Miswak, un salto nel passato

La comunità scientifica è alla continua ricerca di efficaci sistemi alternativi per combattere e prevenire l’insorgenza di patologie del cavo orale.
In un mondo in cui si cerca di sostenere l’ambiente diminuendone l’inquinamento, utilizzare un ausilio totalmente biodegradabile ed ecosostenibile potrebbe risultare un vantaggio. A tal proposito tante aziende dell’oral care si stanno sensibilizzando al tema, tanto da realizzare e distribuire sul mercato, ausili definibili “green”.

Questo approfondimento tematico è volto a conoscere un ausilio utilizzato sin dai tempi più antichi, il Miswak, nelle pratiche di igiene orale domiciliare e valutare per quali aspetti possa essere considerato ancora attuale.

Già nell’antica Grecia si attribuì importanza all’igiene orale, ma solo nei secoli successivi, tra 500 e 600 d.C., grazie al popolo arabo divenne parte importante della cura personale; questo perché nella religione islamica la cura della bocca è considerata come processo di purificazione della propria persona, in quanto il profeta Maometto disse: ”Tenete pulita la vostra bocca perché da lì passa la lode a Dio!”.

L’antenato del dentifricio fu realizzato nell’antica Mesopotamia, sotto forma di un miscuglio a base di corteccia, menta e allume, un sale minerale. In India, invece, veniva utilizzato un mix di spezie, impasti di estratti vegetali di crespino e pepe.
Nell’Egitto, ancora, durante la dodicesima dinastia, le principesse facevano utilizzo di verderame, incenso e una pasta a base di birra dolce e fiori quali il croco. Legni, rametti e foglie venivano strofinati sui denti o semplicemente masticati per pulire la bocca o contrastare l’alitosi; ciò avveniva anche nei paesi arabi, in cui in qualità di spazzolino era, ed è tuttora, molto diffuso il miswak.

Il chewing stick è conosciuto in molte altre culture con nomi diversi: miswak in arabo, kojoji in giapponese, qesam in ebraico, qisa in aramaico e mastic in latino.
Il miswak è un bastoncino in legno ottenuto dalle radici, dai rami e dallo stelo della Salvadora Persica, denominata anche Arak, una piccola pianta che possiede un tronco ricurvo, che supera raramente i 30 cm di diametro, è alta 3 metri e appartiene alla famiglia delle Salvadoraceae, che cresce nel nord Africa (Fig. 1).

Questo ausilio si presenta come un legnetto di liquirizia di cui bisogna lavorare una delle due estremità, rimuovendo la corteccia esterna con un coltello o con i denti, in modo da ottenere delle fibre separate, definite anche fibre vegetali, ammorbidendole con l’aiuto della masticazione. Queste, proprio come le setole di uno spazzolino, aiutano a detergere il cavo orale dai residui di cibo, rimuovendo la placca e prevenendo la formazione di tartaro e l’insorgenza di gengivite.

Lo spazzolamento deve avvenire senza sfregare eccessivamente e con movimenti verticali in direzione apico-coronale. Dopo qualche uso le setole usurate si presenteranno con una colorazione più scura, tendente al marrone, e dovranno essere sostituite dall’incisione di un nuovo pezzo di corteccia.

In letteratura sono presenti diverse ricerche che hanno dimostrato il suo discreto contenuto di sostanze dalle proprietà antibatteriche utili nella prevenzione di alitosi e patologie dentali anche grazie alla presenza di minerali come il fluoro e il silicio. L’OMS poi ha promosso l’uso della radice di questa pianta per l’igiene orale e in altri ambiti medici date le sue proprietà.
Alcuni studi scientifici dimostrano che il miswak apporta molti vantaggi in termini medici: possiede proprietà antisettiche, detergenti, astringenti, antifungine, antivirali, anticariogene e, riducendo la placca batterica, anche proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e analgesiche. Le componenti fitoterapiche a contatto con la saliva ne cambierebbero subito la composizione, conferendole proprietà altrettanto benefiche (Mohamed SA, Khan JA, 2013, Kumar S. et al, 2013).

Come è noto, il pH salivare si abbassa notevolmente dopo l’assunzione dei pasti diventando acido: il miswak possiede la proprietà di innalzare i livelli di pH, riportando il cavo orale in una condizione basica prossima alla neutralità, dunque ha un ruolo importante nella prevenzione delle carie.

Alcuni ricercatori, come Gazi et al., attraverso le loro sperimentazioni notarono una riduzione significativa della gengivite buccale (p < 0.01) e linguale (p < 0.05) dopo l’utilizzo di miswak per 5 volte al giorno rispetto al normale uso dello spazzolino, concludendo che il bastoncino risulta essere più efficace nella rimozione della placca (1990).

Al-Lafi e Ababneh riferirono che utilizzare chewing sticks due volte al giorno regolarmente può ridurre l’incidenza della gengivite e inibire la formazione di carie (1995).
I bastoncini di miswak si presentano con lo stesso design, ma con diametri differenti. Il beneficio delle fibre durante l’azione meccanica è garantito dalla composizione chimica, che presenta trimetilammina, alcaloidi, olio di senape, vitamina C, resine, flavodina, saponine, steroli, silice e fluoro (Sofrata et al., 2007, 2008).

L’efficacia del Miswak contro i batteri Gram–negativi, responsabili della progressione di gengivite e parodontite, si è dimostrata importante: la sua azione è mirata contro Actinomyces anctinomycetemcomitans, Porphyromonas gingivalis, Haemophilus influenzae e Salmonella Enteric (Anthoney e Timothy, 2015).

