Un cavo orale sano è una condizione che influenza in modo positivo la vita di un individuo, sia dal punto di vista della salute, sia nei rapporti sociali.

L’importanza di questo concetto è dimostrata anche dal fatto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce ogni 10 anni degli obiettivi di salute orale per alcune fasce di età che ogni paese membro dovrebbe raggiungere (1).

Se, a livello nazionale, gli ultimi rilevamenti epidemiologici evidenziano un progressivo allineamento dello stato di salute orale della popolazione italiana agli obiettivi OMS (2), la situazione risulta però diversa per quei pazienti che si trovano in una condizione di maggior rischio di sviluppare patologie orali a causa del loro atteggiamento e ansia nei confronti del team odontoiatrico.

Cos’è l’odontofobia?

La terminologia di solito distingue tra la paura dentale, che di solito si riferisce a una reazione emotiva spiacevole a situazioni associate al trattamento dentale, e l’ansia dentale, uno stato emotivo eccessivamente e irragionevole negativo che spesso affligge i nostri pazienti.

In pratica il soggetto è sopraffatto dal timore che stia succedendo qualcosa di terribile in relazione al trattamento dentale. Questo stato a volte può essere collegato a una serie di comportamenti non cooperativi o problematici che producono anche un aumento dello stress per il professionista (3), in quanto il trattamento richiede tempi prolungati, maggiori costi e una serie di difficoltà gestionali.

Essendo il paziente odontofobico soggetto a un effetto complessivo di ansia e paura multiforme, è portato non solo a evitare gli appuntamenti, ma anche ad avere una salute orale peggiore rispetto alle altre persone. Naturalmente, evitare di recarsi presso lo studio dentistico non è una scelta priva di conseguenze, dal momento che, se trascurati, gli stati infiammatori gengivali possono peggiorare, causando danni alla funzione masticatoria e a quella digestiva.

Il soggetto tipicamente manifesta uno stato ansioso piuttosto evidente sin da quando si trova in sala d’attesa, non solo una volta seduto sulla poltrona del dentista.

In questo l’igienista dentale riveste un ruolo di fondamentale importanza nel creare con i pazienti un rapporto di continuità e fiducia volto a garantire una migliore accettazione delle visite, e in particolar modo delle cure, per migliorare la salute orale dei soggetti affetti da questa fobia che risulta essere presente in tutto il globo.

Vi sono diversi approcci per aiutare i pazienti a combattere l’ansia e ridurre i livelli di stress.

Il protocollo

Fornire una prestazione a persone odontofobiche richiede un adattamento personalizzato nell’approccio e nelle tecniche di uso comune per ogni paziente fobico che presenta livelli di ansia e stress differenti.

L’approccio a ognuno di loro prevede lo stesso metodo per trarre lo stesso vantaggio, in quanto si opera sui parametri che giocano un ruolo fondamentale nella diagnosi e nella sintomatologia di questo problema.

I pazienti fobici non devono aspettare in sala d’attesa, e nel caso non oltre un tempo massimo di dieci minuti per non rendere la seduta ulteriormente stressante.

È poi utile sottoporre i pazienti al test di Corah, che risulta un test valido e molto utilizzato negli studi dentistici odontoiatrici in Italia.

Dopo aver risposto alle domande che permettono di inquadrare il paziente odontofobico, è utile effettuare un ulteriore test per valutare il livello di stress e motivazione all’igiene orale, prima e dopo la seduta.

L’attenzione deve essere sempre rivolta all’aspetto psicologico e motivazionale del paziente, in cui alcune domande socio-relazionali permettono di confermarne lo stato motivazionale.

Un aiuto dalla tecnologia

Se l’odontoiatra può ricorrere a tecniche quali la sedazione cosciente, l’igienista dentale deve trovare nell’ascolto e nelle capacità empatiche la chiave per aiutare il paziente a vincere la paura e sottoporsi alle cure.

Presso il Centro di Igiene Orale e Prevenzione dell’Università Vita-Salute San Raffaele abbiamo valutato una soluzione che prevede l’utilizzo della tecnologia della realtà virtuale per mezzo di appositi apparecchi.

La realtà virtuale è già attualmente impiegata in molti ambiti e discipline e può rendere più piacevole e meno stressante la seduta di igiene orale ed eventualmente diventare un nuovo strumento per combattere l’odontofobia.

Con questo ausilio il paziente mentre si sottopone a una ordinaria seduta di igiene orale professionale è distratto da un filmato rilassante che coinvolge vista e udito attraverso degli occhialini.

Gli occhialini proiettano l’utilizzatore come in una sala cinematografica sul cui schermo viene proiettato un filmato rilassante, quale un bosco con le fronde degli alberi mosse dal vento, le gocce di pioggia che lente cadono sulle foglie in un giardino, distese d’erba e dolci movimenti dell’acqua sulle rive di un lago; il tutto accompagnato da una musica, anch’essa rilassante, trasmessa dagli occhiali per mezzo di cuffie.

