XIX Congresso Commissione Nazionale dei Corsi di Studio in Igiene Dentale

Gli abstract delle presentazioni poster

D. F. Squarzanti1, P. Zanetta1, M. Manfredi2, M. Ormelli1, A. Amoruso3, B. Azzimonti1
Università del Piemonte Orientale (UPO), Novara
1 Laboratori di Microbiologia Applicata, Dipartimento di Scienze della Salute
2 Spettrometria di massa, Dipartimento di Medicina Traslazionale, Centro per la ricerca traslazionale sulle malattie allergiche ed autoimmuni (CAAD)
3 Probiotical Research Srl, Novara, Italia

Introduzione La cavità orale funge da reservoir di Staphylococcus aureus (S. aureus) per l’infezione del tratto respiratorio inferiore e per quella crociata. Questo cocco non è un membro resiliente del normale microbiota orale in soggetti adulti sani e la sua prevalenza in questa nicchia può variare ampiamente. La sua colonizzazione è stata associata a tonsilliti ricorrenti, stomatiti, uso di protesi, scarsa igiene orale e infiammazione gengivale. Obiettivi I surnatanti di due lattobacilli, L. rhamnosus LR06 e L. johnsonii LJO02, sono stati testati rispetto alla loro capacità di limitare la colonizzazione da parte del ceppo meticillino- e oxacillino-resistente S. aureus (ATCC 43300) e ripristinare una condizione di eubiosi.

Materiali e metodi I ceppi probiotici (Probiotical Research Srl) sono stati coltivati nel terreno standard MRS e in TIL, privo di ingredienti di origine animale. I surnatanti sono stati prodotti dopo 8 ore di coltura dei probiotici nei suddetti terreni. I surnatanti e i terreni sono stati analizzati dal punto di vista quantitativo e qualitativo rispetto al contenuto di proteine e acidi grassi a corta catena. La misurazione della densità ottica e la valutazione della vitalità della forma planctonica e del biofilm di S. aureus è stata effettuata in seguito al contatto coi surnatanti probiotici per 24, 48 e 72 ore. La formazione del biofilm è stata valutata tramite colorazione con cristal violetto.

Risultati I lattobacilli si adattano in maniera eccellente all’innovativo terreno TIL, totalmente vegetale. La vitalità del patogeno è notevolmente ridotta successivamente al contatto coi surnatanti probiotici a tutti i tempi testati. Il trattamento con LJO02 risulta il più efficace nell’inibizione sia della forma planctonica che del biofilm.

Conclusioni I surnatanti probiotici si dimostrano una valida e promettente alternativa per contenere la colonizzazione di ceppi di S. aureus resistenti alla meticillina coinvolti in molteplici patologie, comprese quelle orali.

A.J. Wells, M.G. Lorenzon, V. Nicolin, F. Costantinides
Clinica di Chirurgia Maxillofacciale e Odontostomatologia dell’Azienda Sanitaria Integrata di Trieste

Introduzione L’aumento della longevità mondiale (con aspettativa di vita passata in media da 67,2 a 70,8 anni in un ventennio), ha aumentato il numero di pazienti con patologie o condizioni che limitano la corretta igiene orale. È pertanto utile chiedersi quale strumento di spazzolamento (tra elettrico e manuale) risulti più efficace nella rimozione della placca nel paziente anziano.

Obiettivi Valutare quale metodo di spazzolamento risulti più efficace nella rimozione della placca batterica tra lo spazzolino manuale e lo spazzolino elettrico roto-oscillante e sonico, e se la formula dentaria influisca sull’efficacia dell’igiene orale domiciliare.

Materiali e metodi Sono stati osservati 26 pazienti afferenti alla S.C Clinica di Chirurgia Maxillofacciale e Odontostomatologia (UNITS), di età uguale o superiore ai 75 anni, valutando la manualità e la formula dentaria utilizzando rispettivamente il test di Purdue Pegboard e l’indice di Eichner (EI). A T0 è stata valutata la manualità e la tecnica di spazzolamento, registrando poi l’indice di placca e l’indice di sanguinamento. I pazienti sono stati divisi in due gruppi in base allo strumento utilizzato: manuale (G1) o elettrico (G2) e suddivisi successivamente in tre sottocampioni sulla base dell’EI per la valutazione del supporto occlusale posteriore: G1 A, B, C e G2 A, B e C. A T1 (dopo 45 giorni) sono stati nuovamente registrati gli stessi indici sia pre che post spazzolamento. I dati sono stati sottoposti ad analisi statistica descrittiva preliminare.

Risultati IP e BoP sono diminuiti in tutto il campione, in particolar modo nel gruppo G2, nonostante presentino una manualità più scarsa (11,25 rispetto a 12,58). I pazienti con EI B hanno un IP peggiore a T0 rispetto agli altri gruppi, ma un miglioramento più accentuato a T1.

Conclusione Lo spazzolino elettrico risulta più efficace nel rimuovere la placca batterica e nel diminuire il sanguinamento gengivale nel campione osservato.

F. Pezzotti, P.L. Foglio Bonda, M. Bindi, A. Salihovic, M. Migliario
SCDU Odontoiatria e Stomatologia AOU Maggiore della Carità di Novara

Introduzione La neoplasia mammaria può risultare positiva ai recettori ormonali estrogenici (ER ≥ 1%) e/o progestinici (PgR ≥ 1%) e il trattamento prevede la somministrazione di una terapia ormonale. L’assunzione per lunghi periodi di questi farmaci può avere influenze sull’ecosistema orale.

Obiettivi Valutare in un campione di 128 donne con carcinoma mammario (CM), in terapia ormonale (TO), lo stato di salute dento-parodontale, rilevare l’Unstimulated Whole Saliva Flow Rate (U.W.S/FR), il pH salivare e individuare eventuali sovrainfezioni candidosiche orali.

Materiali e metodi Le donne arruolate sono state informate del protocollo a cui sarebbero state sottoposte. La saliva è stata raccolta con il metodo “spitting”, tra le ore 11.00 e le ore 12 a.m., per 5 minuti usando una provetta sterile, deionizzata, asciutta e precedentemente pesata. La temperatura e l’umidità dell’ambiente sono state monitorate (media 23˚C; 60%). Il FR è stato calcolato con la tecnica della pesata e il pH misurato con un pH-metro portatile tarato giornalmente. A tutte le pazienti è stato effettuato un tampone oro-faringeo.

Risultati Il valore medio dell’indice DMFT nelle donne in TO (16,07 ± 7,05) è risultato essere superiore rispetto a quello delle donne con CM (11,93 ± 7,14) con una differenza statisticamente significativa (4,14; p=0,0077). Il nostro studio ha evidenziato una differenza (0,06 mL/min) statisticamente significativa tra il FR delle pazienti in TO (0,23 ± 0,17 mL/min) e quello delle donne con CM (0,29 ± 0,17 mL/min). Il pH delle donne con CM era 6,78 ± 0,37, quello delle donne in TO 6,76 ± 0,34. Il 14,84% delle pazienti in TO aveva una sovrainfezione da candida orale.

