Il tirocinio tecnico-pratico nei Corsi di Studio in Igiene Dentale. II parte

Technical and practical training of Italian Degree Courses in Dental Hygiene. Part 2: standards for training and education

Il tirocinio professionale

Definizione e finalità

Il tirocinio è una strategia formativa che prevede l’affiancamento dello studente ad un tutor professionale esperto in contesti sanitari specifici al fine di apprendere le competenze specifiche del ruolo professionale. L’attività principale degli studenti durante il tirocinio è apprendere (descrittori di Dublino) e non solo il fare, pertanto le attività affidate devono avere un ruolo educativo (7, 8, 9).
Il tirocinio professionale, attraverso la sperimentazione pratica e l’integrazione dei saperi teorico-disciplinari con la pratica clinica, rappresenta la modalità privilegiata ed insostituibile per diventare Igienisti Dentali.

I principi pedagocici del tirocinio

Le strategie per l’insegnamento e l’apprendimento in tirocinio devono considerare i seguenti principi pedagogici:

  • modello di apprendimento dall’esperienza;
  • responsabilizzazione dello studente attraverso metodi di apprendimento tutorato e non auto-diretto;
  • tutorialità per garantire supervisione e facilitazione dei processi di apprendimento;
  • chiarezza del processo di valutazione;
  • esperienze di apprendimento basate sulla personalizzazione e sulla flessibilità del percorso;
  • rispetto del diritto di privacy dello studente.

Attività supervisionata

Il grado di autonomia nello svolgimento di attività assistenziali e/o organizzative deve essere graduale e coerente al profilo ed al grado di preparazione teorica e pratica del tirocinante. In relazione a tali livelli la tipologia di attività assistenziale e le indicazioni impartite dal supervisore (tutor e assistente di tirocinio Igienista Dentale, Odontoiatra, Infermieri) possono essere distinte in:

  • attività assistenziale di osservazione, con la presenza del tutor/supervisore che esegue la prestazione mentre il tirocinante osserva;
  • attività assistenziale tutorata, con la presenza del tutor/supervisore che esegue la prestazione e ne affida parte al tirocinante;
  • attività assistenziale tutelata, in cui la prestazione, su indicazione del tutor/supervisore, è eseguibile con la co-presenza di quest’ultimo, anche se non fisicamente accanto al tirocinante purché sia garantita la sorveglianza dell’operato;
  • attività assistenziale protetta, in cui il tirocinante può svolgere in autonomia attenendosi alle indicazioni impartite dal tutor/supervisore attività che non comportano rischi per sé o per l’utente.

Programmazione dei tirocini

La programmazione curriculare dell’alternanza teoria-tirocinio si basa su un modello di integrazione tra didattica frontale, attività pre-clinica e attività clinica. È da sottolineare l’importanza dei laboratori, previsti dagli ordinamenti didattici, che devono essere considerati come attività pre-cliniche, precedute dall’acquisizione dei contenuti propedeutici e solo quando lo studente avrà acquisito una sufficiente capacità ed autonomia operativa pre-clinica potrà ampliare le sue competenze con il trattamento del paziente durante l’attività di tirocinio e sotto la supervisione del tutor. In ogni sede di tirocinio dovrà essere depositato un dossier contenente:

  • la programmazione standard dei turni di tirocinio;
  • il documento con gli obiettivi di tirocinio;
  • la procedura per infortunio specifica per lo studente.

Impegno in ore di esperienza diretta sul campo

il Credito Formativo Universitario (CFU) è l’impegno in ore dello studente nel percorso formativo, 1 CFU corrisponde a 25 ore. L’impegno che lo studente deve dedicare al tirocinio in base all’ordinamento didattico è pari a 60 CFU sui 3 anni di Corso di Studio. L’obbligo di frequenza è in base alla delibera del Consiglio di Corso di Studio.