Per meglio comprendere se tale effetto di distrazione influisse oggettivamente sullo stato odontofobico, sono stati monitorati i parametri clinici di elevata salienza come la saturazione del sangue, la frequenza del battito cardiaco, la pressione sistolica e quella diastolica a inizio seduta, a metà e al termine.

Ci siamo aiutati per maggior precisione utilizzando il pulsiossimetro, uno strumento non invasivo, in grado di quantificare l’emoglobina legata al sangue che è in grado di misurare la frequenza cardiaca e l’intensità della pulsazione, prima, durante e dopo la seduta.

In aggiunta a questo strumento abbiamo utilizzato un misuratore di pressione digitale, azionato da pulsante nel momento in cui il pulsiossimetro rilevava i parametri, al fine di evitare di perdere tempo nella registrazione dei dati.

Inoltre abbiamo anche somministrato un questionario per rilevare il livello di ansia da loro percepito prima e dopo la seduta.

Normalizzando i livelli di stress, il paziente dovrebbe essere più motivato nella sua igiene orale domiciliare e a presentarsi con puntualità agli appuntamenti di controllo.

La rilevazione dei parametri nei tre momenti della seduta ha mostrato una costante diminuzione della pressione diastolica e della frequenza cardiaca al trascorrere del tempo.
L’intervista relativa allo stress, alla motivazione e alle problemantiche socio-relazionali ha permesso di riscontrare se vi fossero dei miglioramenti dati dalla reale potenzialità di questo presidio, anche a distanza di tempo dalla seduta.

La valutazione obiettiva dei valori pressori e della frequenza cardiaca non ha dato risultati particolarmente significativi rispetto all’uso degli occhialini, ma la risposta da parte dei pazientiè stata molto positiva, con miglioramenti dati dalla reale potenzialità di questo presidio, anche a distanza di due settimane dalla seduta.

L’utilizzo aggiuntivo degli occhialini può permttere di effettuare con maggiore tranquillità le manovre cliniche. Il consiglio è quello di rimuovere la gomma intorno agli occhialini per lasciare al paziente la possibilità di osservare il team odontoiatrico: in tal modo egli non resta isolato totalmente dal contesto e mantiene la sensazione di avere un controllo migliore su ciò che gli accade.

In sintesi

Creare un rapporto di fiducia in questi pazienti risulta difficile, per cui è importante istruire tutto il team odontoiatrico nel collaborare a ridurre i livelli di stress e ansia del paziente per farlo sentire in primo luogo a proprio agio e a fargli accettare le eventuali cure per il suo benessere.

In questo ambito psicologico, l’igienista dentale deve saper adeguatamente motivare l’individuo con paura e ansia a prendersi cura di se stesso aiutandolo con tutti i mezzi a propria disposizione.

L’esperienza insegna che questi pazienti hanno un estremo bisogno dell’attenzione dell’igienista dentale e si auspica che anche in Italia si possano istituire strutture specializzate per aiutarli, come già esistono nelle grandi metropoli del mondo, e che sempre più professionisti acquisiscano gli skill utili per accoglierli, seguirli e gestirli nel mantenimento di una buona salute, benessere e igiene orale.

Le regole da non dimenticare in presenza di soggetti odontofobici

  • Motivare il paziente all’igiene orale personale e i richiami di routine sfruttando la realtà virtuale e i video rilassanti trasmessi e verificarne l’efficacia.
  • Aiutare il paziente nelle difficoltà all’igiene orale domiciliare chiarendo eventuali dubbi e fornendo le giuste indicazioni nell’utilizzo degli strumenti per la propria cura e mantenimento in salute.
  • Prevenire trattamenti odontoiatrici e aiutare il paziente nell’affrontare interventi più invasivi che potenzialmente il paziente odontofobico non è in grado di sopportare e ridurne lo stress.
  • Collaborare per migliorare l’aspetto estetico, e gli aspetti percepiti da altri del cavo orale del paziente che possono incidere sulla qualità della vita e l’accettazione sociale.
  • Sensibilizzare i pazienti all’importanza del mantenimento di una corretta igiene orale domiciliare a fine di evitare ripercussioni sull’organismo stesso.
  • Coinvolgere il team odontoiatrico che si occupi della salute paziente affinchè sappia approcciarsi al paziente e instauri un rapporto di fiducia con lui.

Bibliografia

  1. Madau M, Strohmenger L. Prevenzione e promozione della salute orale in età pediatrica. Rho: Quintessenza Edizioni; 2003.
  2. Strohmenger L, Campus G, Castiglia P, Reali D et al. Indagine epidemiologica nazionale sulle condizioni dentoparodontali dei bambini di 4 e 12 anni. Doctor OS 2006; 17(8): 853-866.
  3. Cianetti S, Lombardo G, Lupatelli E, Pagano S, Abraha I, Montedori A, Caruso S, Gatto R, De Giorgio S, Salvato R.Dental fear/anxiety among children and adolescents. A systematic review. Eur J Paediatr Dent 2017 Jun;18(2):121-130.