I sali di Schüssler

sali di Schüssler
Immagine da page 225 of “Bacteriological apparatus: pathological, biochemical” (1920) www.flickr.com

Le informazioni che condivido con voi lettori nei miei articoli vogliono essere uno stimolo per approfondire argomenti poco conosciuti, e indurvi a porvi domande: un esercizio indispensabile per la crescita professionale.

In questa uscita parleremo dei sali tissutali meglio conosciuti come sali di Schüssler.
Il dottor Schüßler, medico della seconda metà del 1800, fu il formulatore di un sistema unico di preparati terapeutici cellulari, a cui diede il nome di biochimica.

Un po’ di storia

Wilhelm Heinrich Schüßler (21 agosto 1821 – 30 marzo 1898) era un medico tedesco di Oldenburg che cercava rimedi naturali e pubblicò i risultati dei suoi esperimenti in una rivista omeopatica tedesca nel 1873, riportando un elenco di 12 cosiddetti sali di cellule biochimiche che rimangono popolari nella medicina alternativa.

La biochimica si scosta dai tradizionali metodi di cura: essa usa come rimedi curativi delle sostanze inorganiche (minerali) definite sali tissutali, i quali sono essenziali per la vita e per la salute.

A ogni sintomo corrisponde una carenza di uno o più sali.

Basandosi sul principio che gli elementi inorganici sono essenziali per la vita e che insieme alle sostanze organiche permettono di costituire le cellule di cui il corpo è composto, e cercando nelle ceneri organiche questi elementi risulta che, come affermava Schüßler «non c’è osso senza calcio, sangue senza ferro, cartilagine senza silice, saliva senza cloruro di sodio».

La biochimica si scosta
dai tradizionali metodi di cura: essa usa come rimedi curativi delle sostanze inorganiche (minerali) definite sali tissutali,
i quali sono essenziali per la vita e per la salute

FIG. 1 I sali di Schüssler.

Come accennato sopra, la malattia si accompagna sempre a un deficit, che potremmo definire relativo, organico di determinati elementi minerali, dunque è logico, secondo la teoria biochimica elaborata da Schüßler, presumere che ripristinando l’equilibrio di questi minerali si possa ristabilire l’equilibrio di funzionamento organico e quindi la guarigione del paziente.

Non dobbiamo mai dimenticare che, secondo le medicine tradizionali e antiche, la salute, cioè l’omeostasi dell’organismo, si basa su una situazione di equilibrio di tutte le sfaccettature di ciò che è l’uomo. Ragionando in questi termini la malattia è un disturbo del ritmo corporeo, che contrasta con l’assimilazione e il trasporto degli elementi essenziali e vitali per riparare e mantenere i tessuti viventi e vitali.

In altre parole: se le cellule non ricevono il nutrimento adeguato e non vengono pulite dai residui tossici, è inevitabile uno stato di cattiva salute.

Questa situazione col protrarsi del tempo porterà sicuramente e inevitabilmente a uno stato di malattia: prima sommerso e anticipato da sintomi non riconducibili alla patologia (per esempio emicranie ricorrenti, infiammazioni orali inspiegabili o strani dolori articolari solo per citarne alcuni), per arrivare infine allo stato di malattia conclamato.

I concetti di medicina utilizzati da Schüßler per elaborare la biochimica si avvicinano molto all’omeopatia per l’utilizzo delle dosi infinitesimali, ma se ne distingue e differenzia poiché si appoggia esclusivamente sulle conoscenze scientifiche della biochimica e della fisiologia.

Questo paragone potrebbe essere poco comprensibile per chi non conosce la medicina omeopatica, ma se si conoscono le basi dell’alimentazione si può facilmente comprendere che la quantità di sali necessari alla perfetta funzionalità dell’organismo umano è nell’ordine dei microgrammi per alcune di queste sostanze.

I sali di Schüssler

I minerali che la biochimica di Schüssler considera essenziali per la cellula sono quelli rinvenuti nelle ceneri delle cellule stesse dopo calcinazione.

I rimedi considerati dalla biochimica sono dodici, cioè i principali costituenti inorganici del corpo umano, ai quali vengono attribuiti i rapporti terapeutici indicati nella figura 1 e nella tabella 1.

TAB.1 I sali di Schüssler.

In sintesi

In tutta sincerità i rimedi che utilizzo, tra l’altro sporadicamente, sono:

  • calcium fluoratum (fluoruro di calcio) per la remineralizzazione dei denti al posto del fluoro classico;
  • silica (biossido di silicio) per la cheilite angolare soprattutto nelle persone anziane.

Spero con queste poche righe di avervi portato a conoscenza di nuove terapie e di avervi incuriosito anche questa volta.

Bibliografia

1
Sarri S. Integratori in odontoiatria e igiene orale. Ariesdue: Milano; 2016. P. 195, 196, 197.