Introduzione
Le discromie dentali, da sempre, siano esse di origine intrinseca od estrinseca, rappresentano un significativo disagio estetico e se non trattate, possono produrre nei pazienti notevoli problemi psicologici a tal punto di condizionare i rapporti interpersonali. Attualmente il perfezionamento delle varie tecniche di sbiancamento, alla poltrona o domiciliari, permette di offrire ai nostri pazienti delle soluzioni conservative e performanti nel risultato estetico. Lo sbiancamento dentale è un trattamento cosmetico, effettuato da professionisti in ambito odontoiatrico, con l’obiettivo di diminuire la gradazione cromatica degli elementi dentali. Il colore del dente viene determinato da tre fattori, tinta, croma e valore(1). La tecnica di sbiancamento dentale si è evoluta nel tempo, variando ed ottimizzando gli agenti sbiancanti e perfezionando la metodologia di attivazione. Le prime tecniche impiegate si basavano sull’utilizzo di porta impronta riscaldati, ovvero sonde capaci di trasmettere calore applicate ad ogni dente. Questo tipo di metodologia si è rilevata poco efficace, in quanto il calore trasmesso al perossido, si concentrava principalmente nella porzione più lontana dallo smalto dentale ed il trattamento risultava inadeguato poiché non andava ad agire sulla dentina.
Negli ultimi anni si è affermata una nuova tecnica nota come trattamento sbiancante combinato, composta da una prima fase di preparazione effettuata direttamente in Office ed una seconda fase domiciliare nella quale il paziente effettua, previe indicazioni mirate, la terapia personalizzata. In questo secondo step, il clinico affida al paziente mascherine che sono state preparate e il perossido di carbamide illustrandone in maniera dettagliata l’utilizzo e la gestione. Questo tipo di trattamento è consigliato a tutti i pazienti, ma è risultato particolarmente efficace in quelli con gravi discromie, che richiedono una terapia prolungata ed un maggior controllo durante la procedura. Ulteriori considerazioni da parte del professionista: consigliare il trattamento sbiancante ai pazienti con una buona igiene orale domiciliare, informandoli che non agisce sui manufatti protesi e restauri in composito; che in caso di elevata sensibilità termica si consiglia di effettuare trattamenti desensibilizzanti prima di procedere allo sbiancamento. Il trattamento sbiancante non è permanente. Il tasso di decolorazione riportato dopo 2 anni è del 10%, dopo 5 anni del 25% e dopo 8 anni del 49%.
Spesso ci viene chiesto che cos’è lo sbiancamento dentale, ed è percepibile il forte desiderio di Tooth Whitening.
Innanzitutto, bisogna distinguere il trattamento di igiene orale professionale dallo sbiancamento. Spesso si crede che la “pulizia dei denti” sia uno sbiancamento, in realtà non è così. Durante il trattamento dell’igiene professionale vengono utilizzate delle polveri a base di glicina, bicarbonato ed eritritolo, il loro scopo è rimuovere tutte le pigmentazioni che possiamo trovare sullo strato superficiale esterno del nostro dente, lo smalto. Queste macchie possono essere causate dal nostro stile di vita e dalle nostre abitudini alimentari quali uso di caffè, tè, vino, bevande gasate, e cibi che contengono sostanze pigmentanti, come la liquerizia, frutti di bosco, barbabietole, spinaci. Il fumo è un altro fattore che interviene nella formazione di pigmenti a livello dentale, infatti, la nicotina e le altre sostanze provenienti dalla combustione della sigaretta sono responsabili di quelle antiestetiche macchie che vanno dal colore giallo-marrone al nero. Lo sbiancamento dentale invece è una procedura che deve essere eseguita dall’odontoiatra e dal professionista dell’igiene orale ed ha come obiettivo quello di modificare il colore cromatico presente all’interno del dente attraverso l’utilizzo di sostanze chimiche con vari tipi di attivatori.
Che tipi di sbiancamento sono utilizzati?