Il ciclo del tirocinio professionale

il processo di apprendimento in tirocinio prevede di norma le seguenti fasi:
sessioni tutoriali (briefing) che preparano lo studente all’esperienza;
esperienza diretta sul campo con supervisione;
sessione tutoriale di riflessione e di rielaborazione dell’esperienza (debriefing) e feedback costanti;
laboratori di apprendimento in situazioni simulate in cui si sviluppano le abilità tecniche, relazionali e metodologiche in situazione protetta prima o durante la sperimentazione nei contesti reali.
Al fine di garantire sicurezza all’utente e allo studente l’attività di laboratorio è prerequisito indispensabile per accedere alla sperimentazione nel contesto reale (10).
Le metodologie che possono essere utilizzate per il processo di apprendimento sono:

  1. la simulazione;
  2. il lavoro di progetto;
  3. l’analisi e la risoluzione di casi/problemi;
  4. i lavori e le esercitazioni di gruppo;
  5. il role playing.

 

  1. Simulazione.
    Permette di osservare direttamente uno studente o gruppo di studenti mentre esegue un determinato compito/attività professionale in un ambiente e in condizioni simili a quelle normalmente previste durante la professione. Questo tipo di metodologia è valida per sviluppare l’abilità gestuale. La simulazione è generalmente preceduta da una dimostrazione dell’attività in oggetto eseguita da un tutor. Si è dimostrata valida anche la trasmissione di un’attività attraverso la visione di un video. I vantaggi di quest’ultima modalità sono, principalmente, quelli di standardizzare la procedura evitando il rischio di variabilità individuale a seconda del tutor che effettua la simulazione, poter essere visionato dallo studente in qualsiasi momento in tempi rapidi e poterlo rivedere più volte e andare incontro a quelli che sono approcci diversi in linea con il mondo digitale. Ciascuno studente poi a rotazione si eserciterà nella simulazione in presenza o in assenza di tutor, secondo il tipo di pratica da imparare. Gli studenti possono videoregistrare la loro attività e rivederla per autovalutarsi e migliorarla, utilizzando una check list. La check list, o lista di controllo, è una sequenza di azioni attese riportate per iscritto che costituiscono il compito che è oggetto di simulazione e il compilatore deve decidere se ogni singolo atto è stato svolto in modo corretto o meno; il punteggio complessivo fornisce una misura del livello di adesione allo standard dell’attività. Secondo diversi autori che si sono occupati di questo argomento in ambito di formazione infermieristica, le simulazioni possono essere classificate a seconda del loro livello di complessità, interazione, controllo e realtà. I limiti identificabili nella simulazione sono i costi relativamente alti in relazione all’allestimento di un setting che simuli l’ambiente di lavoro soprattutto se richiede un’alta tecnologia o numerosi tutor. I vantaggi sono l’alta standardizzazione e riproducibilità dei compiti selezionati, la possibilità di rispettare i tempi diversi di ogni singolo studente per l’acquisizione dell’abilità (11, 12).
  2. Lavoro di progetto.
    Prevede che lo studente realizzi una certa attività in un tempo determinato, che ha come risultato un prodotto che può essere soggetto a valutazione. Il prodotto può essere un’attività concreta, ad esempio realizzazione di un poster educativo, oltre a documenti scritti, ad esempio una revisione bibliografica su una determinata procedura. Questo tipo di metodologia è valida oltre che per l’abilità gestuale anche per quella intellettuale complessa e si è più interessati al prodotto che al modo di procedere dello studente. È necessario stabilire, da subito, qual è lo standard da raggiungere per la valutazione dello studente.
  3. Analisi e risoluzione di casi/problemi.
    Prevede l’analisi di situazioni e di problemi complessi e l’individuazione di possibili opzioni per la loro risoluzione. Il caso è preparato da un tutor-docente e può derivare da una situazione reale. La discussione avviene in un contesto di confronto tra le diverse posizioni assunte dai singoli studenti e/o da diversi sottogruppi. Questo tipo di metodologia è valida per sviluppare abilità di tipo cognitivo complesse.
  4. I lavori e le esercitazioni di piccolo gruppo.
    Prevede che gruppi di 5-8 studenti lavorino su materiale fornito dal tutor (ad esempio un articolo scientifico) e devono dare delle risposte e dare soluzioni alle questioni poste. Questo tipo di metodologia è valida per stimolare l’interazione tra il docente e gli studenti e la partecipazione attiva degli studenti, permette lo sviluppo di abilità intellettive, di abilità interpersonali quali l’ascolto, il parlare, la leadership e la discussione, abilità utili per coloro che lavoreranno in équipe. Si consiglia questo tipo di metodologia quando si vogliono sviluppare abilità di tipo cognitivo complesse e di tipo relazionale all’interno di équipe di lavoro.
  5. Gioco dei ruoli/role-playing.
    Prevede un’attività che richiede agli studenti di rappresentare alcuni ruoli di interazione tra loro, mentre altri studenti e tutor fungono da osservatori, rispetto una particolare situazione professionale. Ciò consente un’esplicitazione ed un’analisi dei vissuti, delle dinamiche interpersonali, delle modalità di esercizio di specifici ruoli e dei processi di comunicazione. È per questo che si consiglia questo tipo di metodologia per l’acquisizione di abilità prevalentemente comunicative. Una seduta di role-playing prevede la definizione degli obiettivi educativi che si vogliono raggiungere, la scelta del copione da consegnare agli studenti che avranno la parte del paziente o dell’operatore o del familiare o del collega. Gli studenti-attori saranno osservati dagli altri studenti e tutor ed eventualmente filmati, così da potersi rivedere e autovalutare. Questa metodologia consente allo studente di sperimentare in prima persona la sua abilità comunicativa in una situazione protetta, dandogli poi maggior sicurezza una volta che dovrà rapportarsi con i pazienti veri.