Conclusioni La terapia ormonale adiuvante può incidere sul livello di salute orale, modificando l’omeostasi del cavo orale ed aumentando il rischio di sviluppare lesioni dei tessuti duri e/o molli.

F. Apicella1, S. Boggian3, S. Vanniyakulasingam3, J. Lanzetti2, P. La Bruna2, A.P. Deregibus3
1 Studente, CSID, Università degli Studi di Torino, Torino, Italia.
2 DH, Università degli Studi di Torino, Torino, Italia.
3 MD, DDS, Professore Associato, Università degli Studi di Torino, Torino, Italia.

Introduzione Il paziente ortodontico è considerato un soggetto a rischio di sviluppare patologie cariose e parodontali. Gli elementi malposizionati sono maggiormente soggetti ad accumulo di batteri e più difficili da detergere. Inoltre, le apparecchiature ortodontiche trattengono maggiormente batteri e residui alimentari e le loro componenti interferiscono con l’utilizzo dei presidi per il controllo meccanico della placca. I probiotici sono microrganismi, principalmente batteri, che, quando ingeriti, conferiscono benefici per la salute tramite l’immunomodulazione e l’inibizione dei patogeni.

Obiettivi Valutare la variazione degli indici di placca e di sanguinamento in pazienti ortodontici con apparecchiature fisse multibracket e allineatori invisibili, in seguito all’assunzione di un probiotico a base di due ceppi di Lactobacillus Reuteri (DSM 17938 e ATCC PTA 5289).

Materiali e metodi Sono stati selezionati 40 pazienti, 20 con apparecchiatura fissa multibracket e 20 con allineatori invisibili. I 20 soggetti di ciascun gruppo sono stati suddivisi ulteriormente in due gruppi in modo randomizzato: “esposti”, che assumevano il probiotico (1 compressa al mattino, in seguito alle normali manovre di igiene orale domiciliare) e “non esposti”, in cui i soggetti non assumevano alcun tipo di placebo. Durante la prima seduta sono stati raccolti gli indici PCR e FMBS, è stata eseguita l’igiene orale professionale e sono state fornite le istruzioni di igiene orale domiciliare. Gli indici sono stati rivalutati a 4, 8 e 12 settimane.

Risultati Si è riscontrata una diminuzione statisticamente significativa del PCR in tutti i controlli rispetto al baseline, nei soggetti “esposti” sia con apparecchiatura multibracket, sia con allineatori invisibili. Per quanto concerne l’indice di sanguinamento si osserva una diminuzione statisticamente significativa a T2 e T3 nel gruppo di “esposti” con allineatori invisibili.

Conclusioni L’utilizzo del probiotico su pazienti ortodontici permette, in associazione alle corrette manovre di igiene domiciliare, una migliore capacità di controllo della placca e il miglioramento dell’infiammazione gengivale.

A. Butera1, S. Gallo2, C. Maiorani1, C. Preda1, A. Chiesa1, F. Esposito1, M. Pascadopoli2, A. Scribante2
1 Unità di Igiene Dentale, Sezione di Odontoiatria, Dipartimento di Scienze Cliniche, Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche, Università di Pavia
2 Unità di Ortodonzia e Odontoiatria Pediatrica, Sezione di Odontoiatria, Dipartimento di Scienze Cliniche, Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche, Università di Pavia

Introduzione La parodontite è una malattia cronica a eziologia multifattoriale, degenerativa e irreversibile che causa una progressiva distruzione dei tessuti di supporto dei denti. Oltre al trattamento gold standard di Scaling and root planning (SRP), i pazienti a casa devono eseguire corrette procedure di igiene orale.

Obiettivi Lo scopo del presente studio clinico randomizzato è stato quello di valutare l’efficacia dei diversi dentifrici prescritti ai pazienti in seguito alla terapia causale non chirurgica.

Materiali e metodi Successivamente alla terapia parodontale non chirurgica, 80 pazienti sono stati suddivisi in modo casuale nei seguenti 4 gruppi in base al dentifricio prescritto per l’uso domiciliare giornaliero, utilizzando uno spazzolino elettrico: Gruppo 1 (Biorepair Gum Protection), Gruppo 2 (Biorepair Plus Parodontgel), Gruppo 3 (Biorepair Peribioma PRO) e Gruppo 4 (Meridol Gum Protection) (gruppo di controllo). Dall’inizio dello studio (T0), i pazienti hanno seguito un follow-up a 15 giorni (T1), 3 mesi (T2) e 6 mesi (T3). A ogni appuntamento sono stati valutati i seguenti indici parodontali: Bleeding on Probing (BOP), Bleeding Score (BS) e Sulcus Bleeding Index (SBI).

Risultati A eccezione del prodotto di controllo, tutti i dentifrici sperimentali hanno subito un significativo miglioramento dei tre indici clinici misurati. Biorepair Peribioma PRO, con il suo contenuto di paraprobiotici, era anche l’unico agente che causava un effetto prolungato, riducendo BOP anche a T3.

Conclusioni Sulla base dei risultati, sia l’acido ialuronico che la lattoferrina appaiono come un supporto affidabile per la gestione domiciliare della malattia parodontale. Nonostante questo, i paraprobiotici sono suscettibili di mostrare il beneficio più importante grazie al loro diverso meccanismo di azione basato sulla immunomodulazione.

A. Butera1, C. Maiorani1, M. Pascadopoli2, C. Preda1, B.Trapani1, A. Chiesa1, F. Esposito1, A. Scribante2
1 Unità di Igiene Dentale, Sezione di Odontoiatria, Dipartimento di Scienze Cliniche, Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche, Università di Pavia
2 Unità di Ortodonzia e Odontoiatria Pediatrica, Sezione di Odontoiatria, Dipartimento di Scienze Cliniche, Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche, Università di Pavia, 27100 Pavia, Italia

Introduzione La scarsa preoccupazione della letteratura sulla salute orale dei pazienti ricoverati è limitata ai reparti di terapia intensiva, ma la cavità orale è un serbatoio di agenti patogeni e un’igiene orale accurata, preceduta dallo screening e dalla rimozione di potenziali focolai batterici, può aiutare a gestire le infezioni nei pazienti ospedalizzati.

Obiettivi È stato effettuato uno studio epidemiologico nei reparti ospedalieri con lo scopo di valutare lo stato di salute orale dei pazienti sottoposti a molteplici trattamenti medici e di fornire conoscenze e competenze agli studenti del Corso di Laurea in Igiene Dentale.

Materiali e metodi Lo studio è stato condotto presso la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo (Pavia). Ai pazienti è stato presentato un questionario per la valutazione dei dispositivi di igiene orale utilizzati; successivamente è stata compilata una cartella clinica per la registrazione di DMFT, PI e MGI.

