Siamo arrivati al terzo contributo dedicato all’infiammazione e a un rimedio fitoterapico studiato appositamente per il campo odontoiatrico, un collutorio ingeribile.

Nel precedente fascicolo ho parlato del componente principale del rimedio, una tintura di zenzero caricata. Sono andato alla ricerca di articoli che confermassero l’effetto del 6-gingrerolo sul Th1 ma anche sul Th 2 e abbiamo visto come questo componente chimico dello zenzero offre una Down regolation su entrambi i fattori agendo di fatto sulla tempesta citochinica.

Un altro componente del preparato in esame è la salvia, secondo per quantità percentuale nel prodotto.

I costituenti principali della salvia sono: oli essenziali, acidi (caffeico, labiatico, clorogenico), sostanze amare diterpeniche, flavonoidi, tannini, mucillagini.

Ha proprietà antinfiammatorie, antisettiche, cicatrizzanti. 

L’azione antiinfiammatoria della salvia è dovuta anche ad alcuni componenti come 1,8-Cineole, borneolo, canfora e α-/β-tujone che contribuiscono principalmente all’attività antinfiammatoria nei fibroblasti gengivali umani (1).

Altri studi interessanti sono quelli sull’acido salvianolico B (o Sal B). Come riferiscono alcuni autori nell’articolo dal titolo Salvianolic acid B ameliorates CNS autoimmunity by suppressing Th1 responses (2), l’acido salvianolico è un importante componente bioattivo solubile in acqua della famosa medicina tradizionale cinese salvia miltiorrhiza. Questo Sal B si distingue per i suoi effetti antiossidanti e antinfiammatori. Così l’acido salvianolico B è in grado di alterare le risposte Th1 o Th17. Inoltre, il trattamento con Sal B riduce l’infiltrazione di cellule infiammatorie e blocca le risposte Th1 diverse da quella di Th17. 

In un altro studio (3), in cui venivano prese in esame tre piante tra cui la salvia, si afferma che la salvia come la malva sembrava non avere alcun effetto sulla produzione di anticorpi anti-EA, ma migliorava la trascrizione del gene dell’IL-12 e dell’interferone gamma. 

Anche in questo caso i fitocomponenti della salvia hanno avuto un effetto sulle interleuchine.

Un altro componente del preparato in esame è l’Uncaria tomentosa, eccellente immunomodulatore e antivirale ma che, come tutti i fitoterapici, contiene al suo interno più fitocomponenti, cioè molecole chimiche, che ovviamente esplicano una miriade di azioni fisiologiche tra cui anche quella antinfiammatoria.

L’Uncaria Tomentosa è eccellente immunomodulatore e anti virale ma che come tutti i fitoterapici contiene al suo interno più fitocomponenti

Uncaria tomentosa (Willd.) DC (Rubiaceae) è un grosso vitigno legnoso originario delle foreste pluviali amazzoniche e centroamericane, ampiamente utilizzato nella medicina tradizionale per le sue attività immunomodulatorie e antinfiammatorie. Il presente lavoro ha utilizzato esperimenti immunotossici in vivo e immunomodulatori in vitro per studiare gli effetti di un alcaloide pentaciclico ossindolo (mitrafillina) estratto dalla corteccia di U. tomentosa sul fenotipo dei linfociti, sulla produzione di citochine Th1/Th2, sulla proliferazione cellulare e sulla citotossicità.  È stata osservata una polarizzazione immunologica verso un profilo di citochine Th2. Questi risultati suggeriscono che l’estratto acquoso di etanolo di U. tomentosa non era immunotossico per i topi ed era in grado di modulare modelli distinti del sistema immunitario in modo dose-dipendente (4). Cioè viene definita in questo articolo la proprietà immunomodulatoria dell’Uncaria Tomentosa.

Lo studio di Azevedo et al. (5) ha l’obiettivo di Caratterizzare estratti acquosi di corteccia (ABE) ed estratti acquosi di foglie (ALE) di Ucaria tomentosa e confrontare i loro effetti antinfiammatori. 

I saggi in vivo sono stati eseguiti utilizzando un modello murino di asma indotta da ovalbumina (OVA). Gli animali sensibilizzati agli OVA sono stati trattati con ABE o ALE mentre i controlli hanno ricevuto desametasone o soluzione salina. Sono stati determinati l’iperreattività bronchiale, la produzione di citochine Th1 e Th2, la conta totale e differenziale delle cellule infiammatorie nel lavaggio broncoalveolare (BAL) e nel tessuto polmonare.

I Risultati dello studio riportano che in entrambi gli estratti sono stati rilevati alcaloidi mitrafillina, isomitrafillina, acidi clorogenico e chinico, mentre isorincofillina, anch’esso un alcaloide, e rutina, un flavonoide, sono state rilevate solo in ALE. ABE, ALE e mitrafillina hanno inibito la trascrizione del fattore nucleare kappa-B nelle colture cellulari, ALE e mitrafillina hanno ridotto la produzione di interleuchina (IL)-6 e la mitrafillina ha ridotto la produzione di fattore di necrosi tumorale alfa. ALE a 200 mg kg-1 ha ridotto i livelli di IL-4 e IL-5 nell’omogenato polmonare. L’infiammazione peribronchiale è stata significativamente ridotta dal trattamento con ABE e ALE rispettivamente a 50 e 100 mg kg-1.