Possiamo dividere la procedura di sbiancamento in due tipologie:
- sbiancamento in office che viene effettuato dal professionista in studio;
- sbiancamento domiciliare che viene effettuato a casa dal paziente e monitorato con controlli programmati dal professionista;
Lo sbiancamento in office può essere di 3 tipi, tutti prevedono l’utilizzo di agenti ossidanti come il perossido di idrogeno (2) e il perossido di carbamide (3), che hanno la funzione di modificare il colore del dente, ciò che cambia è la concentrazione dell’agente, il tempo di esposizione e la procedura di esecuzione:
- sbiancamento tradizionale utilizzando perossido di idrogeno/carbamide con una lampada a LED (3);
- sbiancamento che utilizza la luce laser come foto – attivatore del gel contenente un cromoforo specifico per la lunghezza d’onda, presentando diversi vantaggi, tra cui quello di ridurre i tempi evitando così eventuale sensibilità post trattamento(4);
- sempre più utilizzato dai professionisti il trattamento combinato, che consiste in due fasi: la prima consiste in una “preparazione” del dente attraverso una seduta di sbiancamento con utilizzo di perossido + luce laser, la seconda fase prevede di abbinare il trattamento sbiancante domiciliare con delle mascherine personalizzate (previo impronte precedentemente prese) e il gel sbiancante per un periodo di tempo concordato con i professionisti del sorriso, giorni in cui il paziente utilizzerà il trattamento domiciliare seguendo una corretta igiene orale e una dieta dedicata.
Dopo aver fatto lo sbiancamento devo fare altro?
Esistono vari dentifrici, collutori, e gel in commercio per proseguire la terapia sbiancante di mantenimento, i cosiddetti “whitening”.
Non sono veri prodotti sbiancanti ma la loro azione si concentra sull’eliminare le pigmentazioni che possono crearsi sullo smalto dei denti attraverso piccole concentrazioni di agenti sbiancanti. Non bisogna confondere questi prodotti come sostitutivi del trattamento sbiancante ma vanno utilizzati come supporto al trattamento e dietro consiglio di una figura professionale poiché se utilizzati in modo errato possono creare più danni che benefici.
In quanto tempo si esegue un trattamento sbiancante?
A seconda del tipo di trattamento sbiancante che si eseguirà, e dell’obiettivo preposto i tempi possono variare.
- Lo sbiancamento in Office tradizionale utilizzando una lampada a LED prevede un ciclo di prodotto applicato per circa 20 minuti.
- Il trattamento laser invece prevede l’applicazione del prodotto per 20/30 minuti totali (procedendo per 3 secondi su ciascun dente).
- Il trattamento sbiancante domiciliare prevede l’applicazione del perossido di carbamide nella mascherina da indossare durante il giorno, per i giorni concordati con il professionista.
Effetti collaterali?
Lo sbiancamento dentale, se eseguito correttamente, è un trattamento sicuro. In alcuni casi si potrebbero però verificare effetti collaterali quali:
- ipersensibilità;
- irritazione delle mucose orali;
- ustioni;
- reazioni allergiche.
In pazienti particolarmente ipersensibili, è possibile l’insorgenza di leggeri fastidi durante lo sbiancamento. Tali manifestazioni potrebbero essere provocate dalla disidratazione dei denti o da processi di rarefazione dei tessuti dentali. È possibile evitare o alleviare queste reazioni, lasciando trascorrere un maggior lasso di tempo tra le due applicazioni, questo per favorire la naturale reidratazione dei denti(5).
In alcuni casi risulta necessario assumere prodotti specifici a base di fluoro, anche se i disturbi regrediscono automaticamente dopo pochi giorni dalla fine del trattamento(6).
Quanto durerà nel tempo il trattamento sbiancante?
Dipende molto dallo stile di vita che il paziente conduce, dall’igiene orale, da una corretta dieta alimentare, dal tipo di discromia presente e dal tipo di perossido che verrà utilizzato (7).