Risultati La maggior parte dei pazienti utilizza uno spazzolino manuale (da 65 a 100%) e spesso ricorre all’uso di collutori (da 20 a 80%); sono pochi, tuttavia, i pazienti che utilizzano un sussidio interprossimale (il valore più basso registrato è stato del 33,3%).

Conclusioni La possibilità di inquadrare la salute orale nei pazienti sottoposti a numerosi trattamenti medici ha permesso la formazione degli studenti del Corso di Laurea in Igiene Dentale, i quali hanno acquisito competenze specifiche in materia di gestione dei pazienti con esigenze particolari.

A. Butera1, C. Maiorani1, V. Natoli2, A. Bruni3, C. Coscione4, G. Magliano5, G. Giacobbo6, A. Morelli7, S. Moressa4, A. Scribante8
1 Unità di Igiene Dentale, Sezione di Odontoiatria, Dipartimento di Scienze Cliniche, Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche, Università di Pavia
2 DDS, Studio privato, Fasano
4 Libero professionista, Torino
5 Libero professionista, Treviso
6 Libero professionista, Milano
7 Libero professionista, Pesaro
8 Dipartimento di Scienze Cliniche, Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche, Università di Pavia

Introduzione Nella situazione pandemica da COVID-19, causata dal virus SARS-CoV-2 a trasmissione aerea, le pratiche cliniche con produzione di aerosol sono da considerarsi altamente a rischio. Una delle figure professionali più esposte è l’igienista dentale, sia per la ridotta distanza di lavoro, sia per l’utilizzo di strumentazione in grado di produrre una grande quantità di aerosol. La carica virale nella saliva è molto elevata, il risciacquo con collutori antisettici può ridurre solo la presenza degli agenti infettivi fino al 94%, ma non è in grado di eliminare il virus. È necessario quindi gestire la produzione di aerosol potenzialmente contaminati, favorendo nuove tecnologie quali laser, ozono, probiotici e disinfettanti, ad azione battericida, come la clorexidina e l’ozono.

Obiettivi Lo scopo di questa revisione è di valutare l’efficacia dei sistemi bio-ispirati, coadiuvanti della terapia parodontale non chirurgica, al fine di formulare protocolli volti a ripristinare le condizioni ottimali, riducendo la carica virale e la generazione di aerosol. Materiali e metodi Revisione sistematica della letteratura di articoli pubblicati in inglese inerenti ricerche di studi clinici (RCT) con partecipanti con malattia parodontale cronica o aggressiva, che hanno confrontato i benefici della terapia parodontale non chirurgica (NSPT).

Risultati Sono stati inclusi settantaquattro articoli. Un miglioramento statisticamente significativo per quanto riguarda la profondità di sondaggio (PPD) e diminuzione del livello di attacco clinico (CAL) si osserva nei gruppi laser, probiotici, clorexidina. La riduzione del sanguinamento al sondaggio (BOP) è statisticamente significativa solo per i gruppi probiotici e clorexidina. Si osservano cambiamenti microbiologici e nei parametri immunologici.

Conclusioni L’uso di sistemi bio-ispirati nel trattamento parodontale non chirurgico può essere utile per ridurre la produzione di aerosol contaminato, migliorando inoltre parametri clinici, microbiologici e immunologici, ma sono necessari altri studi clinici per ottenere la validità statistica.

S. Leone1, F. Pezzotti1,2, E. Iulita1, M. Tempia Scopello1, A. Roccuzzo3, P. L. Foglio Bonda1,2, M. Migliario1,2
1 Corso di Studi in Igiene Dentale, Università del Piemonte Orientale
2 SCDU Odontoiatria e Stomatologia, AOU Maggiore della Carità di Novara
3 Reparto di Parodontologia, Scuola di Medicina Dentaria, Università di Berna

Introduzione La menopausa è caratterizzata da una diminuzione dei livelli di estrogeno e progesterone circolanti, con risvolti sistemici e a livello del cavo orale. Gli estrogeni influenzano anche lo sviluppo e il decorso di alcune neoplasie caratterizzate dalla presenza di positività ai recettori cellulari estro-progestinici: per questo motivo è consigliata la somministrazione di particolari farmaci che modulano la produzione endogena di estrogeni e progesterone (ormonoterapia adiuvante).

Obiettivi Evidenziare eventuali differenze tra le condizioni di salute orale rilevate in due coorti di donne, le prime in menopausa fisiologica e le seconde in menopausa iatrogena conseguente a terapia ormonale adiuvante per pregressa neoplasia mammaria.

Materiali e metodi Ottenuto il consenso, previa compilazione di un questionario anamnestico sullo stato di salute generale e su quello orale percepito, due campioni di donne, uno in menopausa fisiologica (GMF) l’altro in menopausa iatrogena farmacologica per pregressa neoplasia mammaria (GMI), sono state sottoposte a esame obiettivo del cavo orale con rilevamento di formula dentaria, indice DMFT e indici parodontali (PCR, GBI, OHI-S, PSR).

Risultati In entrambi i gruppi il DMFT e gli indici parodontali hanno evidenziato i risultati di uno scarso controllo di placca, un’elevata infiammazione gengivale e conseguente necessità di trattamento parodontale senza differenze statisticamente significative (p> 0.05). Unico parametro al limite della significatività statistica (p=0,057) è stato quello relativo alla mobilità dentale, risultata maggiore nel GMI.

Conclusioni Il nostro studio evidenzia uno stato di salute orale non buono sia nel GMF che nel GMI. Questi dati inducono a ritenere che l’informazione e la motivazione all’igiene orale in donne di questa fascia di età sia ancora scarsa. Pertanto, è necessario che tutta l’equipe odontoiatrica, conscia delle conseguenze orali della deplezione estro-progestinica, implementi la sua azione di informazione e motivazione in questa fascia di popolazione.

G. Metauro, A. Matassa, A. Melle, A. Cochis, L. Rimondini, V. Rocchetti Corso di Studi in Igiene Dentale, Università degli Studi del Piemonte Orientale

Introduzione L’efficacia della molecola di NitrAdine® si basa sulla combinazione di un’alta concentrazione di tensioattivi, i quali denaturano le proteine della membrana del biofilm batterico, e di altri ingredienti come acido citrico, lattosio monoidrato, bicarbonato di sodio, cloruro di sodio e monopersolfato di potassio, che determinano un lento rilascio di una concentrazione bassa e non tossica di ipoclorito allo 0,02%, in grado di inibire la crescita di microrganismi patogeni.

Obiettivi Valutare l’efficacia della molecola NitrAdine® sulla riduzione del biofilm batterico prodotto dai patogeni Aggregatibacter actinomycetemcomitans (aerobio) e Porphyromonas gingivalis (anaerobio).