Gli autori concludono che per la prima volta è stata dimostrata l’attività antinfiammatoria di U. tomentosa in un modello murino (cioè di un particolare tipo di topi) di asma. Sebbene ABE e ALE abbiano mostrato composizioni chimiche distinte, entrambi gli estratti hanno inibito la produzione di citochine proinfiammatorie in vitro. 

Anche in questo caso ho voluto dimostrare che gli studi scientifici esistono e che i componenti del prodotto hanno le caratteristiche che gli vengono attribuite in fitoterapia; cioè quella di down-modulare l’infiammazione.

Ultimo componente contenuto nel collutorio ingeribile è il corbezzolo. 

Corbezzolo, pianta endemica del Mediterraneo ampiamente impiegata come astringente, diuretico e antisettico urinario

Un gruppo di ricercatori italiani (6) ha dimostrato che un estratto acquoso di Arbutus unedo L. (AuE) Corbezzolo, pianta en

demica del Mediterraneo ampiamente impiegata come astringente, diuretico e antisettico urinario, in vitro regola l’espressione di alcuni geni infiammatori, come quelli che codificano l’ossido nitrico sintasi inducibile (iNOS) e la molecola di adesione intracellulare (ICAM)-1, che esercitano un’azione inibitoria sia sull’attivazione di STAT1 indotta da IFN-gamma che sull’attivazione di STAT3 indotta da IL-6. 

Le STAT (signal transducer and activator of transcription, trasduttori del segnale e attivatori della trascrizione) sono una famiglia di proteine che comprende una serie di fattori di trascrizione intracellulare che media diversi processi dell’immunità cellulo-mediata, proliferazione, apoptosi e differenziazione.

Per valutare ulteriormente l’effetto del corbezzolo in modelli animali di infiammazione acuta, gli autori hanno voluto indagare se la somministrazione di AuE attenua la risposta infiammatoria del topo indotta dall’iniezione intrapleurica di carragenina (sostanza proinfiammatoria).

I risultati dello studio mostrano che AuE riduce fortemente l’attivazione di STAT3 indotta nel polmone dalla carragenina con concomitante attenuazione di tutti i parametri esaminati associati all’infiammazione, suggerendo che STAT3 dovrebbe essere un nuovo bersaglio molecolare per il trattamento antinfiammatorio. In tale studio sembra che l’infiammazione polmonare acuta è significativamente attenuata dal trattamento con corbezzolo che agisce a vari stati. 

Conclusione

Questa documentazione bibliografica diviene indispensabile quando è necessario un confronto con professionisti poco inclini ai rimedi naturali, a questo punto è indispensabile poter parlare la stessa lingua. Portare il discorso sulla chimica e farmacologia è l’unico sistema per avere un confronto scientifico comprensibile da ambo le parti. 

Riguardo all’aspetto energetico, cioè fisica quantica, ovvero il prodotto caricato, questo è già noto a chi si occupa di medicina naturale, mentre è di difficile comprensione a chi proviene da studi di medicina allopatica, perciò non verrà trattato in questo contesto.

Sintetizzando, si è parlato solo di elementi chimici ed effetto cellulare e fisiologico al fine di fornire   spunti di riflessione e valutazione che potrebbero portare colleghi interessati a studiare più approfonditamente e con corretta cognizione le tematiche trattate. 

Ringraziamento 

Un ringraziamento alla mia amica e collega Scilla Sparabombe per avermi aiutato, come spesso accade, nella revisione dell’articolo. 

Bibliografia:
  1. Ehrnhöfer-Ressler MM, Fricke K, Pignitter M, Walker JM, Walker J, Rychlik M, Somoza V. Identification of 1,8-cineole, borneol, camphor, and thujone as anti-inflammatory compounds in a Salvia officinalis L. infusion using human gingival fibroblasts. J Agric Food Chem 2013 Apr 10;61(14):3451-9.
  2. Dong Z, Ma D, Gong Y, Yu T, Yao G. Salvianolic acid B ameliorates CNS autoimmunity by suppressing Th1 responses. Neurosci Lett 2016 Apr 21;619:92-9.
  3. El Ghaoui WB, Ghanem EB, Chedid LA, Abdelnoor AM. The effects of Alcea rosea L., Malva sylvestris L. and Salvia libanotica L. water extracts on the production of anti-egg albumin antibodies, interleukin-4, gamma interferon and interleukin-12 in BALB/c mice. Phytother Res 2008 Dec;22(12):1599-604.
  4. Domingues A, Sartori A, Valente LM, Golim MA, Siani AC, Viero RM. Uncaria tomentosa aqueous-ethanol extract triggers an immunomodulation toward a Th2 cytokine profile. Phytother Res 2011 Aug;25(8):1229-35.
  5. Azevedo BC, Morel LJF, Carmona F, Cunha TM, Contini SHT, Delprete PG, Ramalho FS, Crevelin E, Bertoni BW, França SC, Borges MC, Pereira AMS. Aqueous extracts from Uncaria tomentosa (Willd. ex Schult.) DC. reduce bronchial hyperresponsiveness 
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