L’impiego dei probiotici nel controllo dell’alitosi

Secondo la definizione dell’OMS i probiotici sono “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite”. Si tratta di microrganismi non patogeni presenti o aggiunti negli alimenti umani.

I batteri lattici, prevalentemente i lactobacilli e i bifidobatteri, sono i più comuni tipi di microrganismi probiotici; essi detti anche fermenti lattici, vengono comunemente consumati insieme agli alimenti fermentati che li contengono (come per esempio lo yogurt e alcuni tipi di formaggi).

Nei recenti decenni l’interesse delle scienze mediche nei confronti dei microrganismi probiotici è stato in costante aumento e ai nostri giorni è noto che il consumo costante degli alimenti che li contengono è in grado di avere effetti preventivi nei confronti di una grande varietà di condizioni patologiche, tra cui le malattie intestinali, le infezioni delle vie urinarie, le cardiovasculopatie, i tumori maligni, le patologie della gravidanza.

In studi recenti alcuni probiotici sono stati anche valutati e proposti come utile ausilio per il controllo e la riduzione dell’alitosi umana.

L’alitosi, o foetor ex ore, è un termine utilizzato per indicare l’odore sgradevole che viene emesso dal cavo orale. L’alitosi è provocata dalla presenza nell’aria espirata di composti volatili che principalmente vengono prodotti nei processi biochimici putrefattivi operati da microrganismi sulle sostanze organiche proteiche. Le cause dell’alitosi sono orali in oltre l’89% dei casi. I fenomeni putrefattivi causali sono correlati alle attività metaboliche dei microrganismi dei biofilm sulle proteine presenti nel cavo orale: residui alimentari e cellulari e composti di derivazione sierica o salivare. I prodotti maleodoranti causali sono principalmente i composti volatili solforati (VSC), con minor contributo delle poliammine e degli acidi grassi a catena corta.

probiotici
I pochi studi attualmente presenti in letteratura sull’impiego di probiotici come ausilio per il controllo e la riduzione dell’alitosi riportano risultati discordanti.

Al recente XXII Congresso del Collegio dei Docenti di Odontoiatria, svoltosi a Milano nello scorso mese di aprile presso l’Ateneo Vita e Salute San Raffaele, è stato presentato uno studio pilota dell’effetto dell’assunzione di probiotici sull’alitosi, realizzato da Silvio Abati e Elisabetta Polizzi con Alberto Scala, Michele Scala e Francesco Bova in collaborazione tra l’Università degli Studi di Milano e l’Ateneo Vita Salute San Raffaele. La ricerca (1) è stata effettuata con metodo organolettico, cioè con la valutazione olfattiva da parte di un operatore addestrato, e con la misurazione strumentale mediante un cosidetto “alitometro”, strumento in grado di misurare la concentrazione dei composti volatili solforati (VSC) per registrare la variazione dell’alitosi dopo l’impiego controllato di un probiotico del commercio, utilizzato come compressa contenente 108 CFU di Lactobacillus reuteri lasciata sciogliere lentamente in bocca una volta al giorno.

L’effetto dell’impiego del probiotico è stato valutato su un campione di 28 pazienti in cui erano state effettuate un’anamnesi approfondita e un esame obiettivo per valutare la presenza di eventuali patologie sistemiche e/o orali. Durante la prima visita venivano registrati i seguenti parametri: indice di placca, PSR, patina linguale, valutazione soggettiva della qualità dell’alito utilizzando come riferimento una scala VAS (Visual Analogue Scale) con indici compresi tra 0 e 10 (0 alito pessimo, 6 accettabile, 10 ottimo). Veniva inoltre effettuata la valutazione organolettica e la valutazione strumentale della quantità di VSC presenti nell’aria orale mediante l’utilizzo di strumento alitometrico Interscan Halimeter®.

I pazienti venivano quindi trattati con uno di due protocolli consistenti in una seduta di igiene orale professionale con il successivo utilizzo delle compresse contenenti 108 CFU di Lactobacillus reuteri con posologia di 1 compressa/die. Se ne raccomandava l’assunzione la sera dopo le normali manovre di igiene orale domiciliare, facendola sciogliere lentamente in bocca per consentire ai microganismi probiotici di diffondersi nella cavità orale e aderire alle superfici orali. Dopo 7 giorni i pazienti venivano rivalutati con una visita di controllo in cui venivano registrati nuovamente i parametri di PSR, indice di placca, indice di patina linguale e veniva ripetuta la misurazione della concentrazione di VSC con Interscan Halimeter®. Ai pazienti assegnati al secondo protocollo di trattamento veniva prescritto il medesimo trattamento con le compresse di Lactobacillus reuteri con la medesima posologia, senza eseguire la seduta di igiene orale professionale preliminare. Dopo 7 giorni anche i pazienti di questo secondo gruppo venivano rivalutati e si registravano nuovamente i parametri di PSR, indice di placca, indice di patina linguale e veniva ripetuta la misurazione organolettica e strumentale.

I pazienti dei due gruppi mostravano valori analoghi relativamente alle condizioni orali e ai parametri registrati in prima visita. Dopo il ciclo di cura che prevedeva l’assunzione per lenta dissoluzione in bocca della comrpessa di probiotico Lactobacillus reuterii, in tutti i pazienti veniva osservata la diminuzione dei valori di alitosi, sia percepita organoletticamente, sia valutata strumentalmente con l’alitometro.

Nei soggetti che avevano effettuato la seduta di igiene orale preliminare la riduzione del contenuto in VSC dell’atmosfera orale, quindi la riduzione della qualità sgradevole dell’alito, era superiore in modo significativo rispetto alla riduzione che si osservava nel gruppo di soggetti che avevano utilizzato solo le compresse di L. reuterii senza seduta di igiene orale professionale.

Tuttavia si evidenziava un effetto di riduzione globale dei valori dei composti solforati dell’aria orale, che quindi evidenziava comunque un effetto positivo mediato dal probiotico sui valori di alitosi.

Con questa ricerca viene quindi dimostrato che la somministrazione di compresse di contenenti 108 CFU di Lactobacillus reuteri può essere utile per diminuire la concentrazione orale di VSC e, di conseguenza, migliorare le caratteristiche organolettiche dell’alito.
Dai risultati è comunque evidente che il gruppo in cui è stata effettuata anche l’igiene orale professionale ha ottenuto risultati statisticamente migliori e significativi rispetto al gruppo in cui è stato somministrato il solo probiotico, sottolineando l’utilità della terapia meccanica causale nei pazienti affetti da alitosi ad origine orale, indipendentemente dalla scelta di utilizzare prodotti ausiliari per il controllo del disturbo.

  1. I dati presentati in queste pagine sono tratti da: Abati S, Scala A, Scala M, Bova F, Polizzi E. Oral probiotics: an useful adjunct in the management of halitosis. A pilot study. I probiotici come ausilio per il controllo dell’alitosi. Studio preliminare. Comunicazione in forma di poster al XXII Congresso Nazionale del Collegio dei Docenti di Discipline Odontostomatologiche, 9-11 aprile 2015.