Negli ultimi dieci anni la Giunta ha conseguito importanti obiettivi ed è stata di costante supporto e riferimento per i CdS delle Professioni Sanitarie, così come era stato intuito dal suo fondatore e padre, il professor Luigi Frati, che ringrazio a nome di tutti, per aver voluto mettere al servizio delle professioni le sue capacità di acuto osservatore e di attento stratega.
La Giunta non è riuscita purtroppo a favorire e realizzare l’inserimento delle specifiche figure professionali nel sistema universitario, come ognuno di noi desidera da sempre, proprio perché tutti siamo convinti che i corsi professionalizzanti, senza le rispettive figure tecniche di riferimento, non possono erogare una formazione di qualità. La conseguenza di questo mancato inserimento è che, ad oggi, nei corsi si collocano quasi esclusivamente i profili presenti all’interno del SSN e non senza difficoltà, legate alla possibilità di svolgere attività didattica frontale e non, in quanto sottoposte agli stretti regimi assistenziali delle ASL. Ma è necessario ricordare che l’assenza di alcuni profili tecnici è purtroppo il risultato di un sistema che attualmente eroga assistenza secondo un concetto ormai superato e che non vede al suo interno la più ampia rappresentanza delle professioni sanitarie e che a sua volta provoca nel cittadino-utente-paziente non pochi disagi, di ordine economico ed organizzativo e che lo obbliga a ricorrere alla sanità privata, esterna al SSN. Questo sistema, che rinuncia a priori a tante professionalità, appare da una parte alquanto obsoleto, riguardo all’assistenza, ma si configura parallelamente anche deficitario se lo si valuta nei confronti della formazione. Infatti, con tale organizzazione, carente di tanti profili professionali, emergono notevoli difficoltà anche dal punto di vista formativo, all’interno dei CdS.
È auspicabile un più forte e deciso impegno di tutti noi, mirato a favorire l’inserimento nel sistema universitario delle figure professionali, in ogni CdS, senza le quali non ci sarà mai un’elevata preparazione dei nostri studenti.
Nell’ottica di un riordino delle classi concorsuali è quindi indispensabile sollecitare il CUN per favorire tale inserimento, in modo che nelle ASN possano avere accesso sicuro i migliori elementi delle professioni, così da garantire un’idonea collocazione nel sistema didattico, senza essere assimilati in classi di caratura assolutamente diversa e di conseguenza senza poter accedere ai ruoli.

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In relazione alle problematiche attinenti ai SSD del punto 2b del verbale n° 1 del dicembre scorso, la richiesta della Commissione dei CSID è quella di sollecitare la nascita di un sotto settore adeguato per le specifiche degli igienisti dentali.
Infatti dal verbale si dichiara: «Nel riordinare i settori concorsuali (SC) per le Abilitazioni Scientifiche Nazionali – ASN vanno riviste le declaratorie del SSD MED/50 e degli altri SSD afferenti al SC 06/N1, prevedendo dei sotto-settori omogenei, corrispondenti alle classi e sottoclassi delle professioni sanitarie (classi 2, 3A e 3B), oltre a un sotto-settore di Tecnologie e Biotecnologie Mediche Applicate. Poi si propone solo un sotto settore SSD/50 Scienze Tecnologiche e Biotecnologiche Mediche Applicate per i settori innovativi tecnologici e biotecnologici applicati alla medicina».
Premesso che la proposta di individuare dei sotto settori concorsuali ci trova d’accordo, saremmo del parere di definire le specificità delle varie figure professionali e quindi anche degli igienisti dentali, altrimenti le professioni sanitarie saranno sempre perdenti in un sistema basato su mediane o come sembra per il futuro, su soglie, non adeguate tra le diverse figure professionali. Pertanto si chiede, in alternativa ai singoli sotto settori, almeno di raggruppare per classi le varie figure professionali, in modo che possano essere assimilabili per curricula e per estrazione, senza essere inseriti con profili i cui curricula non possono essere sovrapponibili o quantomeno paragonabili a quelli delle professioni sanitarie. Tale chiarezza si rende necessaria in quanto la precedente esperienza nel SSD MED 50 si è dimostrata assolutamente non modulata al profilo dell’Igienista dentale. In tale raggruppamento, infatti, hanno trovato posto troppi profili specifici, la cui assimilazione tra loro resta ad oggi molto complessa e ne è la prova la recente tornata di giudizi di idoneità. Bisogna inoltre precisare che ad oggi, con una situazione stabilizzata o meglio paralizzata da tanti anni, esistono soltanto due ricercatori del MED 50 con profilo di Igienista dentale: la dottoressa Ignazia Casula, dell’Università di Brescia, e la dottoressa Gianna Maria Nardi, dell’Università di Roma “Sapienza”, e nessun professore di I o II fascia. Crediamo che questo non fosse l’intento del legislatore al momento della creazione degli allora corsi di laurea e dei SSD, anche perché riteniamo che i professionisti del profilo specifico siano indispensabili per la formazione tecnico-pratica degli studenti e oggi non sia più possibile continuare ad inventare le più strane qualifiche e cariche per mantenere all’interno degli attuali CdS gli specifici profili professionali.
Per il mondo odontoiatrico in particolare si aggiunge un ulteriore problema: la pressoché assoluta mancanza di igienisti strutturati nelle aziende ospedaliere, a seguito della consuetudine italiana di promuovere l’odontoiatria privata a scapito di quella pubblica, con tutti i problemi e le carenze ad essa legate, sia in termini di assistenza, sia in termini di spesa.
L’odontoiatria pubblica, purtroppo, è a tutt’oggi relegata in alcune “isole felici”, dove funziona molto bene e garantisce qualità a specialisti e pazienti, sottolineando, se mai ci fosse ancora bisogno, l’opportunità di promuoverne l’ampia diffusione. L’Igienista dentale ben si colloca in tale ambito, poiché con costi molto contenuti è in grado di sviluppare elevata professionalità, con altrettanto elevati ritorni positivi per il paziente in termini di salute, non solo orale e di costi; tali benefici non possono essere più rinviati, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo.
Per la sopravvivenza di CdS veramente formativi sul campo è assolutamente necessario favorire l’inserimento dell’Igienista nella struttura universitaria e non possono essere sufficienti soltanto due ricercatori per oltre trenta corsi. Pertanto ben vengano, non solo per gli igienisti, ma anche per tutte le figure professionali, più ampi spazi di inserimento nella struttura universitaria, così da elevare sempre più la qualità della formazione.