Per garantire un utilizzo ottimale delle opportunità di tirocinio e di tutorato sono normalmente previsti tirocini dedicati per gli studenti del 1° e 2° anno per alcune attività di apprendimento (ad esempio prevenzione delle infezioni crociate, 1° anno di corso) e contemporaneità in alcune fasi specifiche dei tirocini del 1°, 2° e 3° anno in cui il discente anziano diventa modello, secondo la didattica di simulazione, per il discente più giovane (13-17). Inoltre, per le peculiarità della terapia causale, le esperienze di tirocinio dovrebbero durare almeno 6 mesi, periodo questo che permette allo studente di poter completare e rivalutare almeno 1 caso clinico completo.

Scelta accreditamento e assegnazione delle sedi di tirocinio

Criteri di scelta delle sedi di tirocinio (oltre alla sede principale)
Con sede di tirocinio si intende il servizio che accoglie lo studente per un periodo di tempo definito. In coerenza agli orientamenti normativi, le sedi di tirocinio sono selezionate per la qualità dell’ambiente di apprendimento, delle prestazioni e delle cure erogate e per accessibilità.
Elementi vincolanti il processo di accreditamento sono:

  • garanzia delle condizioni di sicurezza dello studente;
  • accessibilità della sede (ad esempio la distanza);
  • offerta formativa;
  • prestazioni erogate;
  • disponibilità di risorse: presenza di tutor igienisti dentali.

Responsabilità, individuazione e accreditamento
L’individuazione e selezione delle sedi di tirocinio è responsabilità del Direttore della didattica professionale, il quale dopo un confronto con i responsabili delle sedi propone al Consiglio di Corso l’accreditamento formale e l’avvio dell’iter di convenzione per la sede individuata.

Criteri guida per assegnazione sede di tirocinio allo studente
L’assegnazione della sede di tirocinio allo studente è effettuata dal Direttore della didattica professionale e guidata dai seguenti criteri:

  1. bisogni e necessità di apprendimento dello studente in relazione agli obiettivi di anno di corso e al suo livello raggiunto (criterio principale);
  2. coerenza tra le opportunità offerte dalla sede e gli obiettivi;
  3. presenza funzioni tutoriali più o meno intensive a seconda dei bisogni dello studente;
  4. necessità personali dello studente (per esempio percorsi, distanza della sede) nei limiti del possibile.

Le assegnazioni al singolo studente sono rese pubblicate e trasmesse tramite e-mail agli studenti e ai referenti delle sedi di tirocinio.