Materiali e metodi Sono stati effettuati esperimenti in vitro presso il laboratorio di Odontostomatologia avente sede al CAAD (Centro per le Malattie Autoimmuni e Allergiche), allo scopo di valutare l’efficacia della molecola NitrAdine® sulla riduzione del biofilm batterico prodotto dai patogeni A. actinomycetemcomitans e P. gingivalis. Tale molecola è stata messa a confronto con la clorexidina (0,20%), gold-standard per il trattamento delle parodontiti. Sia della molecola di NitrAdine® che della clorexidina sono stati valutati la citotossicità e il potenziale antibatterico.

Risultati I risultati microbiologici ottenuti in vitro mostrano che la vitalità dell’A. actinomycetemcomitans e del P. gingivalis è stata completamente ridotta dopo 24 ore in seguito all’incubazione di 15 minuti con PerioTabs® e clorexidina (0,2) evidenziando una differenza statisticamente significativa rispetto al controllo.

Conclusioni L’ausilio di PerioTabs® potrebbe essere un ottimo adiuvante nella riduzione del biofilm batterico grazie alla sua azione inibitoria nella proliferazione di due ceppi batterici, A. actinomycetemcomitans e P. gingivalis, per i quali è riconosciuto un preciso ruolo patogeno nelle infezioni del cavo orale.

P.D. Michienzi1, J. Lanzetti1, P. La Bruna1, A.P. Deregibus2
1 DH, Università di Torino 2 MD, DDS, Professore Associato, Università di Torino

Introduzione Il paziente portatore di ortodonzia fissa presenta notevoli difficoltà nel controllo della placca batterica a causa delle componenti metalliche dell’apparecchio che permettono una maggiore ritenzione del biofilm batterico, motivo per il quale è indispensabile l’intervento dell’igienista dentale.

Obiettivi Lo scopo dello studio è di valutare l’efficacia di due tipologie di spazzolini elettrici nella rimozione della placca batterica in pazienti portatori di apparecchiatura ortodontica multibrackets.

Materiali e Metodi Sono stati selezionati casualmente 14 pazienti, con età compresa tra i 10 e i 25 anni, portatori di apparecchiatura ortodontica multibrackets. Sono stati utilizzati quattro differenti indici di placca (FMPS; OHI-S; OPI; MOPI) di cui due specifici per il paziente ortodontico. La raccolta dati è stata eseguita tramite l’utilizzo della fluorescina ed è stata effettuata prima e dopo l’utilizzo dello spazzolino elettrico. Tutti i pazienti sono stati istruiti e guidati all’utilizzo dello spazzolino sonico (modello Sonic FlexCare) nella prima seduta e successivamente, con le stesse modalità e a distanza di 3 mesi, dello spazzolino roto-oscillante (modello Oral-B Genius).

Risultati Dai dati analizzati, si è riscontrato che entrambi gli spazzolini sono efficaci nella rimozione della placca. In dettaglio si è ottenuta una differenza statisticamente significativa degli indici FMPS, OPI e OHI-S nell’utilizzo dello spazzolino sonico.

Conclusioni Lo studio ha portato a determinare l’efficacia, in termini di riduzione degli indici di placca, delle due tipologie di spazzolino elettrico. In particolare lo spazzolino sonico è risultato essere più efficace rispetto allo spazzolino roto-oscillante, soprattutto per le superfici adiacenti alle componenti metalliche dell’apparecchiatura ortodontica e a livello del margine gengivale.

R. Pertusati, A. Matassa, A. Melle, A. Cochis, L. Rimondini
Corso di Studi in Igiene Dentale, Università degli Studi del Piemonte Orientale

Introduzione PerioTabs® è un Dispositivo Medico di Classe I ed è basato sulla formula anti-biofilm di NitrAdine®. L’efficacia di NitrAdine® si basa sulla combinazione di un’alta concentrazione di .tensioattivi. Obiettivi Scopo del presente lavoro è stato quello di valutare l’efficacia di un agente antibatterico a base di NitrAdine® nel ridurre l’indice di placca e l’infiammazione gengivale in un campione di pazienti.

Materiali e metodi È stato selezionato un campione di 34 studenti del Corso di Studi di Fisioterapia dell’Università del Piemonte Orientale. Sono stati rilevati gli indici PCR, OHI-S, GBI, WTCI e GI sui denti di Ramfjord. A ogni soggetto incluso nello studio è stato assegnato un protocollo randomizzato e fissato un secondo appuntamento a distanza di 10 giorni per la rivalutazione dello stato di salute dei tessuti gengivali. Il campione è stato diviso in due gruppi: gruppo PerioTabs® (GP) a cui è stata consegnata una confezione di PerioTabs® e richiesto il mantenimento delle consuete abitudini di igiene orale domiciliare; gruppo di controllo (GC) il quale è stato motivato e istruito alle corrette metodiche di igiene orale domiciliare.

Risultati È stato evidenziato un miglioramento altamente significativo di tutti i parametri indagati nel gruppo PerioTabs® relativi alla presenza di placca (PCR p=0,00064), livello di igiene orale (OHI-S p=0,0006), infiammazione gengivale (GBI p=0,00064; GI p00,0014) e presenza di patina linguale (WTCI p=0,0019).

Conclusioni L’aggiunta di PerioTabs®, in forme più gravi di parodontite e in pazienti poco collaboranti, potrebbe essere un ottimo adiuvante per il mantenimento e potenziamento degli effetti di scaling e root planning, data la sua azione inibitoria nella proliferazione di microrganismi parodontopatogeni.

F. Pezzotti, M. Bindi, M. Migliario, B. Mele, P.L. Foglio Bonda SCDU Odontoiatria e Stomatologia AOU Maggiore della Carità di Novara

Introduzione Le variazioni ormonali che sostengono la gravidanza provocano cambiamenti in tutto il corpo della donna, anche a livello del cavo orale. Nelle donne gravide è segnalata un’aumentata produzione di saliva, condizione nominata scialorrea o ptialismo gravidico, che si presenta generalmente durante il primo trimestre gestazionale.

Obiettivi Valutare le variazioni di pH e Flow Rate (FR) dell’Unstimolated Whole Saliva in un campione di 51 donne gravide di diverso periodo gestazionale confrontandolo con un campione di donne non gravide.

Materiali e metodi Le pazienti dovevano mantenere un atteggiamento rilassato ed evitare attività sportive il giorno precedente al prelievo salivare e astenersi dal consumare cibi e bevande nelle ore antecedenti all’esame. La saliva è stata raccolta con il metodo “spitting” tra le 11.00 e le 12.00 am per 5 minuti usando una provetta sterile, deionizzata, asciutta e precedentemente pesata. La temperatura e l’umidità dell’ambiente sono state monitorate (media 23.20˚C; 61.50%). Il FR è stato calcolato con la tecnica della pesata ed il pH misurato con un pH-metro portatile.

