Indagine conoscitiva sulla prevenzione orale nelle residenze sanitarie assistenziali della Lombardia

Fig. 1 Andamento delle risposte al questionario nel periodo dal 29/07/23 al 28/09/23.
Fig. 1 Andamento delle risposte al questionario nel periodo dal 29/07/23 al 28/09/23.
Scopo del lavoro:

Condurre un’indagine conoscitiva sulla prevenzione della salute orale degli anziani residenti in RSA della Lombardia, con lo scopo di comprendere il ruolo dell’igienista dentale nella prevenzione e nella formazione in queste strutture.

Materiali e metodi:

Ai direttori sanitari delle RSA della Lombardia è stato somministrato un questionario, dopo averle suddivise in base alla capienza in 3 campioni casuali (n=100). Le risposte pervenute entro i limiti di tempo previsti (n=33) sono state analizzate utilizzando variabili descrittive con il software Excel.

Risultati:

Ai direttori sanitari delle RSA della Lombardia è stato somministrato un questionario, dopo averle suddivise in base alla capienza in 3 campioni casuali (n=100). Le risposte pervenute entro i limiti di tempo previsti (n=33) sono state analizzate utilizzando variabili descrittive con il software Excel.

INTRODUZIONE

Salute orale: panorama globale e italiano

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Federazione Dentale Internazionale (FDI) definiscono la salute orale: “un costituente fondamentale per le funzioni essenziali, il benessere psicosociale e la partecipazione sociale” (1, 2, 3).

Tuttavia, la salute orale è stata trascurata a lungo dall’agenda sanitaria globale (3, 4) e dalla politica sanitaria (5). Le malattie orali sono tra le più comuni patologie non trasmissibili in tutto il mondo, colpendo circa 3.5 miliardi di persone. Hanno una natura cronica, progressiva e cumulativa (3), causando gravi oneri sanitari ed economici e riducendo notevolmente la qualità della vita delle persone affette (5).  La maggior parte delle patologie orali può essere prevenuta mediante la cura personale o trattata tramite misure semplici e basate sull’evidenza scientifica efficaci in una varietà di contesti, includendo Paesi a basso e medio reddito (3). Tuttavia, la salute orale e le professioni legate a tale ambito sono diventate in qualche modo isolate ed emarginate dagli sviluppi principali della politica sanitaria e dei sistemi di assistenza sanitaria.

L’attuale modello di offerta di cure dentali e di politica di prevenzione non affronta l’onere globale delle malattie orali (5). L’odontoiatria del XXI secolo non è stata in gran parte in grado di contrastare la sfida globale delle malattie orali (6, 7) rappresentando un servizio guidato dalla domanda, piuttosto che da una pianificazione e dunque scarsamente in linea con le esigenze di salute orale della popolazione (3, 8), che è stata definita “legge sull’assistenza inversa” (9).

Anche in contesti con presenza di risorse, l’odontoiatria non soddisfa le esigenze di grandi segmenti della popolazione e si concentra sempre di più sull’erogazione di trattamenti estetici, in gran parte guidati da motivi di profitto e di consumismo (10). In questi contesti, l’attuale approccio orientato al trattamento, caratterizzato dall’utilizzo di alta tecnologia ed intervenzionista non affronta né le cause sottostanti della malattia, né le disuguaglianze della salute orale (8).

Storicamente, i servizi italiani di salute orale sono stati organizzati separatamente dai servizi sanitari generali, come accade spesso in tutto il mondo (11).

In Italia, vi è una scarsa fornitura di prestazioni odontoiatriche a livello pubblico, con limitate risorse allocate ai servizi rimborsabili (12).

Le prestazioni odontoiatriche a carico del SSN sono limitate a programmi di tutela della salute orale nell’età evolutiva nella fascia 0-14 anni e a specifiche categorie di popolazione in condizioni di particolare vulnerabilità, in base a quanto sancito dal D. lgs 502/1992 e successive modifiche e integrazioni e dal DPCM 12 gennaio 2017 (13). Per il resto della popolazione l’assistenza sanitaria orale preventiva, di routine o terapeutica essenziale generalmente non è coperte (14, 15), generando così disuguaglianze nell’accesso e nel ricorso alle cure. Le disuguaglianze sociali influenzano l’accesso alle cure, con evidenti differenze legate al reddito, istruzione e luogo di residenza (16, 17).  Per la cura delle patologie orali si spendono circa 19 miliardi e 123 mila euro all’anno, di cui il 95% è rappresentato da pagamenti out-of-pocket da parte dei cittadini (7).