Sperimentazione clinica
La realizzazione di questo studio sperimentale è avvenuta all’interno del reparto di igiene orale e prevenzione dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Gli obiettivi principali della sperimentazione sono stati quelli di confrontare tre diverse tipologie di sbiancamento:
- il tradizionale eseguito in Office utilizzando perossido di idrogeno al 40% foto attivato mediante lampada LED;
- lo sbiancamento in Office laser assistito;
- la terapia sbiancante combinata, che prevede una prima fase eseguita nello studio odontoiatrico utilizzando perossido di idrogeno al 40% foto attivato mediante laser a diodi e una seconda fase domiciliare affidando al paziente 3 siringhe contenenti perossido di carbammide al 16%.
Lo studio è stato diviso in due parti, la prima formata da un questionario online per verificare le conoscenze generali della popolazione rispetto allo sbiancamento dentale, la seconda, realizzata nel reparto di igiene orale e prevenzione dell’ospedale San Raffaele, si è basata sul confronto tra le varie tipologie di sbiancamento in modo da attestare il miglior risultato estetico in termini cromatici.
La sperimentazione clinica ha preso in esame 30 pazienti totali suddivisi in tre gruppi da 10 pazienti per tipologia di sbiancamento.
Il questionario è stato somministrato a 358 persone attraverso i principali Social Network con una risposta media di 350 persone per domanda.
È stata richiesta la compilazione di dieci domande a risposta multipla, non sono state previste risposte giuste o sbagliate in quanto lo scopo del questionario è stato quello di accertare quali fossero le conoscenze di base rispetto all’argomento trattato ovvero, lo sbiancamento dentale.
Grafico 1 (Fig. 1)
Alla prima domanda sono state 355 le risposte, 359 “sì”. Questo dato ha permesso di capire che il 98,3% del campione almeno una volta ha sentito parlare di sbiancamento dentale.
Grafici 2 e 3 (Fig. 2, 3)
Benché il 76,5% dei partecipanti sarebbe interessato ad effettuare uno sbiancamento dentale, solamente il 28,7% almeno una volta nella vita si è sottoposto a questo trattamento.
Le due domande successive sono state realizzate indicando varie tipologie di trattamento sbiancante in modo da verificare se tutte le metodiche trattate in questa sperimentazione clinica risultassero note.
Grafici 4 e 5 (Fig. 4, 5)
Il 68,5% del campione afferma di conoscere una o più tipologie di sbiancamento dentale. La principale metodica conosciuta è quella in Office ovvero, quella eseguita direttamente in poltrona. Lo sbiancamento combinato risulta essere quello meno noto, soltanto 97 pazienti su 334 affermano di conoscere questo approccio terapeutico.
Grafico 6 (Fig. 6)
La maggior parte della popolazione afferma che l’intervallo medio di durata della terapia sbiancante sia uno o due anni. Invece il 2% ritiene che gli effetti del trattamento garantiscano una durata di 3 anni e il 2,9% ritiene lo sbiancamento un trattamento permanente.
Le domande successive sono state impostate in modo da verificare le conoscenze in merito ai potenziali effetti delle terapie sbiancanti.
Grafici 7 e 8 (Fig.7, 8)
Anche se la maggior parte dei pazienti afferma che lo sbiancamento dentale non arreca danno ai denti e ai tessuti molli del nostro cavo orale, una percentuale del campione dichiara il contrario. Questo potrebbe dimostrare che quest’ultimi non hanno mai effettuato un consulto con un professionista dell’igiene orale che potesse illustrare loro le procedure di sbiancamento e come esse vengono realizzate.
Grafico 9 (Fig. 9)
Il 21% dei pazienti sostiene che lo sbiancamento dentale è pericoloso, questa affermazione è parzialmente vera; infatti, se eseguito senza le dovute attenzioni e procedure potrebbe arrecare danni temporanei quali irritazioni ed ustioni dei tessuti molli. In alcuni casi i pazienti potrebbero presentare reazioni allergiche, se non correttamente informati sulle componenti dei perossidi utilizzati per lo sbiancamento.
