberg, le parole possono essere “finestre” che aprono alla comprensione e all’empatia o “muri” che separano e creano conflitto. Nel campo dell’odontoiatria e dell’igiene dentale, il linguaggio verbale è fondamentale per guidare il paziente attraverso le procedure, ridurre l’ansia e promuovere l’aderenza terapeutica. Ad esempio, durante la raccolta delle informazioni anamnestiche, l’igienista può utilizzare frasi come “Mi racconti di più su come si sente ultimamente” oppure “Quali abitudini ha durante la sua routine quotidiana?” per creare un dialogo aperto e comprensivo. Parole ben scelte, che mostrano attenzione e interesse, possono persino avere un effetto terapeutico, alleviando paure e migliorando il benessere emotivo del paziente.
Il significato emotivo ed evocativo delle parole
Le parole non si limitano a trasmettere informazioni: esse evocano emozioni, creano connessioni e risvegliano immagini mentali profonde. Termini come “cura”, “protezione” o “salute” attivano associazioni emotive positive che rafforzano il legame tra professionista e paziente. Queste associazioni non nascono dal nulla, ma sono radicate nella nostra cultura e nella nostra esperienza personale. Un esempio pratico può essere l’utilizzo di metafore evocative per spiegare al paziente concetti complessi. L’igienista dentale potrebbe dire: “Pensi ai suoi denti come alle fondamenta di una casa: se non sono solide, tutta la struttura ne risente”. Questo tipo di linguaggio non solo semplifica l’informazione, ma la rende anche memorabile e significativa per il paziente.

Le parole e lo Storytelling
Il linguaggio è uno degli strumenti principali con cui le società creano e trasmettono cultura. Attraverso il racconto di miti, leggende, storie e letteratura, le parole hanno plasmato l’immaginario collettivo, veicolando valori, insegnamenti e tradizioni. Lo storytelling, in particolare, è un mezzo potentissimo per evocare significati e trasmettere conoscenze. Ogni storia narrata porta con sé un bagaglio di esperienze ed emozioni che rafforzano il legame tra il narratore e il pubblico.
Lo storytelling si basa su un principio universale: le persone sono naturalmente attratte dalle storie. Raccontare una storia aiuta a coinvolgere l’ascoltatore a livello emotivo, rendendo più accessibili e memorabili concetti complessi o astratti. Questo approccio è particolarmente utile in ambiti come quello sanitario, dove le informazioni devono essere trasmesse in modo chiaro, empatico e culturalmente appropriato.
Lo storytelling trova molteplici applicazioni nell’ambito della salute, dimostrando la sua efficacia in vari contesti. Ad esempio, può essere uno strumento potente per motivare i pazienti, raccontando storie di persone che, seguendo le raccomandazioni dei professionisti, hanno migliorato significativamente la loro salute. Questi racconti non solo ispirano, ma offrono anche modelli concreti a cui fare riferimento, rendendo il cambiamento comportamentale più tangibile e realizzabile. Nell’ambito dell’educazione sanitaria, lo storytelling si rivela particolarmente utile per illustrare i benefici della prevenzione e dell’adozione di corrette abitudini di vita. Creare narrazioni che spiegano in modo semplice e coinvolgente l’importanza di questi comportamenti aiuta i pazienti a comprendere e interiorizzare i messaggi, rendendoli più propensi ad agire in modo proattivo. Infine, lo storytelling può essere impiegato nella formazione dei professionisti sanitari per trasmettere concetti etici e le migliori pratiche. Attraverso storie significative ed esempi concreti, i professionisti possono acquisire una comprensione più profonda delle implicazioni delle loro azioni e rafforzare la loro capacità di empatia e comunicazione. In questo modo, il racconto diventa un mezzo per connettere teoria e pratica, arricchendo il bagaglio esperienziale e professionale.
Quindi anche in odontoiatria lo storytelling può trovare un suo spazio, perseguendo i seguenti obiettivi: costruisce fiducia umanizzando il professionista sanitario e promuovendo il legame profondo con il paziente; rendere informazioni memorabili aiutando le persone ricordare meglio un messaggio; aumenta l’empatia attraverso la condivisione di esperienze personali o storie di altri pazienti facendoli sentire compresi e meno soli; motiva il cambiamento ispirandoli ad adottare comportamenti sani. In ambito di igiene dentale, lo storytelling può essere utilizzato per motivare il paziente verso buone pratiche di igiene orale. Raccontare storie di altri pazienti (anonime e generalizzate) che hanno ottenuto miglioramenti significativi cambiando abitudini può ispirare e incoraggiare. Ad esempio: “Un paziente una volta mi ha raccontato come, dopo aver iniziato a usare lo scovolino regolarmente, ha notato una grande differenza nella freschezza del suo sorriso. È diventato per lui un gesto quotidiano irrinunciabile.”

Lo storytelling come ponte tra emozione e cultura
Narrare storie non è solo un atto di comunicazione, ma un modo per creare un ponte tra emozioni individuali e significati culturali condivisi. Attraverso le storie, si trasmettono valori e si rafforzano legami, poiché esse parlano a livello universale ma toccano corde profondamente personali.
L’igienista dentale può utilizzare lo storytelling anche durante la spiegazione di nuove abitudini igieniche. Per esempio: “Immagini di lavarsi i denti come un piccolo rituale personale. È come dare un regalo alla sua salute ogni giorno: ci vogliono solo pochi minuti, ma l’effetto dura per molto tempo.” Questi racconti aiutano a trasformare compiti percepiti come obblighi in momenti significativi, favorendo l’adesione del paziente.
In conclusione, le parole non sono mai neutre: esse hanno il potere di creare, evocare e trasformare. In un mondo sempre più complesso, dove la comunicazione verbale gioca un ruolo centrale, è fondamentale scegliere con cura il linguaggio che usiamo. Che si tratti di una conversazione faccia a faccia, di un messaggio digitale o di una narrazione empatica, le parole possono fare la differenza tra una semplice interazione e un’esperienza significativa, in grado di arricchire non solo la relazione tra professionista e paziente, ma anche la cultura di cui tutti facciamo parte.