Relazione tra invecchiamento e salute orale, salute sistemica e qualità della vita

La salute orale rappresenta un fattore essenziale per gli anziani e i bisogni di assistenza orale sono in aumento nelle società che invecchiano (18). Negli ultimi cinquant’anni, lo sviluppo socioeconomico in molti Paesi è stato accompagnato da una forte riduzione della fertilità e da un drastico aumento dell’aspettativa di vita (19, 20). Questo fenomeno, definito transizione demografica (21), è alla base dei rapidi cambiamenti della demografia in tutto il mondo, caratterizzata da un aumento della percentuale di anziani nella popolazione generale in un periodo di tempo relativamente breve (20). Il report pubblicato dalle Nazioni Unite nel 2020 riporta che la popolazione di soggetti di età 65 o superiore si attesta a 703 milioni e ci si aspetta che questo numero raddoppi in 30 anni, e che il numero di persone di 80 anni e oltre è di 143 milioni e si prevede che triplichi entro il 2050 (22). In questo assetto demografico, risulta maggiormente probabile un incremento nella prevalenza e nell’incidenza di malattie croniche, che risultano in aumento con il crescere dell’età (23, 24). La presenza di cronicità e multi morbidità hanno un impatto negativo sui livelli di autonomia nelle attività essenziali nella vita quotidiana e sulla qualità della vita stessa, in particolare tra i soggetti molto anziani (25). L’invecchiamento è il cambiamento fisiologico che si verifica nel corpo nel corso del tempo (26). Tuttavia, una scarsa condizione di salute orale non è una parte inevitabile dell’invecchiamento, siccome una buona cura orale nel corso della vita può risultare nel mantenimento di una dentatura funzionale anche in età avanzata (27, 28). I problemi di salute orale con maggiore prevalenza nella popolazione anziana sono perdita degli elementi dentali, carie, malattia parodontale, xerostomia e lesioni orali pre-cancerose e cancerose (21, 27). La salute orale rappresenta un fattore determinante per il mantenimento della qualità della vita, della salute e del benessere generale (29) ma è spesso trascurata negli approcci integrati della salute generale (30). La presenza di problemi orali come mancanza di elementi dentali, carie, mobilità dentale, problemi legati alle protesi, lesioni orali e xerostomia possono provocare dolore e disagio. Inoltre, possono compromettere la masticazione, la comunicazione, la deglutizione, il sorriso, la socializzazione e hanno un impatto negativo sulla qualità della vita (31). In letteratura vi è un numero crescente di evidenze che ha dimostrato diverse associazioni, alcune delle quali bidirezionali, tra il cavo orale e le patologie sistemiche prevalenti nella popolazione anziana, come il diabete, le malattie cardiovascolari, la demenza e le malattie respiratorie (31). La perdita di elementi dentali e la parodontite rappresentano una disabilità tra gli anziani, che comporta una ridotta masticazione, scelte nutrizionali inadeguate, difficoltà nel parlare e problemi psicologici (32), perdita di peso, scarsa comunicazione e un basso livello di benessere e autostima (33). È stato dimostrato che una scarsa salute orale è associata a una dieta povera in quantità e qualità di cibi per i soggetti più anziani. Il numero di denti è significativamente associato al numero di alimenti che gli anziani sono in grado di mangiare. Questo perché la perdita di elementi dentali potrebbe influenzare la scelta di alimenti di consistenza minore, con la conseguente perdita del piacere di mangiare (34), portando così a malnutrizione e conseguentemente a fragilità (27). La mancanza di nutrienti esacerba la patologia cronica negli anziani, predisponendoli a sarcopenia e fragilità. È stato introdotto il termine “anoressia dell’invecchiamento” per riferirsi a questo fenomeno che rende gli anziani più vulnerabili ai fattori di stress e maggiormente inclini a incorrere in esisti negativi per la salute, come scarsa qualità della vita e ridotta sopravvivenza (35). La popolazione anziana è a rischio di sviluppare non solo patologie legate ai denti, ma anche lesioni orali. Pertanto, visite odontoiatriche regolari e cure orali preventive sono di fondamentale importanza per invecchiare con successo, riducendo l’infiammazione orale e mantenendo la salute generale e orale (36). Una buona igiene orale è essenziale per il controllo della carica batterica orale totale, per il mantenimento o la ristabilizzazione dell’equilibrio simbiotico orale e per la prevenzione della diffusione dei batteri orali in altri siti del corpo (4, 37). Il cambiamento demografico nei Paesi ad alto reddito ha importati implicazioni per i servizi sanitari. Il numero di persone con morbilità e dipendenza assistenziale è in aumento e continuerà a crescere, così come il numero di residenti in case di cura. Nel territorio della Lombardia si contano complessivamente 707 residenze sanitarie assistenziali, che offrono un totale di 64.165 posti disponibili. Per i residenti nelle case di riposo la prevalenza di problemi di salute orale quali carie, malattia parodontale e edentulismo permane elevata e la scarsa igiene orale rappresenta una delle principali preoccupazioni nelle strutture di assistenza a lungo termine (38). Questi problemi orali possono essere ulteriormente aggravati da disturbi cognitivi e motori e da un declino della salute generale. Inoltre, quando lo stato di salute generale di un paziente peggiora, l’igiene e salute dentale vengono spesso trascurate (39). Tutti i residenti nelle strutture di lungo degenza dovrebbero essere sottoposti a regolari valutazioni e controlli da parte di personale qualificato. Tuttavia, le evidenze mostrano alti livelli di patologie orali, ma scarsi accessi agli odontoiatri in queste popolazioni (40). Le attuali pratiche di prevenzione e offerta di servizi nelle case di cure sono spesso carenti. L’approccio attuale alla gestione della salute orale nell’assistenza agli anziani è passivo, in quanto le fasi iniziali delle patologie orali vengono spesso trascurate e vengono considerate solo dopo che il paziente riferisce dolore (41). In Italia sono assenti servizi odontoiatrici specifici per anziani (42). Dunque, diventa necessario fornire assistenza per la salute orale agli anziani vulnerabili, compresi i residenti nelle case di cura. L’integrazione delle cure orali con l’assistenza generale potrebbe migliorare la qualità della vita quotidiana degli anziani e ridurre i costi sanitari (18). Pertanto, lo scopo del lavoro è stato quello di eseguire un’indagine conoscitiva sulla prevenzione della salute orale degli anziani residenti in RSA per comprendere il ruolo dell’igienista dentale in questo contesto.