Risultati Un aumento statisticamente significativo (p<0,001) della produzione di saliva è stato osservato nel primo trimestre (0,56+/-0,20 ml/min) rispetto al secondo trimestre (0,34+/-0,14 ml/min) e al terzo trimestre (0,31+/-0,14 ml/min). Il FR medio del campione di donne gravide (0,40+/-0,20 ml/min) è risultato essere inferiore a quello delle donne non in gravidanza (0,48+/-0,15 ml/min), con una differenza statisticamente significativa (0,8+/-0,05 ml/min; p<0,05). Il pH delle donne gravide è risultato inferiore (6,34+/- 0,39) a quello rilevato (7,01+/-0,30) nelle donne non in gravidanza con una differenza statisticamente significativa (0,67+/-0,09; p<0,0001).

Conclusioni Il nostro studio ha riscontrato un aumento del FR nel primo trimestre gravidico rispetto a quello rilevato nel secondo e nel terzo che, viceversa, sono risultati inferiori al FR medio delle donne non in gravidanza.

A. Salihovic1, P.L. Foglio Bonda1, B. Pollio2, F. Pezzotti1
1 SCDU Odontoiatria e Stomatologia AOU Maggiore della Carità di Novara
2 SIMT Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, Dipartimento di Diagnostica A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino, Ospedale Regina Margherita

Introduzione L’emofilia è una patologia congenita ed ereditaria, dovuta a un difetto della coagulazione del sangue. La Federazione mondiale dell’emofilia calcola ci siano oltre 400.000 emofilici nel mondo, di cui soltanto un terzo diagnosticati. Tra i principali disturbi a livello del cavo orale vi è il rischio di emorragia gengivale spontanea.

Obiettivi Valutare lo stato di salute dento-parodontale in 51 pazienti emofiliaci di età compresa tra i 4 e i 78 anni, confrontando i valori ottenuti in relazione alla tipologia di emofilia (emofilia A vs emofilia B) e all’età (età evolutiva 0-17 vs età adulta/anziana ≥ 18)

Materiali e metodi Il campione del nostro studio era composto da 38 soggetti affetti da emofilia A e 13 da emofilia B. I soggetti in età evolutiva erano 24 mentre in età adulta/anziana 27. Lo stato di salute dento-parodontale è stato valutato mediante il rilevamento dei seguenti indici: simplified Oral Hygiene Index (OHI-S), Plaque Control Record Index (PCR), Gingival Index (GI), Gingival Bleeding Index (GBI), Papillary Bleeding Index (PBI) e indice epidemiologico dmft/DMFT.

Risultati Il nostro studio non ha evidenziato differenze statisticamente significative nell’analisi degli indici (PCR, GBI, OHI-S, GI, PBI) sia in relazione alla tipologia di emofilia che all’età. L’indice epidemiologico DMFT ha mostrato una differenza statisticamente significativa tra i pazienti in età evolutiva (0,96+-1,65) in confronto ai soggetti in età adulta e anziana (5,59+-5,63). L’indice OHI-S mostra che il 72,55% degli emofiliaci ha ottenuto un punteggio buono o eccellente e solo il 3,92% aveva un’igiene orale insufficiente. Il valore medio dell’indice PCR è stato del 28,63% ± 0,25.

Conclusioni I pazienti affetti da emofilia del nostro studio avevano un livello di igiene orale sufficiente. È fondamentale il ruolo della prevenzione dentale, al fine di ridurre eventuali rischi emorragici legati alle patologie del cavo orale.

S. Sevi2, E. Jeropoli1, C. Comi , A. Baj3
1 Corso di laurea in Igiene Dentale, Dipartimento di medicina, Università degli Studi dell’Insubria
2 Igienista Dentale
3 Dipartimento di medicina e chirurgia, Università degli Studi dell’Insubria

Introduzione L’arginina è un amminoacido presente in molti dentifrici utilizzati per trattare l’ipersensibilità dentale. La sua caratteristica è quella di occludere i tubuli dentinali e impedire agli stimoli esterni di provocare la sintomatologia dolorosa. Tuttavia non sono mai stati studiati i suoi effetti sull’adesione delle cellule batteriche alle superfici degli elementi dentali.

Obiettivi Lo scopo è dimostrare se sussiste una relazione tra l’utilizzo di dentifrici a base di arginina 8% e una variazione dell’adesione del biofilm batterico sulle superfici dentinali.

Materiali e metodi Sei premolari umani sono stati trattati al fine di ricreare un’abrasione meccanica ed esporre i tubuli dentinali. Gli elementi sono poi stati divisi in tre gruppi. Il gruppo G1 non è stato trattato; i gruppi G2 e G3 sono stati trattati con un dentifricio a base di arginina 8% per 9 secondi, applicato topicamente e con uno spazzolino elettrico, una volta al giorno per 91 giorni. Un elemento per gruppo è stato prelevato e sottoposto ad analisi al SEM. I campioni rimanenti sono stati immersi in un terreno di coltura contenente tre ceppi batterici orali. Dopo un lavaggio è stata effettuata l’estrazione del DNA, amplificato mediante PCR 16S rDNA. Successivamente è stata effettuata un’elettroforesi capillare e il sequenziamento del materiale genetico.

Risultati Il SEM ha evidenziato un deposito di materiale cristallino sulle superfici dei campioni G2 e G3 che ne aumentava la rugosità rispetto al campione G1, che risulta più liscio e uniforme. L’elettroforesi capillare ha riportato una maggiore adesione batterica nel campione G1 rispetto ai due campioni trattati. G3 è stato il campione con meno materiale genetico rilevato. Il sequenziamento del DNA ha evidenziato che Lactobacillus paracasei è il batterio più̀ adeso nel campione G1, mentre nei campioni G2 e G3 è stato Streptococcus constellatus.

Conclusioni Lo studio condotto non può fornire prove certe sulla correlazione tra l’arginina e l’inibizione dell’adesione delle cellule batteriche, a causa dello scarso numero di campioni. Pertanto occorrono studi che indaghino con rigore statistico se vi sia un’associazione causa-effetto tra i depositi di arginina e l’inibizione dell’adesione batterica.

G. Valentini, S. D’Agostino, M. Dolci Dipartimento di Scienze Mediche, Orali e Biotecnologiche. Università Gabriele D’Annunzio, Chieti-Pescara

Introduzione L’osteonecrosi delle ossa mascellari correlata a farmaci è un effetto collaterale comune all’uso principalmente di agenti anti-riassorbimento e inibitori dell’angiogenesi. Non esiste ancora un trattamento standardizzato e definire una strategia di trattamento rimane una sfida (Ruggiero et al., 2014).

Obiettivi L’obiettivo del presente studio è fornire un resoconto sulle condizioni di igiene orale di pazienti positivi per MRONJ afferenti alla Clinica Odontoiatrica dell’Università G. D’Annunzio; outcome secondario è quello di valutare il livello di ricezione delle linee guida tra gli igienisti dentali operativi nella suddetta struttura.