Grafico 10 (Fig. 10)
L’85% dei pazienti ritiene che i kit sbiancanti venduti in farmacia non siano efficaci, mentre 53 risposte su 350 affermano il contrario, ritenendo che questi dispositivi sbianchino effettivamente gli elementi dentali.
La seconda fase è stata la sperimentazione clinica. Sono stati presi in esame trenta pazienti suddivisi in tre gruppi da dieci pazienti, a ciascun gruppo è stato assegnato un tipo di sbiancamento e il rispettivo protocollo operativo.
A tutti i pazienti è stato spiegato e fatto firmare un consenso informato in modo da permettere al paziente di capire la procedura operativa e le possibili complicazioni, dopo la firma del consenso è stato rilevato il colore iniziale ed effettuate le fotografie iniziali garantendo così un confronto al termine della procedura.
Protocollo operativo
La rilevazione del colore iniziale e finale del paziente è stata effettuata utilizzando la scala colore Vita Classical (Fig. 11).
Per la realizzazione di questo studio sperimentate è stato utilizzato il seguente protocollo operativo suddiviso in 4 fasi:
Fase 1:
- Esame intra ed extra-orale
- Controllo stato dei tessuti
- Igiene orale professionale utilizzando ultrasuoni, strumentazione manuale e AIR Polishing utilizzando Air Flow con polvere Plus (composta da una miscela di bicarbonato di sodio e ossido di silicio amorfo e idrofobo ed eritritolo). In caso di presenza di pigmentazioni estrinseche è stata utilizzata polvere Classic (composta da una miscela di bicarbonato di sodio). Ulteriore lucidatura utilizzando pasta da profilassi
- Eventuale controllo dopo 15 giorni per verificare che i tessuti infiammati siano tornati ad uno stato di salute
- Istruzioni al paziente pre-Sbiancamento; Consigliando, in caso di ipersensibilità, di utilizzare dentifrici desensibilizzanti prima di effettuare la procedura.
Fase 2:
- Consegna al paziente del Consenso Informato
- Presa impronte per realizzazione mascherine sbiancamento domiciliare
- Presa Colore degli elementi dentali del paziente utilizzando scala colore Vita Classical
- Foto iniziali per poter mostrare al paziente il risultato dopo aver finito il trattamento.
- Polishing utilizzando pasta da profilassi o AIR-Polishing utilizzando polveri Plus, Classic
- Applicazione Diga Liquida
- Fotopolimerizzazione Diga Liquida
- Applicazione perossido di idrogeno in concentrazione 40%
- Foto-attivazione perossido di idrogeno utilizzando Laser a Diodo o lampada LED (a seconda del gruppo “tesi” di appartenenza)
- Rimozione perossido di idrogeno dopo 20 minuti dall’applicazione e successiva applicazione per ulteriori 20 minuti
- Foto dopo la prima seduta di Sbiancamento in Office
- Raccomandazioni a paziente sulla dieta da mantenere dopo la seduta di sbiancamento (dieta bianca a base di cibi non coloranti in modo da evitare che eventuali alimenti possano pigmentare gli elementi dentali)
Fase 3 (solo per sbiancamento combinato)
- Foto al paziente prima della consegna sbiancamento domiciliare che il paziente dovrà eseguire per i successivi 10 giorni
- Consegna mascherine domiciliari e perossido di carbamide in concentrazione 16%, 10% o 6% a seconda del paziente (in caso di elevata sensibilità dentinale o consumo di cibi acidi verrà consegnato al paziente la concentrazione di perossido di carbamide più bassa).
Fase 4:
- Controllo dopo 15 giorni
- Presa colore utilizzando scala colore Vita Classical
- Foto post sbiancamento domiciliare
- Confronto con le foto iniziali
Consenso informato
A tutti i pazienti è stato consegnato, spiegato e fatto firmare il consenso informato, al fine di documentare la procedura, Le verranno eseguite fotografie delle due arcate dentarie per determinare il colore di partenza in base alla scala colori Vita prima del trattamento sbiancante, a 48 ore dal trattamento e dopo 15 giorni.