MATERIALI E METODI

fPer condurre lo studio è stato elaborato un questionario, utilizzando lo strumento Google Forms, composto da 30 domande a risposta chiusa suddivise in due sezioni. La prima sezione aveva l’obiettivo di comprendere la demografica, le condizioni di salute orale, le principali attività preventive legate alla salute orale e da quale figura vengono svolte. La seconda sezione aveva lo scopo di valutare la formazione ricevuta dal personale delle RSA, in particolare infermieri e operatori socio sanitari, in ambito di salute orale. La selezione delle strutture è stata effettuata a partire dall’elenco delle RSA registrate presenti in Lombardia, disponibile sul sito della Regione, che ne riportava 706. Successivamente, le strutture sono state divise in relazione al numero di pazienti, classificandole in tre campioni:

  • Strutture piccole: fino a 50 pazienti (N=129) .
  • Strutture medie: tra 50 e 100 pazienti (N=349).
  • Strutture grandi: oltre i 100 pazienti (N=228).

Per ogni categoria, le strutture sono state ordinate in tabelle ed è stato attribuito ad ognuna un numero identificativo. Sono state poi selezionati casualmente 100 numeri identificativi per ogni categoria, ottenendo così 3 campioni (n=100):

  • Campione 1 (strutture piccole).
  • Campione 2 (strutture medie).
  • Campione 3 (strutture grandi).

In particolare, il campionamento è stato effettuato utilizzando il linguaggio di programmazione Python. Il codice è stato impostato in modo tale che fornisse un dataset composto da 100 numeri casuali compresi tra gli estremi 1 e il totale delle strutture presenti in una determinata categoria. Dopo aver identificato le strutture, il questionario è stato inviato tramite servizio di posta elettronica. Le risposte al questionario sono state accettate nel pe- riodo di tempo compreso tra il 29 luglio e il 28 settembre 2023 (62 giorni). Il questionario è stato somministrato ai direttori sanitari delle residenze sanitarie assistenziali che sono state selezionate. Le strutture che hanno risposto al questionario nei limiti di tempo stabiliti sono state 33. Infine, l’analisi dei dati raccolti è stata effettuata utilizzando il software Microsoft Excel.

RISULTATI

Andamento delle risposte

Il questionario è stato somministrato nel periodo compreso tra il 29 luglio e il 28 settembre 2023, in cui si sono ottenute 33 risposte con l’andamento descritto dal grafico sottostante (Fig. 1). Si è osservato che le risposte sono così suddivise tra i campioni:

Fig. 1 Andamento delle risposte al questionario nel periodo dal 29/07/23 al 28/09/23.
Fig. 1 Andamento delle risposte al questionario nel periodo dal 29/07/23 al 28/09/23.
  • Campione 1: 9 risposte (27%).
  • Campione 2: 12 risposte (40%).
  • Campione 3: 11 risposte (33%).

Inoltre, si è osservata la distribuzione delle risposte sul territorio della Lombardia. Il maggiore tasso di risposta si è avuto nelle provincie di Bergamo e Brescia, Milano e Pavia e infine Mantova (Fig. 2).

Fig. 2 Distribuzione delle risposte al questionario per provincia sul territorio della Lombardia.
Fig. 2 Distribuzione delle risposte al questionario per provincia sul territorio della Lombardia.

Dati demografici

In merito alla fascia di età dei pazienti ospitati dalle strutture è risultato globalmente che la maggior parte ha un’età superiore agli 80 anni, ovvero il 97%. Il restante 3% è compreso tra i 76 e gli 80 anni (Tab. 1). Per quanto riguarda il livello di autosufficienza, basato sulla classificazione adottata delle singole RSA per definire i pazienti, è stato osservato quanto segue (Tab. 2):

Tab. 1 Frequenza assoluta e relativa della variabile “autosufficienza” dei pazienti residenti in RSA.
Tab. 1 Frequenza assoluta e relativa della variabile “autosufficienza” dei pazienti residenti in RSA.
Tab. 2 Frequenza assoluta, relativa e cumulata dei problemi di salute orale nei pazienti residenti in RSA al momento dell'indagine.
Tab. 2 Frequenza assoluta, relativa e cumulata dei problemi di salute orale nei pazienti residenti in RSA al momento dell'indagine.
  • Il 91% ha dichiarato che la percentuale di soggetti autosufficienti è inferiore al 25%.
  • Il 6% ha dichiarato che la percentuale di soggetti autosufficienti è compresa tra il 25% e il 50%.
  • Il 3% ha dichiarato che la percentuale di soggetti autosufficienti è superiore al 75%.

