Le persone che vivono condizioni di svantaggio sociale sono tutelate dalla legge 104/1992, a prescindere dalla menomazione (fisica, psichica o sensoriale) che è all’origine della loro condizione. Nella valutazione dello stato di disabilità viene quindi considerata anche la difficoltà di inserimento sociale della persona, dovuta alla sua patologia o menomazione. Nell’ambito del diritto alla salute, è doveroso citare l’articolo 32 della Costituzione italiana: «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». A ciò si aggiunge anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che definisce la salute come «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia».  La tutela della salute presenta, però, delle criticità non solo nelle comunità che fanno parte dei Paesi in via di sviluppo, ma anche nella popolazione facente parte di Paesi industrializzati. 

Alcuni studi sottolineano l’importanza della salute orale e dentale nella popolazione globale (1). In particolar modo, è noto che nei soggetti special needs vi sia una minore capacità nel mantenere uno stato di buona salute orale (2). Questo perché a causa della mancata consapevolezza sulla salute orale e dentale, le patologie odontostomatologiche che possono insorgere non vengono adeguatamente diagnosticate. L’ipoacusia, o perdita dell’udito, è una patologia grave e molto frequente nella popolazione, in grado di incidere in modo preponderante sulla qualità di vita del soggetto affetto. Analizzando le cause all’origine della malattia, l’ipoacusia può essere ereditaria o può anche manifestarsi durante la crescita del bambino. Si tratta di una patologia particolarmente diffusa tra i bambini, arrivando a colpire quasi 1 soggetto su 5 fino ai 18 anni (3). Nel 2018, circa 466 milioni di persone, tra cui 34 milioni di bambini, presentavano un’invalidità uditiva (4). Essendo un fenomeno ampiamente diffuso, è richiesto un intervento specifico nel campo dell’assistenza odontoiatrica di questa vasta fascia di popolazione. Il fabbisogno mondiale nei servizi di salute dentale rivolto specialmente alla popolazione non udente sta aumentando e il fulcro  centrale nella distribuzione dei servizi è rappresentato dalla comunicazione; infatti, la scarsità di informazioni sanitarie di base non permette all’operatore di fornire un’adeguata assistenza (5). Inoltre, l’ipoacusia può incidere negativamente sull’apprendimento del linguaggio, sull’educazione, sui rapporti  sociali, sull’istruzione e, più in generale, sulla qualità della vita (3). L’isolamento e la disinformazione possono dar luogo a problemi seri, tanto più severi quanto il deficit uditivo è grave (6).

L’igienista dentale e i pazienti con disabilità uditive

In ambito medico, il personale sanitario spesso non è consapevole delle barriere linguistiche e perciò non soddisfa adeguatamente i bisogni e le necessità di tali pazienti. Un ulteriore ostacolo nel fornire un’assistenza sanitaria ottimale ai non udenti è connesso ai costi superiori inevitabilmente collegati all’assunzione di interpreti qualificati o al tempo maggiore da dedicare alla cura e al livello di comunicazione con questi pazienti (5). Le difficoltà relazionali che si palesano in pazienti con disabilità uditive variano a seconda dell’età, del grado di istruzione e del livello socio-economico della famiglia di provenienza (2). Molti pazienti, effettivamente, lamentano una inadeguata informazione sulla loro patologia, sul trattamento e sulla prognosi; anche in ambito odontoiatrico l’atteggiamento verso questa categoria presenta spesso delle criticità (6).

Prima ancora delle cure odontoiatriche, bisogna saper stabilire un’adeguata ed efficace comunicazione con il paziente per poter rispondere alle sue necessità speciali. Si tratta, infatti, di una categoria che si rivela particolarmente fragile in quanto maggiormente a rischio di sviluppare lesioni a livello del cavo orale (4) proprio a causa della difficoltà della comunicazione, fondamentale per l’odontoiatra/igienista dentale al fine di ottenere una compliance  ottimale (6). L’operatore sanitario  potrebbe non essere in grado di spiegare eventuali terapie necessarie e di coinvolgere il paziente nelle istruzioni preventive dell’igiene orale domiciliare. Numerose ricerche hanno riportato che negli studi dentistici dove l’odontoiatra conosce la lingua dei segni, i pazienti non udenti si sentono più coinvolti e a loro agio (7). Ma soprattutto questi pazienti spesso denunciano una mancanza di sensibilità da parte degli operatori sanitari,  che spesso erroneamente li considerano come casi patologici piuttosto che pazienti bisognosi di cure. Vi è una tendenza a compatire il disabile, piuttosto che investire il tempo opportuno  per la terapia da eseguire.

