L’assertività, un’abilità comunicativa fondamentale

L’assertività è una caratteristica del comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l’interlocutore. Pertanto si definisce assertivo colui che possiede un carattere che rivela decisione, ovvero colui il quale mostra un comportamento determinato e risoluto (Enciclopedia Treccani, 2020).

Più specificamente in ambito psicologico per assertività si intende l’insieme delle abilità cognitive e comportamentali che consentono a un soggetto di affermare la propria personalità senza cadere in comportamenti passivi o aggressivi.

Questo concetto è stato esposto per la prima volta negli anni settanta dagli psicologi statunitensi Alberti ed Emmons che, in collaborazione con Manuel J. Smith (1975), lo hanno reso popolare. Essi lo descrivono come «un comportamento che permette a una persona di agire nel proprio pieno interesse, di difendere il proprio punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i propri diritti senza ignorare quelli altrui» (Alberti ed Emmons, 1974).

Quando entra in gioco l’assertività? Questa capacità dovrebbe essere messa in atto quando è necessario esprimere in modo chiaro ed efficace le nostre opinioni e i nostri pensieri, senza però offendere il nostro interlocutore. Ovvero diventa principalmente utile in tutte quelle situazioni in cui ci si trova in difficoltà nell’affermare il proprio punto di vista, pur rispettando quello altrui, seppur non condividendolo.

Ciò può accadere in diversi contesti di vita quotidiani, ma nell’ambito lavorativo rientra nella specifica abilità di gestire le possibili incomprensioni e/o conflitti che si sviluppano a seguito di divergenze di pareri. Potrebbero essere molteplici gli esempi da immaginare, sicuramente già vissuti, quando ci si trova in disaccordo con il proprio capo o il proprio collega. Non da ultimo nella gestione della comunicazione con il paziente, soprattutto nel momento della motivazione, ove si presenta l’obiettivo di stimolare l’utente a farsi carico della propria salute, disincentivando determinati comportamenti a favore di altri (Gangale e Ghianda, 2020).

In psicologia si parla di assertività specialmente in orientamento comportamentista legato alla sfera dell’autostima e dell’aggressività; infatti l’atteggiamento assertivo si può delineare come un equilibrio tra due polarità: da una parte il comportamento passivo, dall’altra il comportamento aggressivo.

Gli stili di comportamento passivo, aggressivo e assertivo

Solitamente chi gode di bassa autostima, tende a ricadere nello stile di comportamento passivo, che si caratterizza nella rinuncia di espressione di pensieri ed emozioni e si adatta completamente alla sottomissione e al volere dell’altro. Ciò può capitare perché il soggetto non si sente perfettamente all’altezza di offrire il proprio punto di vista, mostrare anche altri aspetti del problema e, piuttosto che gestire un ipotetico conflitto o vivere emozioni faticose di disagio e imbarazzo, preferisce adeguarsi alle richieste altrui. In ciò è complice anche una buona dose di senso di colpa, che contraddistingue proprio le personalità passive nel momento in cui non si mostrano accondiscendenti.

Quali problemi? Il passivo non vive senso di colpa, ma non è completamente soddisfatto, demanda agli altri le decisioni, non vive la vita con pienezza e finisce per ricadere in atteggiamenti lamentosi verso terzi, senza mai prendere una posizione.

Di contro, invece, lo stile di comportamento aggressivo, si caratterizza dall’espressione dei propri pensieri ed emozioni tenendo in considerazione esclusivamente il personale punto di vista. Le proprie esigenze vengo vissute in modo prioritario a discapito della relazione con l’altro, ove il conflitto non solo non è temuto, anzi probabilmente è l’obiettivo al fine di mostrare la propria superiorità.

L’aggressivo esercita una vera e propria lotta al potere, ove si assiste a un attacco diretto o indiretto nei confronti dell’interlocutore. Lo stile aggressivo non manca di arroganza, perde il self-control, giudica negativamente, mostra scarso altruismo e normalmente è tipico di personalità che si sentono superiori o in continua competizione con gli altri.

Quali problemi? L’aggressivo impone la propria visione del mondo ma senza essere realmente stimato, vive l’illusione di essere ascoltato e aver ottenuto i suoi obiettivi, ma cela una personalità fragile che vuole esercitare leadership peccando di mancanza di autorevolezza. Quando infatti emergono problematiche tende a colpevolizzare qualcuno come causa del problema, senza proattivamente attivarsi al problem solving in qualità di guida.

Lo stile di comportamento assertivo media tra le due istanze. Si interpone tra le due polarità passività-aggressività in modo autorevole, senza squalificare l’altro: è in grado di esporre il proprio punto di vista in modo educato, sicuro, ma non oppositivo su una questione.

Chi esercita bene l’assertività ha la possibilità di farsi ascoltare anche da chi ha opinioni completamente contrarie ed evita la chiusura dell’altro per partito preso. Anzi, gode della chance di entrare in quella “spaccatura” nel muro delle credenze dell’interlocutore, prima completamente preclusa.

Chi è impositivo e oppositivo trasmette idee con forza come fossero ideali, sillogismi e deduzioni logiche, per cui l’altro di pensiero opposto si senta addirittura svalutato, questo è tutto il contrario di assertività! Invece, chi espone un parere con calma, sicurezza, apertura al dialogo e al confronto offre la possibilità di considerare l’altro, magari anche dandosi la possibilità di cambiare idea, ma con lo scopo di illuminare una riva di un fiume torbido dove si sta su due sponde opposte.

Assertività significa dare forza alle proprie idee con convinzione e capacità di fare emergere contenuti e vissuti ignorati dall’altro, senza sfociare nel conflitto, ma nel reciproco rispetto delle posizioni. Ciò significa, nella peggiore delle ipotesi, rimanere ognuno con il proprio punto di vista, senza essere fagocitati dal conflitto e rimanendo con reciproca stima.

CONCLUSIONI

Per concludere, l’assertività parte dal presupposto che, a livello di stati d’animo e sentimenti, non si possano negare i vissuti altrui. Un’emozione altrui è sempre legittimata, anche se ci appare esagerata o banale, perché non si possono squalificare e ritenere inesistenti i sentimenti che gli altri vivono. Ciò non impedisce però di offrire con garbo e sicurezza il proprio punto di vista senza danneggiare l’interlocutore; il quale, di fronte all’apertura e all’atteggiamento non giudicante non avrà motivo né di essere aggressivo, né di prostrarsi, ma avrà modo di aprirsi al confronto. La strategia assertiva non nega gli stati d’animo altrui, piuttosto ha l’obiettivo di gestirli e di risignificarli, senza dover negare i propri. Il proprio valore non passa attraverso l’altrui condiscendenza, sia a livello personale che lavorativo, e allenare l’assertività migliora i rapporti interpersonali.

Bibliografia

1
Enciclopedia Treccani – http://www.treccani.it/vocabolario/assertivo_%28Sinonimi-eContrari%29/#:~:text=pass.,assertus%5D.,lo%20stesso%20che%20proposizioni%20enunciative.

2
Smith MJ. When I Say No, I Feel Guilty: How To Cope Using the Skills of Systematic Assertiveness Therapy New York: Bantam Books, 1975.

3
Alberti RE, Emmons ML. Your Perfect Right: A Guide to Assertive Behavior. San Luis Obispo, Ca.: Impact, 1974.

4
Gangale M, Ghianda L. Comunicazione emozionale in odontoiatria. Milano: Quintessenza, 2020.

5
Mazzucchelli L. Come allenare l’assertività. https://www.psicologo-milano.it/newblog/come-allenare-assertivita/