Tutorato e supervisione del tirocinio

Tre livelli di tutorato: tutor professionale, assistente di tirocinio, professionisti

  1. La supervisione dello studente durante l’esperienza di tirocinio è garantita da un sistema di tutorato assunto da professionisti dello stesso profilo professionale, che si articola su 3 livelli:
    • Tutor professionale o clinico: appartenente alla sede formativa, con competenze avanzate nello specifico ambito professionale, ha il mandato di collaborare con il Direttore della didattica professionale all’organizzazione e gestione dei tirocini, nella progettazione e conduzione di laboratori di formazione professionale e crea le condizioni per la realizzazione di tirocini di qualità, facilita i processi di valutazione dell’apprendimento in tirocinio.
    • Supervisore (assistenti di tirocinio): L’assistente di tirocinio garantisce l’accesso degli studenti alle strutture sedi di tirocinio, supervisiona lo studente nel percorso formativo tecnico-pratico e collabora con i tutor professionali al raggiungimento coerente degli obiettivi di tirocinio. Collabora anch’esso nella fase di valutazione degli studenti.
    • Altri operatori professionali della sede di tirocinio: tutti gli operatori assumono funzioni di “modello di ruolo” e guidano lo studente nell’apprendimento professionale.
  2. L’incarico di tutor e dei supervisori è rinnovato ogni 3 anni, attraverso la valutazione del Curriculum formativo e la disponibilità a svolgere tale funzione.
  3. Il requisito minimo per ogni Corso di Studio dovrebbe prevedere un tutor dedicato a tempo pieno, tale dotazione dovrà essere aumentata in rapporto al numero di studenti e al modello di tutoraggio necessario.
  4. Il tutorato di tirocinio è praticato con forme organizzative diverse e frequentemente sono assegnati alcuni operatori professionali con la funzione di tutor, proposti dal Direttore della didattica professionale, e approvato dal Consiglio di Corso di Studio.
  5. Si ritiene prioritario formalizzare e certificare le funzioni tutoriali per dare stabilità al sistema e permetterne il riconoscimento ai fini dello sviluppo professionale e di carriera.
  6. È necessario prevedere per i tutor la possibilità di accedere ad uno sviluppo di carriera sulla base dell’acquisizione di competenze avanzate e per il Direttore la possibilità di carriera propria dei ruoli dirigenziali.

Pluralità di modelli di tutorato del tirocinio
La varietà di esperienze può essere sintetizzata in tre modelli di tutorato.

  • Modello con tutor dedicato: gli studenti, soprattutto del 1° e 2° anno, sono accompagnati durante il tirocinio da un tutor dedicato, dello specifico profilo, che seleziona le opportunità formative, integra l’esperienza pratica con la teoria appresa, presidia in particolare le prime fasi di apprendimento di un intervento o di una competenza.
  • Modello in cui lo studente è guidato da un professionista di sede di tirocinio, che assume funzione di tutor con un rapporto 1:1 fornendo soprattutto un modello di ruolo.
  • Modello misto: gli studenti sono affidati ad un professionista-tutor della sede di tirocinio, che ha seguito un percorso formativo al tutorato, in stretta collaborazione con i tutor dedicati, che fanno da integratori e da supporto con una presenza nella sede più o meno intensiva.

In tutti i modelli di tutorato è fondamentale instaurare un clima di apprendimento

  • Modello supervisionato: il tirocinio è basato su una pluralità di “modelli di tutorato” che garantiscono sempre il “doppio accompagnamento” realizzato dal tutor clinico della sede formativa e dal supervisore della sede di tirocinio con livelli di intensità diversi.

In tutti i modelli di tutorato è fondamentale creare un clima di apprendimento, nel quale gli studenti si sentano supportati mentre acquisiscono conoscenze e abilità, e imparano comportamenti di quel ruolo che sarà in futuro il loro.

Pratica supervisionata
Quando si fornisce un supporto diretto nell’ambito della pratica, almeno il 40% del tempo di uno studente deve essere trascorso sotto la supervisione diretta o indiretta/ di un tutor/supervisore, il quale ha la responsabilità di pianificare e coordinare l’intera esperienza formativa dello studente, definendo la quantità della supervisione diretta e decidendo quale tipo di esperienza possa invece avvenire con la supervisione indiretta (lo studente lavora in modo indipendente). Una parte dell’esperienza può svolgersi sotto la supervisione di altri (professionisti dello stesso profilo ma non “supervisori” oppure professionisti di altri profili). Il tutor e/o supervisore assegnato è responsabile della decisione di lasciare che lo studente lavori in modo indipendente o con altri.