Materiali e metodi È stato creato un database con numerosi parametri anamnestici e odontoiatrici tra cui lo stato di igiene orale. A tutti i pazienti è stato somministrato un dettagliato consenso informato. Le condizioni di igiene orale sono state classificate secondo la seguente stadiazione in base ai valori di Full Mouth Plaque Score (FMPS) e Full Mouth Bleeding Score (FMBS): FMPS e FMBS ≤ 10% : ottimo; 10% < FMPS e FMBS ≤ 15% : buono; 15% < FMPS e FMBS ≤ 25%: mediocre; FMPS e FMBS > 25%: scarso. È stato valutato l’accertamento da parte degli operatori dell’adesione dei pazienti alla terapia antibiotica prima dell’igiene orale professionale.

Risultati Nella nostra popolazione campione è stato rinvenuto il 48% di pazienti con condizioni di igiene orale scarse, il 34% con condizioni buone, il 9% con condizioni mediocri, il 9% con condizioni ottime. La totalità degli operatori ha accertato la compliance alla terapia antibiotica pretrattamento.

Conclusioni Lo studio evidenzia che le condizioni di igiene orale in pazienti con MRONJ sono carenti, sottolineando l’importanza della figura dell’igienista, che ha il dovere di essere aggiornato al fine di garantire la massima sicurezza di un paziente già fragile durante le manovre di igiene professionale.

I. Calzoni, E. Prota, B. Mele, F. Pezzotti, A. Matassa, M. Bindi
Dental Clinic, A.O.U Maggiore della Carità di Novara

Introduzione L’esame obiettivo del cavo orale è indispensabile per la valutazione di lesioni neoplastiche e preneoplastiche con sensibilità e specificità simili ai programmi di screening del cancro della mammella e del collo dell’utero. La diagnosi precoce di cancro orale (Oral Squamous Cell Carcinoma – OSCC) può aumentare notevolmente i tassi di sopravvivenza a cinque anni (50%-80%), in quanto il fattore proliferativo e lo stadio dei tumori al momento della diagnosi ne determinano in gran parte la prognosi. È essenziale che i professionisti del cavo orale comprendano l’importanza di condurre una visita orale completa come parte delle loro valutazioni cliniche di routine.

Obiettivi Revisione della letteratura su OSCC e sulla conoscenza del cancro orale tra gli Igienisti e realizzare schemi di comportamento dedicati, sotto forma di tabelle e flow-chart, relativi a “prevenzione e fattori di rischio”, “screening e percorso di rinvio” e “motivazione ed educazione”

Materiali e metodi Sono state eseguite ricerche su PubMed, Embase e Google Scholar utilizzando “Oral Cancer”, “Dental Hygienist”, “Screening Practices”, “Clinical Management” e “Oral Health Professionals” come parole chiave.

Risultati È altamente probabile che gli Igienisti eseguano prestazioni su pazienti con cancro orale o con lesioni potenzialmente maligne. Vista l’incidenza del cancro orale, il ruolo dei professionisti della salute orale nella prevenzione, nell’identificazione precoce e nella diagnosi e gestione delle neoplasie orali diventerà sempre più rilevante per la salute pubblica. Si propongono tabelle e flow-chart elaborati in base all’analisi della letteratura.

Conclusioni È indispensabile maggiore attenzione sulla formazione nei protocolli di screening e di motivazione ed educazione del paziente al fine di migliorare la prevenzione del OSCC e i tassi di diagnosi precoce, riducendone così il tasso di mortalità.

G. Collini, F. Berton, V. Nicolin, F. Costantinides
Clinica di chirurgia maxillofacciale e odontostomatologia dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste

Introduzione I farmaci anticoagulanti orali diretti (DOAC) vengono utilizzati per la prevenzione e trattamento del tromboembolismo venoso, nella prevenzione dell’ictus e dell’embolia polmonare in pazienti adulti con fibrillazione atriale non valvolare. I pazienti in trattamento con DOAC potrebbero incorrere in complicanze emorragiche anche durante le terapie di igiene orale professionale; potrebbe essere necessario, quindi, adottare diversi accorgimenti per la loro gestione in caso di terapia parodontale non chirurgica.

Obiettivi Lo studio osservazionale vuole valutare l’impatto esercitato dai DOAC sul sanguinamento intra-e post terapia parodontale non chirurgica, comparandolo sia con quello indotto dalla terapia anticoagulante tradizionale (VKA) sia con quello di pazienti senza trattamento anticoagulante.

Materiali e metodi Sono stati arruolati 30 pazienti (afferenti alla SC Clinica di Chirurgia Maxillofacciale e Odontostomatologia ASUGI) con un quadro di malattia parodontale di III-IV stadio, suddivisi in tre coorti: SANI, DOAC e VKA; nei pazienti VKA è stato eseguito il test INR misurato a T0 e prima di ciascuno dei successivi appuntamenti. È stata eseguita la terapia parodontale non chirurgica suddividendo la seduta per arcate. L’entità del sanguinamento (classificata in lieve, moderata elevata) è stata valutata nella fase intra-operatoria, post-operatoria e post-operatoria tardiva. I dati sono stati organizzati su foglio elettronico (Microsoft Office Excel).

Risultati Tra i pazienti esaminati, con un’età compresa tra i 35 e gli 83 anni, vi sono: 19 uomini (9 DOAC, 3 VKA e 7 SANI), 11 donne (2 DOAC, 1 VKA e 8 SANI). Si evidenzia che la media dell’entità del sanguinamento intraoperatorio, immediato post e tardivo risulti moderato e uguale in tutti e tre i gruppi.

Conclusioni Lo studio, nonostante i limiti numerici, ha evidenziato una comparabilità tra l’entità del sanguinamento intra- post-operatorio e tardivo tra pazienti sani, DOAC e VKA sottoposti a terapia parodontale non chirurgica.

A. Butera, M. Pascadopoli, S. Gallo, M. Lelli, F. Tarterini, F. Giglia, A. Scribante
Dipartimento Scienze Clinico Chirurgiche, Pediatriche e Diagnostiche. Corso di Studi in Igiene dentale, Università degli Studi di Pavia

Introduzione Negli ultimi anni sono stati esaminati i dentifrici contenenti idrossiapatite biomimetica; Il comportamento di questo materiale in ambiente orale è stato valutato direttamente sullo smalto dentale, mostrando una marcata attività remineralizzante.

Obiettivi Al fine di proporre dentifrici a base di microrepair (Zn-carbonato idrossiapatite) per l’igiene orale domiciliare in pazienti con restauri dentari in composito, lo scopo dello studio era quello di valutare la deposizione di ZN-carbonato idrossiapatite su una resina polimerica composita con Microscopia a Scansione Elettronica/ Spettroscopia EDS.