Condizioni di salute orale

Relativamente alle condizioni di salute orale si è osservato quanto segue (Fig. 3):

  • Il 9% ha dichiarato che meno del 25% dei pazienti presenta problemi orali.
  • Il 33% ha dichiarato che tra il 25 e il 50% dei pazienti presenta problemi orali.
  • Il 37% ha dichiarato che tra il 50 e il 75% dei pazienti presenta problemi orali.
  • Il 18% ha dichiarato che più del 75% dei pazienti presenta problemi orali.
  • Il 3% ha dichiarato di non sapere quale sia la percentuale pazienti che presenta problemi orali.
Fig. 3 Frequenza della percentuale di soggetti affetti da patologie orali residenti in RSA al momento dell’indagine28/09/23.
Fig. 3 Frequenza della percentuale di soggetti affetti da patologie orali residenti in RSA al momento dell’indagine28/09/23.

Per quanto concerne la tipologia di problemi orali più frequenti nei pazienti residenti in RSA è globalmente emerso quanto segue in tabella (Tab. 3).

Tab. 3 Frequenza assoluta, relativa e cumulata dei problemi di salute orale nei pazienti residenti in RSA al momento dell'indagine.
Tab. 3 Frequenza assoluta, relativa e cumulata dei problemi di salute orale nei pazienti residenti in RSA al momento dell'indagine.

È stato quindi possibile osservare che i problemi maggiormente frequenti sono: problemi alle protesi (21,3%), seguiti da difficoltà nella masticazione (17,6%), difficoltà nell’igiene orale (15,4%) e perdita dei denti (15,4%). Di seguito si riportano le frequenze delle variabili relative alle condizioni di salute orale divise per campione (Tab. 4).

Tab. 4A Frequenza assoluta, relativa e cumulata dei problemi di salute orale nei pazienti residenti in RSA al momento dell'indagine.
Tab. 4A Frequenza assoluta, relativa e cumulata dei problemi di salute orale nei pazienti residenti in RSA al momento dell'indagine.
Tab. 4B Frequenza assoluta, relativa e cumulata dei problemi di salute orale nei pazienti residenti in RSA al momento dell'indagine.
Tab. 4B Frequenza assoluta, relativa e cumulata dei problemi di salute orale nei pazienti residenti in RSA al momento dell'indagine.

Esecuzione delle manovre di igiene orale in RSA

In merito alla presenza di protocolli oppure piani di trattamento specifici per la gestione dei problemi orali o dentali dei pazienti è emerso che nel 58% delle strutture intervistate non sono presenti protocolli o piani di trattamento specifici, mentre il 42% ha dichiarato che sono presenti dei protocolli (Fig. 4).

Fig. 4 Adozione di protocolli per la gestione dei problemi orali
Fig. 4 Adozione di protocolli per la gestione dei problemi orali

Per quanto riguarda l’operatore che si occupa di eseguire l’igiene orale nei pazienti non autosufficienti, è risultato che:

  • nel 91% dei casi se ne occupa l’operatore sociosanitario.
  • nel 9% dei casi se ne occupa l’infermiere.

Nei pazienti autosufficienti, invece, l’operatore che si occupa di controllare o supervisionare le manovre di igiene orale è:

  • l’operatore sociosanitario nel 64% dei casi;
  • l’infermiere nel 33% dei casi;
  • una collaborazione tra tutti gli operatori sanitari e il medico nel 3% dei casi.

Relativamente ai principali ausili e/o presidi utilizzati per eseguire le manovre di igiene orale nei pazienti non autosufficienti è emerso globalmente che nel 33.3% dei casi viene effettuata tramite assistenza diretta da parte di un operatore sociosanitario con l’ausilio di spazzolini o spugne monouso (Tab. 5).

Fig. 5 Grafici che mostrano l’operatore che si occupa di eseguire/supervisionare le manovre di IOD rispettivamente nei pazienti non autosufficienti e autosufficienti
Fig. 5 Grafici che mostrano l’operatore che si occupa di eseguire/supervisionare le manovre di IOD rispettivamente nei pazienti non autosufficienti e autosufficienti
Tab. 5 Frequenza assoluta, relativa e percentuale dei presidi e ausili per l'igiene orale adottati in RSA.
Tab. 5 Frequenza assoluta, relativa e percentuale dei presidi e ausili per l'igiene orale adottati in RSA.

Per quanto riguarda la frequenza delle manovre di igiene orale è risultato che:

  • Il 94% delle strutture le esegue quotidianamente.
  • Il 3% ha dichiarato che non è a conoscenza della frequenza con cui vengono eseguite le manovre.
  • Il 3% ha dichiarato che le manovre di igiene orale sono eseguite meno frequentemente.