Prerequisiti di sicurezza per l’accesso al tirocinio

Il Direttore della didattica professionale ammette alla frequenza di tirocinio gli studenti che hanno ottenuto:

  • la frequenza regolare alle attività formative teoriche;
  • la frequenza regolare dei laboratori propedeutici al tirocinio.

Al 1° anno, prima di iniziare le esperienze di tirocinio, allo studente sono garantiti interventi formativi specifici per la prevenzione dei rischi e per la sicurezza nei luoghi di tirocinio (rischio biologico, chimico, radiologico, carichi eccetera) e tutto quello che concerne la prevenzione delle infezioni crociate.
Agli studenti sono forniti dispositivi barriera e di protezione individuale e viene fornita la procedura per la denuncia di infortunio.
Durante il percorso formativo gli studenti svolgono attività educativa in laboratori simulati.
Le informazioni vengono costantemente aggiornate e recuperate dal Direttore della didattica professionale al momento del briefing generale che avviene prima di ogni esperienza di tirocinio.
Al fine di garantire sicurezza all’utente e allo studente l’attività di laboratorio è prerequisito per accedere alla sperimentazione nel contesto reale.

Dossier del tirocinio

All’inizio del periodo di tirocinio, è necessario consegnare allo studente un documento che comprenda il core curriculum e gli obiettivi di tirocinio, le schede di valutazione e quelle che sono le funzioni dei tutor/supervisori/professionisti della sede di tirocinio.
Gli altri documenti da consegnare rendendoli disponibili sul sito dell’Università sono:
documento sui diritti e doveri dello studente.
documento dell’attività di laboratorio professionale.
libretto triennale dove lo studente documenta la frequenza e le sedi di tirocinio.

Progettazione e gestione del processo di apprendimento e valutazione dell’esperienza di tirocinio

Le esperienze di tirocinio devono essere progettate, valutate e documentate nel percorso dello studente.
Durante ogni esperienza di tirocinio lo studente riceve valutazioni formative sui progressi attraverso colloqui e schede di valutazione.
Al termine di ciascun anno di corso viene effettuata una valutazione globale per accertare i livelli raggiunti dallo studente nello sviluppo delle competenze professionali attese. Tale valutazione è la sintesi delle valutazioni formative via via documentate durante l’anno di corso, il profitto raggiunto negli elaborati scritti e le performance dimostrate all’esame di tirocinio che può essere realizzato con colloqui, prove scritte applicative, esami con simulazioni o su casi e situazioni reali.
Al termine di ciascun anno accademico, una Commissione presieduta dal Direttore della didattica professionalizzante e composta da un minimo di due docenti certifica il livello di apprendimento professionale raggiunto dallo studente negli standard previsti (18).

Studente con difficolta’ o studente non sicuro
In tirocinio il termine “difficoltà” o “studente non sicuro” viene utilizzato per gli studenti il cui livello di pratica è discutibile o dubbio nelle aree della sicurezza, conoscenza, abilità tecnico-operative ed interpersonali. L’intraprendere ed il perseguire obiettivi ed attività rispetto alle quali lo studente non è adeguatamente preparato diventa fonte di stress, sia per lo studente che per il tutor. È pertanto essenziale rinegoziare e riadattare il piano/programma di tirocinio, prevedendo un piano di azione personalizzato e valutare nel corso dell’anno la necessità di ulteriori esperienze di tirocinio che potrebbero anche determinare il “non passaggio” all’anno successivo.