Le ricordiamo anche che:
- deve essere in grado di rimanere fermo per il corretto orientamento della luce fotopolimerizzante sugli elementi dentali da trattare;
- deve essere in grado di mantenere aperto il cavo orale, aiutato da un apribocca specifico, per il tempo necessario alla procedura di sbiancamento (mediamente 1 ora per gli sbiancamenti professionali, frazionata in spot di 15-20 minuti, trascorsi i quali il gel deve essere sostituito; gli spot possono essere replicati).
Appuntamenti e richiami
Le chiediamo collaborazione nel rispettare:
- un appuntamento di controllo dopo 48 ore dalla fine del trattamento professionale domiciliare, durante il quale verranno eseguite fotografie per definire la tonalità raggiunta e quantificarne il grado attraverso la scala colori; il confronto con le fotografie iniziali confermerà il miglioramento ottenuto;
- in questa seduta si deciderà se consegnarle il mini-kit per la stabilizzazione domiciliare.
Infatti, per ottenere la stabilizzazione, un buon mantenimento o persino un ulteriore miglioramento del colore raggiunto con lo sbiancamento professionale (sia esso con mascherina, senza mascherina fotoattivato con lampada o meno) il paziente dovrebbe effettuare con mascherina individuale, che provvederemo a consegnare, un breve trattamento domiciliare per almeno tre giorni consecutivi, seguendo le nostre istruzioni: un appuntamento di controllo dopo 15 giorni per verificare che non vi siano state recidive e che lo sbiancamento ottenuto sia stabile; appuntamenti con l’igienista semestrali o annuali o altra frequenza di richiamo delle sedute di igiene orale professionale.
Controindicazioni alla procedura di sbiancamento
Elenchiamo di seguito alcune tra le più importanti situazioni che costituiscono impedimento al trattamento.
Se avesse omesso di segnalarle nella compilazione della Sua cartella anamnestica in occasione della prima visita o se fossero sopraggiunte in epoca successiva alla compilazione della stessa, La preghiamo di contrassegnarle ora (Tab. 1).
Possibili effetti collaterali
La informiamo che alcuni pazienti possono avvertire sensibilità, in particolare a carico dei denti inferiori, di entità più o meno lieve, immediata o dopo alcune ore dal trattamento professionale. Per Sua tranquillità, la informiamo che questa sensibilità è comunque assolutamente temporanea e reversibile nel giro di poche ore dalla fine del trattamento professionale.
Lo stesso può accadere nel corso dello sbiancamento domiciliare. Sarà di pertinenza dell’odontoiatra o dell’igienista valutare se interrompere o proseguire il trattamento.
Questa sensibilità può essere attenuata o eliminata:
- con applicazione immediata post-trattamento di gel specifico desensibilizzante al fluoro di sodio (NaFI 1%) per dieci minuti o al nitrato di potassio, che provvederemo a consegnarle anche al domicilio di nitrato di potassio al 5%, da noi fornita;
- con l’utilizzo di dentifrici specifici desensibilizzante acqua tiepida; evitando di assumere cibi troppo caldi o troppo freddi, cibi o soluzioni ipertoniche o acide (aceto, agrumi…).
Istruzioni post-sbiancamento
Le 48 ore successive al trattamento sono importanti per ottimizzare i risultati.
Durante le prime 48 ore successive al trattamento la preghiamo di non assumere cibi o bevande colorate, come per esempio:
- caffè
- tè
- bevande colorate (cola, chinotto, aranciata…)
- vino
- sughi e salse
- verdure (carciofi, carote spinaci, barbabietole, pomodori…)
- frutta (ciliegie, fragole, frutti di bosco)
- marmellate
- liquirizia
- collutori
Consigliamo di assumere solo cibi e bevande incolore, le consigliamo inoltre di astenersi dall’uso di tabacco per non compromettere la buona riuscita del trattamento.