In aggiunta, per quanto riguarda la valutazione del livello di igiene orale dei pazienti, si è constatato quanto segue:

  • Nel 53% dei casi il metodo utilizzato è l’osservazione visiva diretta della bocca e dei denti del paziente.
  • Nel 43% dei casi il metodo utilizzato è la valutazione del grado di pulizia dei denti durante le manovre di igiene orale.
  • Nel 4% dei casi non viene valutata.

Nella tabella sottostante si riportano le frequenze assolute delle variabili relative all’esecuzione delle manovre di igiene orale in RSA divise per campione (Tab. 6).

Tab. 6 Frequenze assolute e relative delle variabili relative all'esecuzione delle manovre di igiene orale divise per campioni.
Tab. 6 Frequenze assolute e relative delle variabili relative all'esecuzione delle manovre di igiene orale divise per campioni.

Prevenzione orale in RSA

In merito all’esecuzione di valutazioni periodiche per valutare i bisogni di salute orale dei pazienti è emerso che:

  • Nel 21% dei casi viene effettuata una valutazione periodica.
  • Nel 55% dei casi viene effettuata una valutazione solo in casi specifici.
  • Nel 24% dei casi non viene effettuata alcuna valutazione periodica.

Per quanto riguarda la promozione di pratiche preventive per la salute orale è stato osservato che:

  • Nel 52% dei casi non viene promossa alcuna pratica preventiva.
  • Nel 45% dei casi viene effettuata la promozione di pratiche preventive.
  • Nel 3% dei casi è stato dichiarato che si è a conoscenza del fatto che siano promosse oppure no delle pratiche preventive.

Riguardo la frequenza dei controlli dentali per i pazienti residenti in RSA, è stato osservato quanto segue in tabella (Tab. 7).

Tab. 7 Frequenza assoluta, relativa e cumulata di controlli dentali per i pazienti delle RSA.
Tab. 7 Frequenza assoluta, relativa e cumulata di controlli dentali per i pazienti delle RSA.

Inoltre, dalle risposte al questionario è emerso che le principali attività di promozione e prevenzione della salute orale (se presenti), dettagliate nel grafico (Fig. 6), sono prevalentemente rappresentate dall’educazione sui corretti comportamenti per l’igiene orale quotidiana (38.4%).

Fig. 6 Attività preventive adottate dalle RSA.
Fig. 6 Attività preventive adottate dalle RSA.

In particolare, per quanto concerne l’educazione dei pazienti relativa alle manovre di igiene orale quotidiana, è risultato che il 67% non fornisce alcuna educazione ai pazienti. Invece, il 30% dichiara di fornire una formazione specifica. Infine, il 3% dichiara di non sapere se venga effettuata oppure no.

Inoltre, è stato osservato che nel 30% dei casi in cui viene fornita educazione specifica tramite le metodologie riportate in tabella (Tab. 8), avvenendo nel 58.8% dei casi tramite sessione di formazione individuali.

Tab. 8 Frequenza assoluta, relativa e cumulata delle metodologie utilizzate per le attività di educazione all'igiene orale per i pazienti residenti in RSA.
Tab. 8 Frequenza assoluta, relativa e cumulata delle metodologie utilizzate per le attività di educazione all'igiene orale per i pazienti residenti in RSA.

Ulteriormente, si riportano le frequenze assolute e relative della variabile “prevenzione orale in RSA” suddivise per campione (Tab. 9).

Tab. 9 Frequenze assolute delle variabili relative alla prevenzione orale in RSA divise per campione.
Tab. 9 Frequenze assolute delle variabili relative alla prevenzione orale in RSA divise per campione.

Collaborazione con igienisti dentali e/o odontoiatri

Per quanto riguarda la collaborazione con igienisti dentali e/o odontoiatri esterni all’RSA per la gestione dei problemi di salute orale, è risultato che:

  • Il 33% collabora occasionalmente con queste figure.
  • Il 15% collabora regolarmente con queste figure.
  • Il 12% non collabora con nessuna di queste figure.

Invece, in merito alla presenza di igienisti dentali e/o odontoiatri interni alla RSA è emerso che:

  • Nel 21% delle strutture è presente un odontoiatra.
  • Nel 18% delle strutture è attiva una collaborazione con operatori esterni.
  • Nel 61% delle strutture non è presente né un igienista né un odontoiatra.
  • In nessuna struttura è presente un igienista dentale.

È stata inoltre osservata la distribuzione delle frequenze assolute delle variabili relative alla collaborazione dell’RSA con professionisti della salute orale, quali l’igienista dentale e l’odontoiatra (Tab. 10).

Tab. 10 Frequenze assolute delle variabili relative alla collaborazione delle RSA con un igienista dentale e/o un odontoiatra.
Tab. 10 Frequenze assolute delle variabili relative alla collaborazione delle RSA con un igienista dentale e/o un odontoiatra.

In particolare, è possibile osservare che in nessuna struttura (piccola, media o grande) è attiva una collaborazione o è presente un igienista dentale.

