Intervista a Gianna Maria Nardi

La nostra redazione ha incontrato Gianna Maria Nardi per parlare del suo lungo percorso professionale e accademico che si è sviluppato in parallelo all’evoluzione della figura dell’igienista dentale, a cui ha dato un contributo indiscutibile, ed è culminato nella nomina a professore di ruolo di II fascia MED 50 presso il dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo-Facciali della Sapienza Università di Roma.

Professoressa Nardi, lei è la prima igienista dentale a raggiungere un traguardo accademico così importante: come è iniziato il suo percorso? 

Mi sono iscritta alla scuola a fini speciali per igienisti dentali quando la nostra figura professionale era quasi sconosciuta. Avevo fatto tale scelta perché avevo intuito che, essendo una nuova professione, avrei avuto l’opportunità di entrare nel mondo del lavoro. Inoltre mi affascinava il poter rendermi utile per divulgare l’attenzione alla cura della propria salute orale. Avevo avuto esperienze lavorative giovanili quale speaker nelle tv private e caratterialmente sono sempre stata portata all’approccio comunicazionale emotivo ed empatico, caratteristica fondamentale per noi operatori sanitari che operiamo nel distretto forse più rappresentativo della persona. Ho seguito quasi tutti i percorsi formativi per igienisti dentali, dal diploma universitario al corso di laurea, la laurea specialistica magistrale oltre ai master e ad alcuni approfondimenti formativi all’estero, di cui alcune volte poi ne sono diventata coordinatrice.
Quando ho compreso quanto fosse importante divulgare la prevenzione sul territorio e, di conseguenza, la nostra professione, ho intuito il potenziale di crescita della figura dell’igienista dentale. È iniziata così la mia esperienza associativa: siamo partite da zero e con tante difficoltà nel farci accettare, ma con un grande impegno, perseveranza e un po’ diplomazia abbiamo portato avanti il riconoscimento dovuto a questa professione. Per me è stato un periodo molto stimolante e credo che l’entusiasmo e anche il piglio combattivo siano stati il coefficiente che ci ha permesso di compiere tanti passi importanti verso la qualificazione del titolo. L’esperienza associativa mi ha permesso di raggiungere molte soddisfazioni: ho sempre creduto sia nelle idee che volevo esprimere sia nei soci, che sono poi gli artefici del successo e dei risultati che sono diventati il nostro patrimonio comune.

La cerimonia nel rettorato della Sapienza Università di Roma

E per quanto riguarda la carriera universitaria?

Mi piace dire di aver fatto della ricerca e della promozione di nuovi approcci ai protocolli operativi di salute gli obiettivi primari della mia carriera.
Provengo da una estrazione formativa di tipo pedagogico e quindi l’insegnamento, anche se non a questi livelli, era una prospettiva che rientrava nell’ambito delle mie qualità caratteriali. Ho iniziato l’attività di docenza all’Università di Bari “Aldo Moro”, ma ho operato anche in altri atenei, tra cui l’università Magna Grecia di Catanzaro, Sapienza di Roma, all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, all’Università di Modena-Reggio Emilia e poi nel 2004 ho superato il concorso da ricercatore, confermato dopo tre anni, presso il dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo-Facciali della Sapienza Università di Roma, dove il primo settembre scorso sono stata nominata professore associato dalla rettrice Antonella Polimeni. Il settore a cui appartengo è il MED 50, che ha dei parametri molto impegnativi per l’abilitazione e quindi sono molto contenta e orgogliosa. Tutto ciò è particolarmente gratificante, soprattutto se consideriamo il men che esiguo numero di colleghi operatori sanitari, in Italia ma anche all’estero, che rivestono ruoli accademici istituzionali di questo livello: secondo i dati della federazione europea degli igienisti dentali sarebbero circa una decina. Anche ampliando lo sguardo alle altre figure che afferiscono al nostro Ordine dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, i numeri in tal senso sono piuttosto ridotti.