Durata dello sbiancamento
Una terapia di sbiancamento ha durata da uno a due anni, ma a condizione che esista un’efficace collaborazione da parte sua; in caso contrario si verificherà rapidamente una recidiva del colore. La sua motivazione all’igiene orale domiciliare, il rispetto degli appuntamenti di richiamo di igiene professionale e la collaborazione nell’attenersi a quanto sopraindicato sono fondamentali e determinanti della durata nel tempo dello sbiancamento ottenuto.
- Località e data
- Visto, letto, approvato
- Firma paziente
Istruzioni per la terapia domiciliare
I pazienti appartenenti al gruppo “sbiancamento combinato” hanno ricevuto le seguenti indicazioni:
Passo 1 (Fig. 12)
Riempire la mascherina con il gel: fare fuoriuscire dalla siringa in modo continuo il gel posizionandolo nella parte facciale della mascherina a circa a metà altezza da molare a molare. Utilizzare per ciascuna mascherina 1/3 (al massimo 1/2) della quantità di gel contenuta in una siringa.
Passo 2 (Fig. 13)
Lavare i denti prima di indossare la mascherina per rimuovere ogni possibile residuo.
Passo 3 (Fig. 14)
Indossare la mascherina: posizionare la mascherina riempita di gel sull’arcata. Premere delicatamente i bordi sulle superfici labiali e palatali e rimuovere la quantità eccedente di gel con uno spazzolino.
Il tempo di applicazione è variabile e personalizzato:
- Opalescence 16% Perossido di Carbammide: 4-6 ore
- Opalescence 10% Perossido di Carbammide: 8-10 ore o l’intera notte
- Opalescence 16% Perossido di Carbammide: 4-6 ore.
Passo 4 (Fig. 15)
Rimuovere e pulire la mascherina al termine dell’applicazione: togliere la mascherina e lavare i denti per rimuovere il gel, sciacquare la bocca due volte con acqua facendo attenzione a non deglutire eventuale gel rimasto, pulire la mascherina con uno spazzolino in silicone e acqua fredda, conservare la mascherina nel suo contenitore.
Risultati
Grafico 11 (Fig. 16)
il grafico mostra il guadagno in termini cromatici dei pazienti sottoposti a terapia sbiancante in Office laser assistito.
Il 70% dei pazienti sottoposti a terapia sbiancante laser assistita hanno ottenuto un miglioramento di almeno 6 gradazioni cromatiche, il restante 30% ha comunque ottenuto un risultato in quanto il colore iniziale era racchiuso nell’intervallo tra C2 e A2.
Lo sbiancamento laser assistito ha mostrato, all’interno del gruppo di studio, buoni risultati in pazienti con colore iniziale di C3 e A 3,5 due colori considerati come “scuri” all’interno della scala colore Vita Classical.
Le analisi descrittive hanno rivelato che lo sbiancamento laser assistito può essere considerato un’ottima metodica per il trattamento di pazienti affetti da discromie estrinseche di tipo 1 e 2 e una buona metodica per il trattamento di pazienti con alterazioni cromatiche intrinseche.
Grafico 12 (Fig. 17)
Il grafico mostra il guadagno in termini cromatici dopo aver effettuato una terapia sbiancante in Office foto attivata mediante luce LED.
Lo sbiancamento tradizionale o in Office ha garantito buoni risultati nei pazienti senza evidenti discromie, i pazienti 7 e 9 hanno ottenuto il massimo risultato possibile in quanto il colore finale è stato B1 ovvero, il colore indicato come il miglior colore all’interno della scala colore Vita Classical.
Al contrario delle aspettative questa metodica di sbiancamento è risultata poco efficace nel trattamento di pigmentazioni intrinseche di stadio 2 causate da tetracicline, il paziente 5 è risultato il paziente con meno guadagno cromatico all’interno del gruppo.