Registrazione di dati relativi alla salute orale

In merito alla registrazione di dati relativi alla salute orale e all’igiene orale dei pazienti da parte degli operatori che lavorano presso la RSA, è risultato che:

  • Nel 18% dei casi vengono registrati sistematicamente.
  • Nel 55% dei casi vengono registrati solo in casi specifici.
  • Nel 27% dei casi non vengono registrati.

In particolare, è stato osservato che tra coloro che registrano i dati, questi vengono inseriti nel 78,8% dei casi all’interno della cartella generale del paziente.

La frequenza di registrazione dei dati relativi all’igiene e alla salute orale avviene:

  • Quotidianamente nel 24% dei casi.
  • Mensilmente nel 3% dei casi.
  • Solo in occasione di visite o valutazioni specifiche nel 55% dei casi.
  • Non viene effettuata nel 15% dei casi.

Inoltre, il 3% ha dichiarato di non essere a conoscenza del fatto che i dati siano registrati oppure no.

Infine, si riporta la tabella riassuntiva delle frequenze assolute divise per campione delle variabili relative alla registrazione dei dati di salute orale in RSA (Tab. 11).

Tab. 11 Frequenza assoluta delle variabili relative alla registrazione dei dati di salute orale in RSA.
Tab. 11 Frequenza assoluta delle variabili relative alla registrazione dei dati di salute orale in RSA.

Dalla tabella è possibile osservare che:

  • Per la variabile “registrazione” e “frequenza” la moda è la registrazione dei dati solo in casi specifici.
  • Nella maggioranza dei casi i dati, quando vengono registrati, sono inseriti all’intero della cartella sanitaria generale del paziente.
  • Per la variabile “tipologie di dati registrati” la moda è la registrazione di dati relativi a condizioni specifiche dei denti, delle gengive o delle protesi dentali.

Formazione relativa all’igiene orale degli operatori

Per quanto riguarda la formazione relativa all’igiene orale, è emerso quanto segue (Fig. 7) :

  • Il 55% ha ricevuto formazione relativa all’igiene orale.
  • Il 45% non ha ricevuto formazione relativa all’igiene orale.
  • Nella maggior parte dei casi la formazione è stata ricevuta durante gli studi.
Fig. 7 AFrequenze assolute relative alla tipologia di formazione ricevuta.
Fig. 7 AFrequenze assolute relative alla tipologia di formazione ricevuta.

In merito al tempo intercorso dall’ultima formazione nell’ambito della salute orale è stato osservato che nella maggior parte dei casi non è stata ricevuta una formazione specifica e che il tempo intercorso è maggiore di 5 anni (Fig. 8).

Fig. 8 Grafico che mostra il tempo intercorso dall'ultima formazione nell'ambito della salute orale.
Fig. 8 Grafico che mostra il tempo intercorso dall'ultima formazione nell'ambito della salute orale.

Inoltre, circa la valutazione delle competenze relative all’esecuzione delle manovre di igiene orale è risultato che (Fig. 9):

Fig. 9 Valutazione delle competenze relative alle manovre di igiene orale
Fig. 9 Valutazione delle competenze relative alle manovre di igiene orale
  • Complessivamente nel 12% dei casi è stata ricevuta una valutazione regolare o occasionale.
  • Nel 76% dei casi non è mai stata ricevuta una valutazione.

In conclusione, si riportano le frequenze assolute suddivise per campione per le variabili che riguardano la formazione relativa all’igiene orale degli operatori sanitari (Tab. 12).

Tab. 12 Frequenze assolute delle variabili relative alla formazione ricevuta circa l’igiene orale.
Tab. 12 Frequenze assolute delle variabili relative alla formazione ricevuta circa l’igiene orale.

DISCUSSIONE

La salute orale è una componente importante della salute, del benessere e della qualità di vita. Una buona igiene del cavo orale è fondamentale per il mantenimento di una buona salute orale e rappresenta la base per la prevenzione delle patologie orali per gli anziani residenti in strutture di assistenza a lungo termine (43).

Tuttavia, il presente studio ha mostrato che la questione della salute orale all’interno delle RSA è un problema presente ma, in gran parte, ignorato come dimostra lo scarso tasso di risposta al questionario (11%). Infatti, il 37% delle strutture intervistate ha dichiarato che tra il 50 e il 75% degli anziani residenti in RSA presenta problemi orali, di cui i maggiormente frequenti sono problemi alle protesi (21,3%), difficoltà nella masticazione (17,6%), difficoltà nell’igiene orale (15,4%) e perdita dei denti (15,4%).

La revisione sistematica di Pino et al. (2003) ha riportato che preservare una buona salute orale tra gli anziani delle strutture di lungo degenza è un aspetto cruciale per il miglioramento del benessere psicosociale, confermando la trascuratezza di questo aspetto. Inoltre, ha riportato che generalmente il personale delle case di riposo non riconosce la gravità di una scarsa salute orale (44).

