Ergonomia e relazione con il paziente

Laurea honoris causa Su proposta del Magnifico Rettore professor Enrico Gherlone, il professor Carlo Guastamacchia è stato recentemente insignito della laurea honoris causa in Odontoiatria e Protesi Dentaria dall’Università Vita-Salute San Raffaele. È il più recente tra i numerosi riconoscimenti che costellano una lunga e prestigiosa carriera professionale e didattica.

Per parlare di motivazione iniziamo dalla videocamera, ricordando il nostro consueto esagerato paragone fra curette, trapano e videocamera: i primi due quali strumenti indispensabili all’attività preventodontica manuale, l’ultima quale strumento essenziale alla comunicazione tra noi e il paziente. Ed è per questa ragione che trattiamo tutte le implicazioni nell’uso della videocamera tra le procedure operative specifiche per creare l’alleanza con il paziente. 

È singolare ricordare come la videocamera, allorché fu presentata per la prima volta, circa 30 anni fa, venne raccomandata perché le immagini che si potevano mostrare al paziente costituivano il presupposto motivante al (cosiddetto) “acquisto” delle nostre prestazioni, preventive e/o terapeutiche. La realtà, dimostratasi sempre più valida, è che con l’uso disinvolto della videocamera nasce e si dimostra sempre più consistente la motivazione all’auto-assistenza.

La videocamera

È anzitutto indispensabile fare una premessa sulla differenza che esiste tra raccogliere immagini con la macchina fotografica e la videocamera. La notevole differenza di definizione che vi è tra i due strumenti, a scapito della videocamera, è compensata dalla maneggevolezza e conseguente semplicità con cui la utilizziamo per un continuo processo di dimostrazione al paziente. Questi, letteralmente, segue con noi ogni passo del nostro lavoro, comprendendo meglio ogni sia pur piccolo passaggio. Non è eccessivo, infatti, paragonare l’obiettivo della videocamera al quarto occhio dell’igienista, intendendosi come terzo lo specchietto operatorio. Tutto questo con la macchina fotografica non è possibile. 

Importante è anche la possibilità più avanzata di usufruire di software di approfondimento, date le possibili variazioni relative agli ingrandimenti e alle modifiche di intensità di colore: così la videocamera diviene uno strumento fondamentale per la diagnosi e per la comunicazione con il paziente. 

Dalla sua origine i modelli di videocamera sono stati numerosi, a partire dagli analogici, oggi del tutto sostituiti da quelli digitali, collegati a filo oppure wireless. Oggi il tipo più avanzato di videocamera è il modello che consente di variare fuoco e colore delle lampade per la precisa identificazione di superficie del dente, placca ed eventuale carie. Con varie immagini è di grande aiuto diagnostico ed è di grande dimostratività vedere come i tre tipi di luci, bianca, gialla e blu, possano evidenziare placca (fresca o vecchia), tartaro e carie. 

Per quanto riguarda lo schermo della videocamera, preferiamo definirlo in centimetri (40×23, meglio 70×40, troppo scarso 28×17). Questo deve essere posizionato a una distanza massima di 50-60 centimetri dagli occhi del paziente, con visione ortogonale. Importante è pure che permetta l’analisi dettagliata di fini particolari, con la relativa possibilità di evidenziarli mediante pennarelli: pertanto è utile che lo schermo sia di vetro o ricoperto dalla sovrapposizione di un pannello vetrato. 

Impostazione logistica: postura e posizionamento

Quando è in atto un dialogo a sé stante, il posizionamento del paziente deve essere sulla poltrona e la sua postura seduta, mentre durante  l’illustrazione di un caso terapeutico, con la videocamera, il posizionamento del paziente è sempre sulla poltrona, ma la sua postura è semisdraiata. Partiamo ovviamente dal concetto, infatti, che ogni sala operatoria debba essere dotata di uno schermo, dedicato a questo scopo, che sia facilmente visibile dal paziente in postura semisdraiata o seduta. A questo fine è molto vantaggioso avere lo schermo su un servo-mobile, facilmente avvicinabile agli occhi del paziente, mentre non ci sembra altrettanto vantaggiosa la posizione dello schermo all’altezza della lampada operatoria: questa posizione crea impedimenti al brandeggio e al posizionamento sia dello schermo che delle luci operatorie. In entrambi i casi descritti, la postura dell’igienista sarà seduta e il posizionamento più o meno vicino al paziente, a seconda dello svolgimento del dialogo. 

In modo più specifico segnaliamo che quando si voglia discutere con il paziente un’immagine dello schermo, è bene che ci si affianchi al paziente, in modo che entrambi guardino, insieme, nella medesima direzione. In tutti i casi al paziente sarà evitata qualunque fonte luminosa sul viso (luci operatorie e/o finestra) e, a questo riguardo, è continuo compito dell’igienista evitare che il paziente possa essere infastidito da questi disagi.

Oltre a immagini patologiche la videocamera  permette di evidenziare, al paziente, particolari anatomici della  bocca di cui non ha la minima consapevolezza 

La videocamera e l’igienista

È indispensabile che ogni aspetto patologico dei denti e delle gengive venga dimostrato con l’aiuto della videocamera. È implicito, in tutto questo procedimento, che per l’igienista lo strumento essenziale divenga il fattore tempo. Ogni momento illustrativo diviene, contemporaneamente, didattico e motivazionale, ma questo avviene con indispensabile “consumo” di tempo. Importante è pure che l’igienista si esprima sempre in termini di “sospetto”, che viene poi segnalato al dentista per la definizione. Questo perché la diagnosi vera e propria può essere fatta, legalmente, solo dal dentista, mentre l’igienista, altrettanto legalmente, non può fare diagnosi in prima persona. 

In ogni caso, se per il dentista la videocamera è un utilissimo strumento dimostrativo, per l’igienista è un indispensabile strumento motivazionale. Infatti l’uso costante che l’igienista ne deve fare riguarda il prima e il dopo di ogni seduta di detartraggio, polishing, sbiancamento e/o insegnamento per l’igiene domiciliare. Quest’ultima, specie in occasione di un primo appuntamento, deve sempre essere verificata con uno o più appuntamenti successivi, finché il paziente non dimostri (con la verifica della videocamera) di aver perfettamente assimilato le tecniche di detersione. 

Qualora il paziente desideri avere le immagini con i segni fatti dal dentista, questi vengono incorporati nell’immagine attraverso un software apposito, in modo che si possano inviare via web o stampare. Questi trasferimenti servono particolarmente per documenti da inviare alle assicurazioni o per permettere al paziente di illustrare i preventivi a casa. 

Oltre a immagini patologiche la videocamera ci permette di evidenziare, al paziente, particolari anatomici della bocca, di cui non ha la minima consapevolezza. Questo consente di impostare discorsi approfonditi riguardo a quanto può verificarsi di patologico o di riuscita terapeutica, prima o dopo ogni alterazione di denti, gengive o apparato stomatognatico .

La videocamera riveste pertanto una specifica importanza per quanto riguarda la didattica, con implicita motivazione, riguardo alle modalità con cui il paziente deve provvedere alla detersione dei propri denti. Sia l’uso dello spazzolino che quello degli scovolini vanno mostrati al paziente con la videocamera: il paziente si rende così conto, de visu, di come dovrà posizionare, volta a volta, settore per settore, gli uni e gli altri.