Materiali e metodi A venti volontari in salute sono stati posizionati tre attacchi ortodontici. sulla superfice vestibolare dei 2 premolari e del primo molare nel l quadrante. Sulla superficie dei bottoni è stata applicata una massa di resina in composito fotopolimerizzati, i volontari sono stati divisi casualmente in due gruppi in base al dentifricio usato per l’igiene orale domiciliare: il dentifricio del gruppo controllo contenente fluoruro stannoso e il dentifricio oggetto di studio, contenente microrepair. I bottoni sono statti decementati dopo 7 giorni (T1, primo premolare), dopo 15 giorni (T2, secondo premolare ) e dopo 30 giorni (T3, primo molare) per sottoposti all’analisi tramite SEM/EDS.

Risultati La deposizione di calcio, fosforo e silicio è stata valutata attraverso l’analisi con EDS e i dati sono stati sottoposti ad analisi statistica (il livello di significatività è stato posto a p<0.05), la valutazione morfologica al SEM ha mostrato un accentuato deposito dei due dentifrici sulle superfici dei bottoni. I quantitativi rilevati dall’analisi all’EDS hanno mostrato un aumento di calcio, fosforo e silicio in entrambi i gruppi, con una differenza statisticamente significativa della deposizione del calcio a T3 per il gruppo di studio.

Conclusioni Pertanto, l’utilizzo del dentifricio contenente Zn-carbonato di idrossiapatite può essere proposto come dispositivo per l’igiene orale domiciliare, perché il deposito di idrossiapatite sulla resina polimerica in composito può prevenire l’insorgenza di carie secondarie sui margini dei restauri.

L. Guerrini, A. Bizzoni, Y. Giampietro, M. Autiero, G.Di Clemente, F. Trevisani, G. Ciampa, A. Barone
Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università degli Studi dell’Aquila

Introduzione Nel periodo di lockdown, causato dalla pandemia da COVID-19, abbiamo utilizzato sempre di più le mascherine, in quanto obbligatorie. Tale uso può aver avuto effetti anche sulla percezione dell’alitosi.

Obiettivi Scopo dell’indagine è stato valutare l’alitosi in relazione all’utilizzo delle mascherine, in una popolazione eterogenea di persone.

Materiali e metodi Abbiamo proposto per via telematica, a un gruppo di 220 persone, un questionario inerente patologie pregresse e sulle abitudini, alimentari e di igiene orale, osservate nel periodo dell’isolamento. Le risposte sono state raccolte tramite l’utilizzo di un Google Form®.

Risultati Abbiamo riscontrato le tendenze sulle caratteristiche dei partecipanti (predominanza di donne, che lavorano da dipendenti, in maggioranza in presenza o in modalità mista, che considerano molto importanti l’igiene orale e i controlli periodici e che tendenzialmente non fumano). È emerso anche che l’uso della mascherina, così continuativo, ha condizionato negativamente la percezione della salivazione (è diminuita per il 49,1%); il 50% ha aumentato l’assunzione dei fuori pasto e il 38,2% ha dichiarato di aver aumentato il consumo di dolci. Questa condizione pandemica ha inciso nella percezione di alito cattivo, in seguito all’uso delle mascherine, per il 38,4% (84 persone). La percentuale di persone che hanno percepito alito cattivo è stata superiore nella fascia di coloro che hanno indossato la mascherina per più di 8 ore al giorno (50%).

Conclusioni L’igiene orale è stata valutata come importante dalla maggioranza degli intervistati, gli spuntini fuori pasto sono, in ogni caso, aumentati, così come il consumo di dolci, per più di un terzo. Il 38,4% ha percepito alito cattivo in conseguenza del prolungato utilizzo delle mascherine, e ha tentato di risolvere il problema, quasi esclusivamente, tramite l’uso di collutori o chewing gum o altri prodotti coprenti. Soltanto l’8% degli intervistati ha riferito di essersi rivolto allo specialista.

L. Guerrini, G. Pierantozzi, B. Scaramucci, F. Barbarulo, V. Mazziotta, M. Catapano, A. Barone Università degli Studi dell’Aquila, Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente

Introduzione Nel lungo periodo di lockdown, causato dalla pandemia da COVID-19, ci sono stati enormi cambiamenti nella vita degli italiani e probabilmente ciò ha influito anche sugli stili di vita.

Obiettivi Scopo dell’indagine è stato quello di valutare i cambiamenti eventualmente emersi nelle abitudini degli intervistati, valutando le loro percezioni.

Materiali e Metodi È stato proposto per via telematica, ad un gruppo di 141 persone, un questionario comprendente alcuni quesiti sulle abitudini osservate nel periodo dell’isolamento.

Risultati Sono emerse alcune tendenze sulle caratteristiche dei partecipanti (in predominanza femmine, da 16 a 49 anni di età, che lavorano da dipendenti in buona parte in presenza o in modalità mista, che considerano molto importanti l’igiene orale e i controlli periodici, per buona parte non fumano, hanno modificato le abitudini alimentari incrementando il numero degli spuntini durante la giornata, concedendosi più frequentemente eccessi di alcolici, carboidrati e lipidi). È emerso inoltre che l’uso della mascherina, tutti i giorni e per molte ore al giorno, ha condizionato negativamente i rapporti interpersonali per più della metà degli intervistati, senza peraltro indurli a sorridere maggiormente, come ci si sarebbe aspettato, a seguito della copertura di parte del volto; anche il consumo di sigarette nei fumatori risulta aumentato.

Conclusioni L’igiene orale è stata valutata come importante dalla maggioranza degli intervistati. Gli spuntini fuori pasto sono, tuttavia, aumentati. Questa condizione pandemica ha comunque inciso, oltre che sull’economia e sul benessere delle persone, anche su alcune abitudini che hanno impattato sull’igiene orale, quali l’aumento nel consumo di alimenti, alcolici e sigarette. Ha inoltre determinato un peggioramento dei rapporti interpersonali a causa dell’uso della mascherina.

F. Santangelo1, M. Gangale2, A. Silvestri3, L. Levrini4
1 BS igienista dentale, libero professionista, Domodossola
2 BS igienista dentale, MA psicologa clinica, docente a contratto Università degli Studi dell’Insubria, dipartimento di Medicina e Chirurgia ASST sette laghi Varese
3 BS igienista dentale, docente a contratto Università degli Studi dell’Insubria, dipartimento di Medicina e Chirurgia ASST sette laghi Varese
4 Dipartimento di Scienze Umane e dell’Innovazione per il Territorio, Università degli Studi dell’Insubria

Introduzione Presso un reparto di neuropsichiatria infantile (NPI) si sono valutate la relazione tra abitudini di igiene orale domiciliare (IOD) dei genitori e rispettivi figli e la relazione tra salute orale ed abitudini di IOD dei pazienti. Inoltre, si è evidenziata l’utilità dell’intervento dell’Igienista Dentale (ID) nel team multidisciplinare per ottenere maggior benessere.