Relativamente alla prevalenza delle patologie orali, in letteratura è stato riportato che sono comuni negli anziani e sono rappresentate da perdita dei denti, scarsa igiene orale, carie dentali, malattia parodontale, assenza di riabilitazione protesica o apparecchi protesici difettosi, iposalivazione e lesioni orali associate all’uso di protesi o stati precancerosi o cancerosi (45), confermando i risultati del presente studio. Inoltre, il consensus report del gruppo 4 del workshop congiunto EFP/ORCA ha riportato che le tendenze epidemiologiche della patologia cariosa e della malattia parodontale in questa fascia di popolazione non possono essere descritte per la scarsa presenza di dati, ma è stato possibile dimostrare che nei gruppi di anziani non autosufficienti e in quelli con decadimento cognitivo la salute orale è peggiore rispetto ad anziani indipendenti e senza decadimento cognitivo (46).

Ulteriormente, diversi studi hanno mostrato che la trascuratezza della salute orale, con conseguente scarsa igiene orale, può innescare infezioni e infiammazioni sia a livello locale che sistemico. È stato dimostrato che le infezioni orali sono correlate con l’aterosclerosi, il diabete e la polmonite da aspirazione (47, 48). In particolare, Sjøgren et al. hanno indicato che una migliore igiene orale avrebbe potuto prevenire circa il 10% dei decessi per polmonite nelle case di riposo (49). Infine, la compromissione della masticazione derivante da una carente salute orale è stata associata ad alterazioni delle abitudini alimentari, malnutrizione e declino cognitivo (48).

Il presente studio ha inoltre evidenziato che nel 58% delle strutture intervistate non sono presenti protocolli o piani di trattamento specifici per l’igiene orale dei pazienti, che sono risultati nella maggior parte dei casi non autosufficienti. Il responsabile dell’esecuzione delle manovre di igiene orale per questa categoria di pazienti è l’operatore sociosanitario (91%) tramite assistenza diretta (53%) con l’ausilio di spazzolini o spugne monouso. Mentre per i pazienti autosufficienti, nel 33% è l’infermiere a occuparsi della supervisione delle manovre di igiene orale e nel 64% è l’operatore sociosanitario. Riguardo alla formazione relativa all’igiene orale, è risultato che il 55% degli intervistati ha ricevuto formazione specifica e nella maggior parte dei casi durante gli studi, mentre il restante 45% non ha ricevuto alcun tipo di formazione. Inoltre, il tempo intercorso dall’ultima formazione in ambito è risultato essere maggiore di 5 anni, ma il 76% non è mai stato valutato circa le sue conoscenze.

L’igiene orale è parte integrante dell’assistenza quotidiana ai pazienti nelle strutture di lungodegenza. Gli infermieri e gli operatori sono responsabili dell’igiene orale in queste strutture. Anche se sono stabiliti diversi protocolli di igiene orale, spesso questi non sono né sufficientemente frequenti né approfonditi e l’igiene orale dei residenti resta sub-ottimale. Inoltre, la scarsa priorità, la mancanza di conoscenze e competenze in materia di salute orale sono fattori che impediscono agli operatori di eseguire le manovre di igiene orale (50). Un altro studio ha riportato che le barriere più frequentemente segnalate dagli operatori sono la mancanza di conoscenze e competenze, comportamenti resistenti all’assistenza soprattutto tra i pazienti affetti da demenza, mancanza di routine adeguate per l’igiene orale, la mancanza di sistemi per la documentazione dei problemi legati alla salute orale, un elevato carico di lavoro e la mancanza di un sistema di controllo (47).

In letteratura è stato dimostrato che i programmi educativi non solo aumentano le conoscenze, ma migliorano anche l’atteggiamento degli operatori nei confronti dell’igiene orale (50). Uno studio di Garry et al ha dimostrato che aumentare il livello di conoscenze e competenze relative all’igiene orale è una strategia efficace per migliorare la salute orale dei pazienti (51).

Per quanto riguarda l’adozione di comportamenti preventivi circa la salute orale da parte delle RSA, il presente studio ha dimostrato che è piuttosto scarsa. Nel 52% dei casi non viene promossa alcuna pratica preventiva. In merito all’esecuzione di valutazioni periodiche per valutare lo stato di salute orale dei pazienti, è risultato che nel 55% dei casi viene effettuata solo in casi specifici, da cui è possibile dedurre che l’approccio alla salute orale sia terapeutico piuttosto che preventivo. A conferma di ciò, i dati raccolti hanno mostrato che: la frequenza di controlli dentali nel 54,5% dei casi avviene raramente, nel 55% dei casi i dati relativi alla salute orale vengono registrati solo in casi specifici e che il 67% delle strutture non fornisce alcuna educazione orale ai pazienti.

