Nell’auspicio che presto qualche altro collega si unsca, in maniera approfondita e concreta,  nello studio del processo dell’infiammazione di basso grado in odontoiatria, magari condividendo risultati che potranno essere utili per prevenire le manifestazioni orali patologiche nei pazienti, spero che i lettori abbiano trovato interessanti i due precedenti articoli su tale argomento (1,2).

Il mio concetto di medicina è sempre primo non nuocere, in coppia con prevenire è meglio che curare. Volevo proseguire il discorso Infiammazione per poter introdurre un altro interessante rimedio fitoterapico che può aiutarci a portare il nostro paziente infiammato in omeostasi.

Come precedentemente detto “In realtà per quanto riguarda i tessuti molli il problema principale è causato dall’infiammazione e soprattutto dal protrarsi dello stato infiammatorio. Dopo un insulto, l’infiammazione rappresenta la risposta biologicamente opportuna adottata dall’organismo per limitare il danno tissutale e per proteggersi nei confronti di ulteriori insulti” (3).

Per poter esplicare la vera azione molecolare del rimedio concedetemi una breve, incompleta e semplicistica, ma necessaria, introduzione all’infiammazione.

Per quanto riguarda i tessuti molli,
il problema principale è causato dall’infiammazione e, soprattutto, dal protrarsi
dello stato infiammatorio

L’infiammazione

Molti vedono l’infiammazione come la causa di tutte le malattie e non è a caso che essa sia definita “Il killer silenzioso”.

Ripercorrendo cronologicamente gli studi dell’infiammazione, dobbiamo dire che inizialmente lo stato infiammatorio era stato valutato per la sua valenza patologica; studiandone principalmente i suoi meccanismi biochimici e intervenendo farmacologicamente attraverso il blocco dei suoi fenomeni chimici e vasali.

Come spesso succede in medicina, gli approcci cambiano e gli studi si evolvono e in questo tempo l’infiammazione è stata interpretata come fenomeno principalmente immunitario. Da qui il successivo passo è stato lo studio dei processi che regolano l’innesco, il progredire e la risoluzione dei complessi processi dell’immunoflogosi.

L’infiammazione può essere vista come l’evoluzione di questi punti: è un processo biologico di difesa; è guidato da molecole biologiche (come ormoni, citochine, neuropeptidi e fattori di crescita (4); quindi, contrariamente a come spesso considerata, è una reazione positiva e fisiologica. Se nel processo la sua manifestazione porta alla functio lesa, questa diventa patologia.

Diviene importantissimo a questo punto comprendere i meccanismi dell’immunoflogosi che si esplicano in rapporti di reciprocità tra alcune sottopopolazioni linfocitarie. In questo caso considereremo solo il Th1 e il Th2 per semplificare il meccanismo di azione, in fondo è quello che ci interessa.

Ovvero, il complesso Th1 e Th17. Prendiamo in considerazione solo il Th1: è composto da citochine pro-infiammatorie IL-1, IL-6, IL-8, e il complesso Th2 composto da Anti-IL 1, IL-4, IL10 anti-infiammatorie, tanto per citare alcune molecole (5).

Tra questi due complessi (Th1 e Th2) in condizioni fisiologiche esiste un equilibrio, ma quando l’organismo viene aggredito da una noxa (un batterio, un trauma, un virus) si ha una sovraespressione data dal sistema immunitario a favore dei linfociti Th1, oltre all’abbassamento dei Th2. Se questa sovraespressione del Th1 rimane nelle 72-96 ore e dentro il range omeostatico, anche se al limite, possiamo parlare di infiammazione fisiologica. Successivamente si ha lo spostamento a favore del complesso Th2 per tornare in quello stato di equilibrio infiammatorio nel quale si trova costantemente il nostro organismo.

Insomma il bilanciamento citochinico è il gioco necessario per mantenere l’omeostasi del nostro organismo, che, badate bene, non è un reale equilibrio: dovremmo cioè parlare di allostasi.

A questo punto preme fare una specifica sui termini. L’allostasi è il processo per raggiungere la stabilità attraverso cambiamenti fisiologici e cambiamenti comportamentali. Ciò può essere ottenuto modificando gli ormoni prodotti dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), l’alterazione del sistema nervoso autonomo, le citochine e gli altri sistemi. Generalmente è adattativo: in natura l’allostasi compensa vari problemi nel corpo.

L’omeostasi è una proprietà dell’organismo in grado di regolare la variabilità della concentrazione di una sostanza in una soluzione, mantenendola allo stato costante. L’omeostasi regola la temperatura corporea, il pH e la concentrazione di Na+, Ca2+ e K+. La differenza principale tra l’allostasi e l’omeostasi è che la prima è il processo per raggiungere la stabilità attraverso cambiamenti fisiologici e comportamentali in condizioni mutevoli, mentre l’omeostasi è semplicemente il mantenimento di un ambiente interno stabile in un organismo nonostante i cambiamenti che si verificano nell’ambiente esterno (6). In realtà l’uso delle due parole da parte dei vari autori spesso si confonde.

Il concetto di questa introduzione è arrivare a comprendere il processo di alcune fitomolecole di vari fitocomplessi che hanno azione, anzi direi vanno ad aiutare, il processo di bilanciamento che è indispensabile per mantenere l’equilibrio omeostatico e allostatico dell’organismo.

Nella seconda parte verrà illustrato come le fitomolecole possono regolare il processo Th1 e Th2 su alcune citochine. Quello che voglio fare, senza entrare in temi che non sono di mia competenza specifica, è portarvi ad avere una conoscenza scientifica della materia che amo, ma che spesso non è considerata. Come potrete vedere nella bibliografia della seconda parte, la produzione scientifica è piuttosto ricca: insomma, gli studi ci sono e se riesco a trovarli io credo che possa farlo chiunque, bastano un po’ di pazienza e impegno.

Quindi credo che “se vogliamo trattare il nostro paziente a 360°, cioè sia a livello locale che a livello sistemico, l’unica arma a nostra disposizione è quella degli integratori e dei Botanicals”. Spero quindi che anche questo articolo, che proseguirà e si concluderà nelle prossime uscite, possa esservi d’aiuto e di sprone.

Buona lettura e buon lavoro.

Bibliografia:
Sarri S. Infiammazione di basso grado in odontoiatria e rimedi naturali. Prima parte. Rivista Italiana Igiene Dentale 2021; 17(2):88-92.
Sarri S. Infiammazione di basso grado in odontoiatria e rimedi naturali. Seconda parte. Rivista Italiana Igiene Dentale 2021; 17(3):143-146.
Hertel J. The role of nonsteroidal anti-inflammatory drugs in the treatment of acute soft tissue injuries. J Atletic Training 1997: 32(4):350-358 .
Del Prete M, Lozzi AS. Low dose medicine e infiammazione. Nuova Ipsa editore: Palermo; 2019. Pag. 59.
Dinarello CA. Biology of Interleukin 1. FASEB J 1988;2(2):108-15.
Differenza tra allostasi e omeostasi / Biologia - Sawakinome
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