A tal proposito, si auspica che l’operatore sanitario, e nello specifico l’igienista dentale, acquisisca alcune informazioni riguardanti la cultura delle persone non udenti, relative all’importanza nel mantenere il contatto visivo, regole sul contatto fisico che definiscano come indicare o toccare, o trasmettere al soggetto i suoni dell’ambiente circostante che si possono evocare. Spesso si commette l’errore di ritenere che il labiale  o la scrittura siano sufficienti per una comprensione adeguata. Inoltre, la lingua dei segni si rivela essere semplificata rispetto alla lingua parlata, con una struttura differente e con una quantità di termini inferiore (6). Pertanto l’operatore può trovarsi in situazioni in cui è richiesto l’ausilio di un interprete durante l’assistenza sanitaria. Quando il paziente con ipoacusia entra all’interno di una struttura odontoiatrica, il suo trattamento dovrà dipendere sia dall’età dello stesso che dalla gravità della sua disabilità acustica (lieve, moderata, grave, profonda). Si evince che la cura deve quindi essere personalizzata (6). L’operatore può agevolare la comunicazione con i bambini ipoacusici, in presenza di un interprete, partendo dall’illuminazione dell’ambiente che dovrà avere una luce uniforme e non troppo intensa; l’interprete può posizionarsi al fianco dell’operatore, leggermente dietro, in modo che entrambi rientrino nella visuale del paziente; l’igienista dentale deve parlare direttamente al paziente e non all’interprete, dato che il paziente ha bisogno di mantenere un costante contatto visivo con il suo interlocutore; inoltre l’operatore deve verificare che il paziente stia comprendendo la conversazione.

Quando l’interprete non è presente, il professionista deve chiedere al paziente quale sia il miglior modo per comunicare con lui, per esempio tramite la lettura del labiale o scrivere su un foglio (se conosce la scrittura e lettura), si può ricorrere anche all’utilizzo di immagini, gesti, grafici per arricchire la comprensione del paziente come una tabella con parole/frasi comuni e domande con risposta sì/no. Oggi, con l’evoluzione della tecnologia, è possibile rendere la comunicazione più efficace e immediata (6,8). Infatti, grazie all’ausilio di video contenenti spiegazioni dettagliate sull’igiene orale, è risultato dopo quattro settimane un significativo incremento delle conoscenze sulla salute orale e le pratiche di igiene orale domiciliare da parte dei pazienti. È dunque possibile tramite l’utilizzo di software multimediali, video educativi, immagini guida, animazioni, educare pazienti ipoacusici under 18 alle corrette manovre di igiene orale e al mantenimento della salute dentale con conseguente impatto positivo sui pazienti stessi (9,10). 

Conclusione

Nord America, Regno Unito, alcuni Paesi dell’Europa, Australia e Jamaica hanno introdotto l’obbligatorietà della materia “lingua dei segni” nel corso di laurea in odontoiatria. Paesi come l’Iran hanno presentato software digitali per educare i bambini non udenti  in età scolare alle tecniche di igiene orale. Sarebbe auspicabile che la barriera linguistica tra igienista/odontoiatra e paziente non udente venisse abbattuta, in quanto il  miglioramento della comunicazione tra queste due figure potrebbe dare origine a un passaggio di informazioni più chiaro ed efficace per ciò che concerne le attività di istruzione e motivazione alle corrette manovre di igiene orale domiciliare. Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare quanto la rilevanza di questa barriera influisca sui bisogni e sulla salute di questi pazienti.  Tutti i professionisti della salute orale dovrebbero sempre essere consapevoli del ruolo fondamentale che detengono nel benessere della salute dentale dei pazienti, non ultimi quelli con disabilità uditive.

Bibliografia

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  2. Scheier DB, Barriers to health care for people with hearing loss: a review of the literature. J New York State Nurses Association 2009;40.
  3. Fageeh HN, Mansoor MA. The effectiveness of oral hygiene instructions in sign language among hearing impaired adults in Saudi Arabia. Spec Care Dentist 2020;40(1):41-48.
  4. Jones T, Cumberbatch K. Sign language in dental education-A new nexus. Eur J Dent Educ 2018;22(3):143-150.
  5. Korver AM, Smith RJ, Van Camp G, Schleiss MR, Bitner-Glindzicz MA, Lustig LR, Usami SI, Boudewyns AN. Congenital hearing loss. Nat Rev Dis Primers 2017;12;3:16094.
  6. Mishra R, Singh AK, Tyagi S, Choudhary HV, Gupta SK, Kumar K. Prevalence of oral health status and needs in institutionlized physically challenged children. J Pharm Bioallied Sci 2021;13(Suppl 1):S184-S186.
  7. Chen QW, Shi L, Lu JQ, Yuan S. Analysis of oral condition and caries related factors of 152 deaf-mute students in Jing’an district, Shanghai. (Chinese) Shanghai Kou Qiang Yi Xue 2021;30(5):526-530.
  8. Liddle K, Beswick R, Fitzgibbons EJ, Driscoll C. Aetiology of permanent childhood hearing loss at a population level. J Paediatr Child Health 2022 Mar;58(3):440-447.
  9. Ameer N, Palaparthi R, Neerudu M, Palakuru SK, Singam HR, Durvasula S. Oral hygiene and periodontal status of teenagers with special needs in the district of Nalgonda, India. J Indian Soc Periodontol 2012 Jul;16(3):421-5.
  10. Goud V, Gupta R, Babu A M S, Das D, Kulkarni G, Swathi K. Oral health status and treatment needs among deaf, mute and visually impaired children of Gulbarga district – A population based cross sectional study. J Family Med Prim Care 2021 Oct;10(10):3664-3669.