Una recente revisione sistematica ha mostrato che, sebbene le patologie del cavo orale siano tra le più comuni malattie croniche e rappresentino un importante problema di salute pubblica a causa della prevalenza e dell’elevata spesa per il trattamento, esiste una convinzione generale, ma errata, che l’igiene e la cura del cavo orale non siano importanti (52). Inoltre, è stato riportato che la rimozione della placca batterica almeno due volte al giorno (mattino e sera) risulta fondamentale nel preservare la salute del cavo orale, soprattutto nelle persone anziane non autosufficienti. Tuttavia, nonostante il ruolo cruciale che il personale degli ospedali e delle altre strutture di lungo degenza come le case di riposo potrebbe svolgere nel mantenimento e nel miglioramento della salute orale in questa categoria di pazienti, molto spesso non sono a conoscenza dei protocolli di cura e di igiene orale specifici da adottare, se non per alcuni casi specifici (ventilazione meccanica) (52, 53).

Inoltre, è stato riportato che i problemi orali negli anziani sono in gran parte sotto-diagnosticati per la presenza di barriere oppure preconcetti relativi alla salute orale. Con l’invecchiamento le persone tendono ad astenersi da cure dentali di routine, mentre aumenta il numero di consultazioni con fornitori di assistenza sanitaria non odontoiatrici, ma pochi di questi sono ben addestrati alla valutazione dei problemi orali, a consigliare o eseguire adeguate misure per la salute orale o a identificare problemi che devono essere riferirti a un professionista del settore odontoiatrico (45).

Infatti, in merito alla collaborazione con tali professionisti, il presente studio ha evidenziato che il 55% delle strutture intervistate si avvale occasionalmente della collaborazione con tali figure. Mentre, all’interno della RSA si è constatato che nel 61% non vi è né un odontoiatra né un igienista dentale, nel 21% delle strutture è presente un odontoiatra, mentre in nessun caso si riscontra la presenza dell’igienista dentale. Questi dati confermano un approccio alla salute orale tendenzialmente passivo.

Tuttavia, le principali malattie orali croniche, come la carie, la malattia parodontale e molte lesioni orali possono essere prevenute e trattate con successo se diagnosticate precocemente (45) e le patologie e le condizioni orali associate all’invecchiamento comportano una maggiore necessità di cure dentali preventive, parodontali e restaurative (54). Gli igienisti dentali sono professionisti qualificati della salute orale, specificamente formati per sviluppare piani personalizzati di cura orale e programmi di prevenzione per ridurre le patologie orali nella comunità (55).

Lo studio di Vigild et al. (1998) ha dimostrato che un programma di cura della salute orale per i residenti delle case di cura o di strutture di assistenza a lungo termine che ha fornito esami orali, trattamenti dentali, profilassi orale e istruzioni sia al personale infermieristico che ai residenti, ha ridotto il numero di lesioni cariose, la necessità di trattamenti parodontali, la prevalenza di stomatite legata alle protesi e ha migliorato l’igiene delle protesi (56). In accordo, lo studio di Yoneyama et al. (2002) ha dimostrato che lo spazzolamento dei denti da parte di infermieri e caregivers, combinato con la cura professionale del cavo orale da parte di dentisti e igienisti dentali, è stato associato ad una riduzione della polmonite, dei giorni di febbre, della morte per polmonite e un miglioramento delle attività di vita quotidiana e delle funzioni cognitive degli anziani istituzionalizzati (57).

La vulnerabilità alle patologie negli anziani può essere influenzata da diversi fattori come comorbidità, fragilità, uso di farmaci, riduzione della secrezione salivare, diffusa prevalenza di protesi dentali fisse e rimovibili e cambiamenti nella visione, nella sensibilità tattile, nelle funzioni cognitive e motorie, compresa la capacità di eseguire un’efficacie igiene orale. Dunque, un piano di assistenza sanitaria orale personalizzato è particolarmente importante negli anziani vulnerabili (46).

Nonostante ciò, un’indagine sulla salute orale dei pazienti anziani dell’OMS ha rivelato che i programmi rivolti a questa fascia di popolazione nell’ambito sono piuttosto rari, riportando che l’approccio tende ad essere terapeutico piuttosto che idealmente preventivo (52, 58), confermando i risultati ottenuti. Per queste ragioni l’ospedalizzazione o la lungo degenza in centri di cura rappresentano un’ottima opportunità per fornire assistenza odontoiatrica che altrimenti non verrebbe offerta (52).

Lo standard di assistenza sanitaria orale nelle case di riposo o in altre tipologie di strutture è raramente paragonabile a quello della popolazione generale. Gli igienisti dentali, in quanto fornitori di cure orali preventive, hanno la grande opportunità di poter colmare questa lacuna e innalzare lo standard di cura (59, 60). In questo modo, gli anziani vulnerabili residenti in queste strutture non devono rassegnarsi a perdere i denti e ad avere una qualità di vita inferiore perché non hanno accesso alle cure (59).

CONCLUSIONI

Considerando i risultati del presente studio e quelli già presenti in letteratura, è possibile dedurre che il ruolo dell’igienista dentale potrebbe essere cruciale per la promozione e il mantenimento della salute orale degli anziani residenti in RSA. Inoltre, il coinvolgimento di questa figura potrebbe giocare un ruolo chiave nella formazione degli operatori riguardo all’igiene orale, favorendo il passaggio da un approccio terapeutico ad uno maggiormente incentrato sulla prevenzione e migliorando la qualità di vita dei residenti.

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