Le analisi statistiche descrittive indicano che questa tipologia di sbiancamento non è consigliata per pazienti affetti da discromie intrinseche, bensì rappresenta una valida metodologia operativa in pazienti con discromie estrinseche di tipo 1 e 2, ovvero, quelle causate da agenti pigmentanti come fumo e caffè.
Grafico 13 (Fig. 18)
il grafico mostra il guadagno cromatico del campione preso in esame utilizzando la tecnica combinata. Le statistiche descrittive hanno dimostrato che l’80% dei pazienti nel gruppo con metodica combinata hanno ottenuto un miglioramento cromatico di almeno 7 punti secondo la scala colore Vita Classical. Il 20% del campione ha ottenuto un miglioramento superiore o uguale a 4 gradazioni. Il paziente 8 ha ottenuto il guadagno cromatico maggiore all’interno dei tre gruppi studio, migliorando di 14 gradazioni. Il colore iniziale era C4 divenuto A1 al termine del trattamento combinato, dimostrando l’efficacia della metodologia per contrastare sia discromie estrinseche di tipo 1 e 2, causate da sostanze pigmentanti come caffè e fumo, sia per alterazioni cromatiche intrinseche come nel caso dei pazienti 2 e 10, entrambi con discromie di stadio 2 causate dall’assunzione di tetracicline in età infantile.
Grafico 14 (Fig. 19)
Guadagno cromatico medio confrontato tra sbiancamento combinato, laser e in Office. Le analisi descrittive indicano lo sbiancamento combinato come il trattamento con il miglior miglioramento medio all’interno del gruppo di studio composto da 30 pazienti, mostrando un guadagno medio di 8,6 gradazioni cromatiche. Lo sbiancamento laser ha ottenuto ottimi risultati all’interno del campione con un miglioramento cromatico medio di 7,4 punti secondo la scala colore Vita Classical.
La terapia sbiancante in Office è risultata la metodica meno efficace tra quelle oggetto dello studio ottenendo un guadagno medio di 5,3 gradazioni.
Conclusioni
Tutte le tipologie di trattamento si sono rivelate efficaci nel trattamento di discromie estrinseche di tipo 1, ovvero quelle causate da agenti pigmentanti, e di tipo 2 indotte da placca batterica.
Lo sbiancamento in Office, nonostante sia stata la modalità di trattamento più conosciuta all’interno del questionario online (circa il 68%), ha garantito il minor guadagno cromatico nel campione preso in oggetto. Il trattamento però è comunque valido, infatti, in pazienti con colore iniziale “chiaro” ha garantito gli stessi risultati delle alte tipologie di sbiancamento. Il trattamento sbiancante laser assistito è risultato vantaggioso in termini di guadagno per i pazienti che presentavano, oltre che discromie estrinseche di tipo 1 e 2, discromie intrinseche causate da tetracicline fino allo stadio 2. Benché non sia stata la metodica con il miglior guadagno medio, è stata quella che all’interno del campione ha determinato il secondo maggior numero di pazienti con un netto miglioramento. Sette pazienti su dieci hanno guadagnato più di 6 gradazioni cromatiche. Il trattamento sbiancante combinato è stata la metodica meno conosciuta secondo le risposte del questionario somministrato, solo il 30% dei pazienti era a conoscenza di questo trattamento. Invece si è affermata come terapia che permette il maggior guadagno cromatico medio in tutte le discromie precedentemente elencate. Il trattamento si è rivelato particolarmente efficace in caso di discromie causate da tetracicline anche di terzo stadio ed in pazienti in cui il colore di partenza era “scuro”, ovvero tendeva verso la fine della scala colore Vita Classical. I pazienti 2, 8 e 10 presenti nel campione di questa tipologia di trattamento hanno ottenuto un miglioramento netto. In conclusione, tutti i trattamenti sbiancanti si sono rivelati validi, ma la terapia combinata è risultata la migliore in termini di guadagno cromatico medio all’interno del gruppo di studio analizzato.
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