Assenze
Lo studente che si assenta dal tirocinio per periodi brevi (assenze inferiori ad una settimana durante l’anno) può recuperare tali assenze con modalità concordate con il Direttore della didattica professionale, salvaguardando orari che offrano opportunità di apprendimento.
Lo studente che si assenta dal tirocinio per periodi lunghi (assenze superiori a 2 settimane nell’anno) per gravi e giustificati motivi, deve concordare con il Direttore della didattica professionale un piano di recupero personalizzato.
Lo studente è tenuto a documentare le ore di presenza in tirocinio nel libretto, a farle controllare e controfirmare dal tutor e segnalare tempestivamente l’esigenza di recupero di eventuali assenze.

Motivi di sospensione del tirocinio
Le motivazioni che possono portare alla sospensione del tirocinio sono le seguenti.

  • Motivazioni legate allo studente:
    • insicurezza o difficoltà che potrebbero determinare una pratica non sufficientemente sicura;
    • frequenza del tirocinio discontinua;
    • difficoltà di comprensione e comunicazione linguistica;
    • gravidanza-maternità;
    • problemi psicofisici, che possono comportare stress o danni per lo studente, per i malati o per l’équipe della sede di tirocinio, o tali da ostacolare le possibilità di apprendimento delle competenze professionali.

La sospensione temporanea dal tirocinio è proposta dal Tutor clinico al Direttore della didattica professionale tramite apposita relazione, che verrà discussa e motivata in un colloquio con lo studente. La sospensione è formalizzata con lettera del Direttore della didattica professionale allo studente.

  • Motivazioni legate alla sede:
    • problemi igienici e organizzativi della sede di tirocinio;
    • in caso di sospensione delle attività (per esempio sciopero) qualora non ci sia un contingente minimo che garantisca un’attività di tirocinio sicuro e supervisionato.

Le motivazioni e le modalità di sospensione del tirocinio sono definite dal Regolamento didattico del CdS.
Lo studente ripetente per un profitto insufficiente in tirocinio concorda con il Direttore della didattica professionale un piano di recupero personalizzato sulla base dei propri bisogni formativi che potrà prevedere un prolungamento dell’attività di tirocinio.
Per essere ammesso a frequentare l’esperienza di tirocinio prevista dal piano di recupero personalizzato, allo studente ripetente è richiesto di:

  • aver superato gli esami relativi agli insegnamenti che includono discipline professionalizzanti relative all’anno precedente;
  • aver ripetuto le esperienze di laboratorio ritenute, dal Direttore della didattica professionale, propedeutiche al tirocinio.

Lo studente insufficiente in tirocinio non può ripetere più di una volta ogni anno di corso. Ciò vale anche nel caso in cui lo studente sospenda il tirocinio prima del termine previsto dal calendario e non si presenti all’esame annuale di tirocinio.
I tirocini supplementari per vari motivi e richiesti dallo studente, saranno valutati dal Direttore della didattica professionale, che risponderà alla richiesta compatibilmente con le esigenze organizzative.
La frequenza dell’esperienza supplementare non deve interferire con il completamento dei suoi impegni di recupero teorico.
L’esperienza supplementare dovrà essere valutata e registrata a tutti gli effetti sul libretto di tirocinio a scopi assicurativi, ma non potrà essere considerata un anticipo del lavoro da svolgere nell’anno successivo.

Codice di comportamento degli studenti in tirocinio

Si è finora esplicitato tutta la parte di indicazioni di buona pratica che il formatore dovrebbe seguire ma, all’interno di un contratto di apprendimento, è necessario condividere anche i comportamenti corretti che lo studente deve avere durante il tirocinio. A tal fine si riporta il codice di comportamento suggerito dalla Conferenza Permanente delle Classi di Laurea delle Professioni Sanitarie (9).
Durante il tirocinio, coinvolto attivamente nell’ambiente clinico, lo studente si impegna a:

  • agire entro i limiti del ruolo di studente e della progressiva autonomia operativa appresa;
  • prepararsi per il tirocinio in accordo con gli obiettivi e le specificità della sede di tirocinio;
    sostenere i diritti di tutti gli utenti;
  • mantenere la riservatezza e la confidenzialità delle informazioni degli utenti;
  • intraprendere azioni appropriate per garantire la sua sicurezza, quella degli utenti e dei colleghi;
  • riferire le attività effettuate in modo sincero, puntuale e preciso;
  • accettare le responsabilità delle proprie azioni;
  • trattare gli altri rispettando le diverse etnie, i valori e le scelte relative ai credi culturali e spirituali, status sociale e diritti umani;
  • collaborare in modo attivo e propositivo per migliorare il proprio percorso formativo;
    astenersi dal mettere in pratica qualsiasi tecnica o metodica per la quale non si abbia
  • ricevuto un’adeguata preparazione od ottenuto certificazione;
  • riconoscere che il proprio apprendimento deve essere supervisionato;
  • riferire puntualmente al responsabile condizioni di non sicurezza (errori) e farne occasione di riflessione formativa;
  • informare gli utenti e/o famigliari del proprio status di studente e i limiti dei compiti che può assumere rendendo visibile il cartellino di riconoscimento;
  • astenersi dall’uso di qualsiasi sostanza che possa compromettere le capacità di giudizio;
  • promuovere l’immagine della professione ed essere modello di “promozione della salute” attraverso il comportamento, le azioni, le espressioni e le modalità di comunicazione verbale e non verbale.

 

Bibliografia:
  1. Decreto Interministeriale 19/02/2009: Determinazione delle Classi delle Lauree delle Professioni Sanitarie; Gazzetta Ufficiale n. 119, 25 Maggio 2009.
  2. Decreto Ministeriale 22 Ottobre 2004, n. 270: Modifiche al regolamento recante norme concernenti l’autonomia didattica degli Atenei, approvato con Decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. Gazzetta Ufficiale n. 266, 12 Novembre 2004.
  3. Legge 10 agosto 2000, n 251: Disciplina delle Professioni Sanitarie Infermieristiche, Tecniche, della Riabilitazione, della Prevenzione nonché della Professione Ostetrica; Gazzetta Ufficiale n. 208, 6 settembre 2000.
  4. Matarese M.: La didattica pratica nei corsi di laurea delle professioni sanitarie. Med. Chir. 21. 816-822, 2003
  5. White R, Ewan C. Il tirocinio. L’insegnamento clinico del nursing. Milano: Sorbona; 1994.
  6. Casula I. Scienze Tecniche mediche applicate all’igiene orale. Rivista Italiana Igiene Dentale 2013; 9(1): 35-37.
  7. Midiri G, De Biase L, Marchetti P. Gallo P. La formazione dei tutori per le attività didattiche professionalizzanti. Med Chir 2010; 48: 2091-3.
  8. Zannini L, Randon G, Saiani L. Il curriculum nascosto nella formazione infermieristica. Med Chir 2011; 53, 2292-6.
  9. Conferenza permanente delle classi di laurea delle professioni sanitarie. Principi e standard del tirocinio professionale nei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie. 2010. http://cplps.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2011/06/Cons-Conf-Tirocinio-10-settembre.pdf
  10. Saiani L, Palese A. Modelli di gestione dei laboratori professionalizzanti. Med Chir 2010; 2097-9.
  11. Jeffries PR. Simulation in nursing education. New York: National League for Nursing. 2007.
  12. Harder BN. Use of simulation in teaching and learning in health sciences: A systematic review. J Nursing Education 2010; 49(1): 23.
  13. Guilbert JJ. Guida pedagogica per il personale sanitario. Edizioni del Sud: Bari; 2002.
  14. Janes J, Cooper J. Simulations in nursing education. Austr J Adv Nursing 1996; 13(4):35-9.
  15. AIF. Professione formazione. Franco Angeli: Milano; 1995.
  16. AIF. Linee guida per la formazione del fisioterapista. Masson: Milano; 2003.
  17. Calamandrei C, Pennini A. La leadership in campo infermieristico. McGraw-Hill: Milano; 2006.
  18. Saiani L, Bielli S, Brugnolli A. Consensus Conference-Documento di indirizzo sulla valutazione dell’apprendimento delle competenze professionali acquisite in tirocinio dagli Studenti dei Corsi di Laurea delle professioni Sanitarie. Med Chir 2011; 53: 2347-2354.
To cite: Rivista Italiana Igiene Dentale • gen-feb 2017; 13(1) © ariesdue