Un traguardo davvero importante …

Sì, molto e spero che per gli igienisti dentali questo possa essere festeggiato come momento importante e di incentivo a percorrere le strade della docenza e della ricerca. L’auspicio è vedere la nostra professione sempre maggiormente riconosciuta e inserita all’interno del mondo accademico come accade per alcuni colleghi di altre professioni sanitarie. Ne approfitto qui per ringraziare la mia famiglia, a cui ho sottratto tanto tempo, i colleghi della libera professione, dall’AIDI all’UNID, e l’ordine del quale sono componente della Commissione d’Albo Nazionale degli igienisti dentali. Un grande ringraziamento va alla magnifica rettrice professoressa Antonella Polimeni, al direttore del dipartimento professoressa Ersilia Barbato, alla professoressa Livia Ottolenghi e a tutti i colleghi del Dipartimento di Scienze odontostomatologiche per il loro affettuoso sostegno, nonché ai miei studenti, perché sono loro la mia energia e linfa vitale. Ecco, mi sento di dedicare questo traguardo a tutti gli studenti che ho seguito in questi anni al corso di laurea perché sono stati loro che, con le loro richieste e domande, mi hanno dato lo stimolo affinché potessi fare sempre meglio. Ciò dimostra che, se l’impegno è fatto di passione e continuità, il risultato prima o poi arriva. Ed è proprio la continuità, nel senso di non fermarsi mai su situazioni routinarie ed essere sempre pronti a migliorarsi per proseguire con immutato piacere nella propria professione, un elemento chiave per approcciarsi con costante entusiasmo e curiosità a tutto ciò che può essere, per esempio, l’innovazione nella professione. In tal modo si possono identificare nuovi percorsi operativi o anche semplicemente aggiornare approcci clinici che, per dovere etico e morale, hanno sempre bisogno di continui adeguamenti in funzione dell’evoluzione della ricerca scientifica e della validazione delle tecnologie a disposizione.

Che cosa rappresenta oggi la figura dell’igienista dentale?

Penso che oggi tutti si rendano conto del ruolo importante che può avere sul territorio il supporto di una professione sanitaria come quella dell’igienista dentale. L’accettabilità della nostra figura professionale si basa sulla qualità di ciò che esprimiamo, soprattutto nell’ambito della prevenzione primaria nei confronti del paziente sano, nella prevenzione secondaria per le patologie reversibili, dove è necessario un approccio motivazionale a corretti stili di vita, e sia nella prevenzione terziaria, che richiede un grande impegno per il difficile lavoro di mantenimento delle riabilitazioni odontoiatriche. Ed è proprio in queste situazioni che l’igienista dentale diventa il partner indispensabile per il successo delle terapie nell’interesse della persona assistita. “La prevenzione è una vera terapia di benessere” è la mia citazione, che divulgo in tutti i contesti dove sono relatrice, e l’approccio clinico “personalizzato e condiviso” è il mio filone di ricerca applicato alle differenti condizioni cliniche. L’implementazione delle tecnologie validate dalla ricerca che agevolino il mantenimento delle condizioni di salute è ciò che stimola la mia creatività dei filoni di ricerca.  Pensando all’aumento dei pazienti con patologie croniche, credo sia sostanziale per noi igienisti dentali la presa in carico della persona assistita per tutto il corso della sua vita, seguendo l’evoluzione di queste cronicità e i bisogni speciali nelle varie fasi dell’esistenza. Per questo è necessario che l’igienista dentale possa effettivamente operare anche nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, luogo per eccellenza della prevenzione, e raggiungere direttamente tutte le fasce della popolazione, soprattutto quelle più fragili, attraverso, per esempio, scuole e RSA, in cui proporre un servizio oltre che clinico-sanitario, anche culturale per intervenire soprattutto sugli stili di vita che sono poi i principali determinanti della salute. Tra gli impegni accademici sono particolarmente felice di dirigere il master Specialistico sulla “Gestione della salute orale nel paziente special needs”, offerta formativa dell’Università Sapienza di Roma, che è stato accolto dai colleghi che vi hanno partecipato con grande entusiasmo, dimostrando quanto la nostra professione sia sensibile all’approfondimento di tematiche che richiedono particolare rispetto, preparazione e attenzione.