Obiettivo Mettere in evidenza l’influenza del genitore sul bambino e l’importanza di un intervento precoce da parte dell’igienista dentale sul bambino disabile.

Materiali e metodi Attraverso questionari si sono raccolte informazioni relative all’IOD di un campione di 17 genitori e 17 figli. Una visita clinica rivolta ai bambini ha evidenziato: indice di placca (PI) tramite rilevatore, stato di salute gengivale (GI) mediante esame obiettivo e pH salivare attraverso strisce reattive. GI e pH sono stati utilizzati per l’inquadramento clinico e per fornire istruzioni di IOD personalizzate. Infine, somministrando un questionario al team del reparto di NPI (fisioterapisti, educatori, neuropsichiatri) si è valutata l’utilità dell’intervento dell’ID.

Risultati Dal confronto delle abitudini di IOD dei genitori e dei figli si è riscontrata una correlazione diretta (r=0,287). Dal confronto delle abitudini di IOD e PI dei pazienti del reparto di NPI, è emersa una correlazione negativa (r=-0,138). Dalle risposte del team di NPI è risultata l’utilità del lavoro svolto in equipe con l’ID.

Conclusioni Le abitudini di IOD del genitore sono risultate scarsamente correlate a quelle del bambino. È emerso un rapporto inverso tra gestione di IOD e PI dei pazienti NPI. La registrazione dei valori PI, GI e pH ha evidenziato lo stato di salute dei pazienti, in base al quale fornire istruzioni di IOD personalizzate. Per via delle fragilità e difficoltà comunicative dei bambini con sviluppo atipico è fondamentale un’intercettazione precoce, l’igienista dentale all’interno del team che seguiva il bambino è risultato fondamentale per migliorare la gestione delle problematiche orodentali.

A. Stoica Sorana, S. D’Agostino, M. Dolci
Dipartimento di Scienze Mediche, Orali e Biotecnologiche, Università Gabriele D’Annunzio, Chieti-Pescara

Introduzione Il seguente lavoro ha l’obiettivo di verificare quali sono le attività esercitate dalla Lattoferrina: glicoproteina ferro-chelante, multifunzionale, contenuta nella saliva e appartenente all’immunità innata.

Materiali e metodi Le parole chiave utilizzate sono state: Lattoferrina, Cavo Orale, COVID-19. PubMed è il motore di ricerca utilizzato, lingua inglese. È stato preso in considerazione un periodo temporale di 4 anni: 2018-2021. Criteri di inclusione: free full text.

Risultati su 1362 articoli trovati solo 669 rispettavano i criteri di inclusione di cui soli 38 affrontavano la relazione tra Lattoferrina e COVID-19. La Lattoferrina esercita attività: batteriostatiche, battericide, antibiofilm, antiossidanti, antiadesive, antiaggreganti e antinfiammatorie. È stato verificato che i livelli di Lattoferrina sono alterati nei soggetti affetti da patologie orali. La somministrazione topica di Lattoferrina ha dimostrato di essere efficace nel trattamento di patologie orali senza effetti avversi, a differenza della terapia antibiotica, inoltre si è dimostrata efficace contro i batteri contenuti in un biofilm. Recentemente è stato evidenziato il suo possibile ruolo preventivo e di trattamento in pazienti affetti da COVID-19 grazie ai suoi effetti antinfiammatori in infezioni virali e microbiche su diverse specie mucosali. È stato osservato che il sovraccarico di ferro è sempre più implicato come contributore alla patogenesi dell’infezione da COVID-19; infatti i pazienti presentano: infiammazione, ipercoagulazione e iperferritinemia. I chelanti del ferro e in particolare la Lattoferrina, esercitano effetti immunomodulatori e antinfiammatori e può legarsi a diversi recettori usati dal Coronavirus bloccandone l’ingresso nelle cellule ospiti.

Conclusioni Possiamo affermare che la Lattoferrina ha un ruolo protettivo nei confronti di diverse patologie orali come: xerostomia, alitosi, gengivite, parodontite, black-stain, lesioni ossee alveolari e mascellari. Recenti studi prendono in considerazione l’azione della Lattoferrina contro l’infezione da SARS‑CoV‑2 e possiamo ipotizzare che questa molecola potrebbe essere di alto valore terapeutico in questo momento storico.

M. Scopello Tempia1, A. Roccuzzo2, S. Leone1, F. Pezzotti1, P. L. Foglio Bonda1, M. Migliario1
1 Corso di Studi in Igiene Dentale, Università del Piemonte Orientale
2 Reparto di Parodontologia, Scuola di Medicina Dentaria, Università di Berna

Introduzione La formazione dell’igienista dentale in Svizzera è inquadrata all’interno delle “Fachhochschule” (Scuole Secondarie Formazione Specialistica), alle quali si accede per concorso pubblico al termine del ciclo scolastico obbligatorio, che sono articolate su tre anni, con un curriculum formativo focalizzato per l’80% sul tirocinio pratico e per il 20% su nozioni di medicina e odontoiatria di base. In Italia per accedere al Corso di Studi in Igiene Dentale è richiesto un diploma di Scuola Secondaria Superiore e un esame di ammissione. Il percorso formativo, articolato su tre anni di studio, comprende circa 1000 ore totali di attività formative teoriche (scienze mediche, odontoiatria, igiene dentale) e 1500 ore di tirocinio pratico. Obiettivo comune delle due vie formative è la preparazione di un operatore sanitario destinato a lavorare, su indicazione degli abilitati all’esercizio della professione odontoiatrica (in ambito pubblico e privato, in rapporto di dipendenza o libero professionale), alla prevenzione e trattamento delle malattie del cavo orale, svolgendo compiti di prevenzione ed educazione sanitaria oro-dentale, provvedendo all’istruzione delle metodiche di igiene orale domiciliare e suggerendo norme di un’alimentazione razionale, collaborando alla diagnosi e al trattamento delle malattie parodontali ed all’applicazione topica dei mezzi profilattici.

Obiettivi Durante il periodo di permanenza a Berna valutazione dello stato di salute dento-parodontale di pazienti afferenti al reparto di Parodontologia (Direttore Prof. A. Sculean) della Dental School.

Materiali e Metodi Utilizzando specillo, pinzetta college, specchietto, sonda parodontale raccolta dati formula dentaria e salute parodontale (indici di placca e sanguinamento, profondità di sondaggio) in un campione di pazienti afferenti al reparto di Parodontologia della Dental School dell’Università di Berna per confrontarli con quelli raccolti su un campione omogeneo di pazienti afferenti all’ambulatorio di Igiene Orale SCDU Odontostomatologia AOU Maggiore della Carità di Novara. I dati saranno sottoposti a indagine statistica.

Risultati e Conclusioni In attesa di elaborazione.