Tuttavia, data la difficoltà del miswak nel raggiungere gli spazi interprossimali, se ne consiglia l’associazione ad ausili adatti a detergere queste zone.

In un recente studio sperimentale è stato comprovato che il miswak risulterebbe essere più efficace nella riduzione del BoP e del PI rispetto allo spazzolino manuale in sole due settimane di applicazione con livelli di significatività prossimi allo zero per quanto riguarda il sanguinamento e inferiori allo 0.1 per l’indice di placca. Si è osservata una miglior compliance da parte del paziente nell’utilizzo del miswak rispetto allo spazzolino tradizionale e ciò dimostra come un ausilio culturalmente diverso possa risultare motivante, portando a una maggiore cura personale (Ajimi et al., 2020).

fig. 1 Pianta di Salvadora Persica da cui si ricava il bastoncino miswak

Come possiamo considerare l’utilizzo del miswak
nella pratica clinica dell’igienista dentale?

Come è noto la radice non rappresenta l’ausilio di elezione per la disorganizzazione della placca batterica, tuttavia è necessario e interessante conoscerne le origini e le proprietà.

Nell’odierno contesto multiculturale può essere utile soprattutto per operatori del settore pubblico, ove si assiste a un sempre maggior numero di utenti provenienti da altre culture che potrebbero aver avuto contatto con questo strumento. Potrebbe essere utile cambiare qualche abitudine e suggerire lo spazzolino da denti, ma considerare anche il mantenimento del miswak, per chi già lo utilizza, in tutte quelle situazioni in cui il classico spazzolamento con dentifricio non è consentito o è disagevole. Inoltre comprendere abitudini e stili di vita diversi, senza negarli a priori, consente di riconoscere l’interlocutore prima come persona degna di merito, che come paziente. Valorizzare la tradizione del paziente, significa non negare la sua identità, presupposto fondamentale per instaurare una relazione di fiducia autentica che porterebbe all’apertura di nuovi scenari relazionali più solidi (Gangale e Ghianda, 2020).

Inoltre il miswak è da considerarsi utile in tutte quelle situazioni di progetti di cooperazione odontoiatrica nei paesi in via di sviluppo, ove probabilmente è facile che sia uno strumento già in uso; sarebbe da prediligere infatti rispetto alla fornitura di spazzolini tradizionali in contesti dove non sarebbe poi possibile mantenerne l’utilizzo o l’approvvigionamento. Infatti si conoscono purtroppo tristi realtà ove tali ausili “occidentali e moderni” vengono rubati per essere venduti, oppure nemmeno utilizzati al fine di essere commercializzati al fine di procurarsi cibo. Potenziare l’utilizzo di uno strumento più familiare e facilmente reperibile, ma comunque efficace come il miswak potrebbe costituire la soluzione di questi problemi ed essere al contempo più sostenibile.

Nel nostro Paese il miswak è reperibile presso erboristerie o negozi che vendono articoli di origine orientale.

Questo spunto di riflessione ci permette di effettuare uno scambio culturale andando a osservare come un ausilio di così antica datazione, possa risultare un’alternativa allo spazzolino manuale per chi desidera provare qualcosa di diverso, arricchendo nel contempo anche la nostra conoscenza sulla fito-odontoiatria.

Alcuni studi scientifici dimostrano che il miswak possiede proprietà antisettiche, detergenti, astringenti, antifungine, antivirali, anticariogene e, riducendo
la placca batterica, anche proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e analgesiche

Bibliografia

1
Mohamed SA, Khan JA. Antioxidant capacity of chewing stick miswak Salvadora persica. BMC Complementary and Alternative Medicine. 2013;13(1):40.

2
Kumar S, Navneet, Gautam SS, Kumar V. Preliminary phytochemical screening and antimicrobial activity of Salvadora persica Linn.extracts against oral pathogens. Fungal Genomics & Biology 2016;6(1):131. doi:10.4172/2165-8056.1000131.

3
Gazi M, Saini T, Ashri N, Lambourn A. Meswak chewing stick versus conventional toothbrush as an oral hygiene aid. Clinical preventive denistry 1990;12(4):19–23.

4
Al Lafi H, Ababneh T. The effect of the extract of the miswak (chewing sticks) used in Jordan and the Middle East on oral bacteria. Int Dent J 1995;45:218-222.

5
Sofrata A, Lingstrom P, Baljoon M, Gustafsson A. The effect of miswak extract on plaque pH. An in vivo study. Caries Res 2007;41(6):451-454.

6
Sofrata A, Claesson R, Lingstrom P, Gustafsson A. Strong antibacterial effect of miswak against oral microorganisms associated with periodontitis and caries. J Periodontol 2008;79(8):1474-1479.

7
Anthoney ST, Timothy LT. Phytochemical and antibacterial evaluation of ethanolic extract of Salvadora persica root extract against selected microorganisms. Int J Bioassays 2015;4(12):4658- 4666.

8
Ajimi S, Gangale M, Farronato D. Efficacia del Miswak vs spazzolino manuale: studio randomizzato in doppio cieco. In submission.

9
Gangale M, Ghianda L. Comunicazione emozionale in odontoiatria. Milano: Quintessenza, 2020.

Il chewing stick è conosciuto in molte altre culture con nomi diversi: miswak in arabo,
kojoji in giapponese,
qesam in ebraico,
qisa in aramaico e mastic in latino